Dopo le figuracce di Renzi, ecco un’altra “giovane promessa” che dopo aver raggiunto potere, notorietà e consenso con estrema facilità e probabilmente senza aver meritato nulla di tutto ciò, dopo poco tempo implode con clamore, a dimostrazione che forse se non altri almeno il destino pretende un po’ di meritocrazia. Tempi duri per Macron.
In questi giorni i TG e i quotidiani non fanno altro che mostrare resoconti della Francia in fiamme. Le manifestazioni iniziate con il pacifico intento di reclamare contro l’aumento sconsiderato dei carburanti , sono improvvisamente degenerate, probabilmente quando la piazza si è resa conto di avere un vero peso specifico, e di poter far sentire non solo la sua voce, almeno finché le cose non cambieranno come richiesto.
Parigi, Avignone, Lille, Marsiglia, si trasformano ogni week-end in terreno di duro scontro, con negozi saccheggiati, auto e addirittura un palazzo dato alle fiamme, vetrine frantumate, banche assaltate. A Parigi specialmente, ha fatto impressione vedere come è ridotta la prestigiosa zona delll’Avenue Foch e di Rue de Rivoli nel quartiere dell’Opera, mentre gli ospedali registrano almeno un centinaio di feriti, e le Forze dell’ordine hanno operato 287 arresti. In tutto, nella capitale sono stati mandati in campo 4600 tra poliziotti e gendarmi, e parecchi tra loro sono stati feriti, 14 soltanto nella serata di sabato.
Il primo ministro francese Édouard Philippe e il ministro degli interni Christophe Castaner, si sono recati dopo le 22.00 presso la caserma della polizia Bessières (Nel XVII arrondissement Di Parigi) per dimostrare la loro vicinanza alle forze dell’ordine. Il ministro degli interni ha anche rilasciato una dichiarazione nella quale ha voluto rimarcare la differenza tra i manifestanti e i “cracker mimetizzati con un gilet giallo” che si sono intrufolati nelle varie manifestazioni solo per portare disordine, violenza e terrore. “I colpevoli di questo caos”, ha detto Castaner, “tradiscono la causa che sostengono di servire. Saranno identificati e ritenuti responsabili per le loro azioni, di cui dovranno rispondere in tribunale”. Intanto, dall’Argentina dove ha partecipato sabato al G20, Macron ha dichiarato con un comunicato stampa: “Quello che è successo oggi a Parigi non ha nulla a che fare con l’espressione pacifica della rabbia legittima. Non c’è motivo per cui la polizia venga attaccata, che le imprese vengano saccheggiate, che vengano incendiati edifici pubblici o privati, che i passanti, i giornalisti, i turisti siano minacciati o che l’Arco di Trionfo venga imbrattato e occupato per ore”, ha continuato Emmanuel Macron. “I responsabili di queste violenze non cercano cambiamenti né miglioramenti, ma vogliono soltanto il caos”, ha poi concluso. Intanto, sabato notte nella Capitale sono state chiuse parecchie tratte della metro e anche alcune grosse arterie cittadine. Domenica mattina, poi, al ritorno dell’Argentina, Macron ha indetto una riunione tra i suoi più vicini collaboratori e i ministri del suo governo di cui però non si sa molto, soprattutto se siano state prese particolar
Fuori da Parigi, la prefettura di Haute_loire, Puy-en Velay, è stata data alle fiamme. A Tours sono scoppiati violentissimi sconti, che hanno causato una trentina di feriti, tra cui un manifestante che ha perso una mano. A Marsiglia, secondo la polizia, ventuno persone sono state arrestate per il saccheggio di un negozio di telefoni e di una gioielleria, e per aver incendiato un veicolo della polizia sulla Canebière. Sono state bruciate anche palizzate di alcuni cantieri e bidoni della spazzatura. Alla stazione di Saint-Charles, la Fnac è stata vandalizzata e le decorazioni natalizie sono state strappate da “rivoltosi che non avevano i giubbotti gialli”, ha detto un portavoce della SNCF all’AFP.
Scontri con la polizia, che ha risposto con lacrimogeni, si sono verificati poco dopo le varie manifestazioni al Porto Vecchio. Secondo la prefettura di polizia, le varie concentrazioni hanno riunito 300 giubbotti gialli, 100 motociclisti e circa 350 manifestanti chiamati dalla CGT a mobilitarsi per chiedere un cambiamento nella politica del governo. C’erano anche alcune migliaia di dimostranti che manifestavano per la casa a seguito di un appello del “Collettivo 5 novembre”.
Mentre la situazione sembra aggravarsi sempre di più e non trovare particolari sbocchi verso una soluzione, da Marine Le Pen a Jean-Luc Mélenchon, passando per Laurent Wauquiez, praticamente tutti i leader dell’opposizione hanno accusato il governo di permettere scene di violenza solo per screditare il movimento dei “gilet gialli”. Di contro, il ministro degli interni Castaner ha ammesso che la comunicazione con il movimento dei gilet gialli da parte dell’esecutivo si è dimostrata carente. Il nostro obiettivo è quello di combattere la dipendenza Francese dal petrolio, e per farlo abbiamo dovuto prendere momentaneamente anche misure impopolari, che però non siamo stati capaci di spiegare correttamente alla gente.”