Ieri durante la replica alla Camera della Premier Giorgia Meloni, il dibattito si è fatto piuttosto acceso. Il botta e risposta è partito dall’intervento del deputato dem Piero De Luca, figlio del presidente campano, che ha attaccato il governo Meloni configurando come “danno erariale” l’intesa con Tirana. Il deputato dem nel suo discorso intriso di populismo e retorica, ha criticato duramente le scelte economiche dell’esecutivo, accusando il Governo di sperperare il denaro pubblico. In particolare, De Luca ha messo sotto accusa alcune misure messe in atto dal governo dipingendole come dannose per le casse dello Stato, a partire dai soldi spesi per i trasferimenti in Albania. Il tentativo maldestro, è stato stroncato dal premier Meloni, che con il suo consueto stile deciso e pungente allo stesso tempo, l’ha elegantemente asfaltato, ponendo l’accento sulle azioni elettorali del padre, Vincenzo De Luca : “Voglio dire al collega Piero De Luca, che addirittura configurava il danno erariale, che secondo me si configura come danno erariale il fatto che un presidente di Regione spenda migliaia di euro dei soldi dei cittadini per comprare una pagina del quotidiano per dirsi solo quanto è bravo… Quello secondo me è danno erariale, non il protocollo con l’Albania”. Una straordinaria Giorgia Meloni ha così messo a tacere la sinistra, evidenziando la loro tendenza a spendere somme considerevoli per promuovere la propria immagine sui media.
“Se vuole, ha aggiunto, possiamo citare i manifesti sempre pagati con i soldi dei cittadini, in questo caso temo con quelli dei fondi di coesione, per dire che il governo affama il Sud”. Negli ultimi anni è esplosa la tendenza tra gli esponenti dem, di acquistare spazi pubblicitari per autoincensarsi e rivendicare meriti inesistenti, un metodo di fare politica che si distacca nettamente da quello del Governo Meloni, che punta alla sostanza dei risultati, piuttosto che alla propaganda.
A smentire le polemiche dell’opposizione, sull’operazione in Albania, ci sono anche i numeri. Numeri che danno ragione all’Esecutivo. “Sul tema dei conti, ha chiarito Meloni, i fondi assegnati per l’attuazione del protocollo Italia-Albania sono 670 milioni di euro per 5 anni, vuol dire 134 milioni di euro l’anno. Ora, 134 milioni di euro l’anno nel sistema di accoglienza italiano sono circa il 7,5% di quello che noi spendiamo ogni anno per accogliere gli immigrati che sbarcano da noi, per una spesa totale di quasi 1 miliardo 800 milioni di euro”. “Vi segnalo sommessamente che quei migranti, che si trovino a Lampedusa o che si trovino in Albania, hanno in ogni caso un costo per il sistema dell’accoglienza italiana e perché, come ho detto molte volte, il principale elemento che riconosco al Protocollo con l’Albania è la possibilità di produrre una dissuasione rispetto ai migranti che vogliono arrivare in Italia, e quindi sono ragionevolmente convinta che questo importante strumento di deterrenza possa rappresentare anche un contenimento dei costi relativi all’accoglienza. Quindi sarei prudente, e farei la valutazione sul costo a valle e non a monte”, ha concluso Meloni. Il dibattito in aula ha messo in luce ancora una volta l’inadeguatezza di un PD che continua a rifugiarsi in slogan vuoti e polemiche pretestuose, che si traducono sempre in figuracce colossali.
Tutto spiegato in maniera esaustiva e soprattutto con l’ausilio dei numeri che non tradiscono mai: ancora una volta brava Giorgia Meloni.