Giorgia Meloni chiude Atreju. Un fiume in piena, standing ovation per la leader di Fratelli d’Italia

Standing ovation, applausi scroscianti. Il coro ‘Giorgia, Giorgia’. I tricolori che sventolano. È arrivato il momento più atteso di questo Atreju: il discorso conclusivo del presidente del Consiglio e leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

Una storia che viene da lontano, da 26 anni c’è Atreju, “un’era geologica per la politica italiana”: nel 1998, “Atreju era la sfida di una generazione per superare gli steccati ideologici dei custodi del palazzo” e per “raccontare il futuro che aveva in mente per l’Italia”. Ed è una storia che va raccontata, perché “nessuno che non sa da dove viene, può avere la pretesa di andare avanti”. Quest’anno, Atreju è stata “impeccabile”, meglio “di come quando l’ho fatta io”. Poi il grazie agli organizzatori e sua sorella Arianna, dicendo con ironia che “ha trovato il tempo di organizzare Atreju” malgrado il tempo passato a sistemare gli amici, come sostengono i giornali di sinistra solo per screditarla. Il grazie anche e soprattutto a Gioventù Nazionale: “Siete la parte migliore di questa generazione, siate fieri di voi”, perché non è bastata una spia per screditare i tanti militanti.

“La stabilità di questo governo, grazie alla coesione della sua maggioranza, è il più grande elemento di rottura” con il recente passato della politica italiana, garantendo la possibilità di essere forte a livello internazionale e di tenere i conti in ordine. È questa la ragione per cui “ognuno di noi sa la responsabilità che ha sulle spalle. E noi onoreremo fino all’ultimo giorno il compito che ci hanno dato gli italiani di questa Nazione. Arriveremo compatti alla fine” del mandato “e oltre”. Chi gufa resta quindi deluso, perché “deludere la sinistra è il nostro sport preferito”.

“Siamo persone libere. Chiunque ci ha sottovalutato in questi anni, avrebbe dovuto fare  i conti con questo luogo. Atreju è la nostra coscienza, la nostra consapevolezza nell’affrontare una stagione di governo nel periodo più complesso dal dopoguerra ad oggi”. Ma da allora, da quando è salita a Palazzo Chigi, si è capito che bisogna continuare a lavorare, “a lavorare fin da subito”. In molti “hanno scommesso sul nostro fallimento, ma hanno puntato sul cavallo sbagliato”. L’Italia così è diventata un modello per il mondo su tutti i fronti” ed è questo la più grande sfida di Meloni: “Fare tutto quello che posso affinché gli italiani tornino a credere in loro stessi e in quello che questa Nazione può fare” quando c’è da reagire. “Noi siamo italiani” e la nostra storia è piena di “alti e bassi”: l’Impero romano, il Medioevo, il Risorgimento, il dopoguerra. “Ogni volta che siamo stati dati per spacciati, abbiamo preso in mano il nostro destino e abbiamo lasciati tutti a bocca aperta. Ci siamo rialzati mille volte e continueremo a farlo”. Ci auguravano “ogni male possibile”, ma in questi anni l’Italia è cresciuta più della media europea, quinta migliore performance economica del mondo, le imprese “si sono rimesse a correre” e siamo diventanti la quarta Nazione esportatrice al mondo. “Ho fatto due volte il giro del mondo e continuerò a farlo perché non sono mai tornata senza un risultato” per l’Italia: “Non è politica esterna, ma politica interna”. “Ipse dixit” dice la premier rivolgendosi alle sentenze smentite dalla sinistra. Lo spread è calato, le agenzie di rating hanno migliorato le valutazioni sull’Italia: non è solo “vanagloria”, ma possibilità di investimenti ingenti per i cittadini. E anche in fatto di salute, la risposta alle dicerie della sinistra, asserendo che le fake news sul rapporto della spesa in sanità e Pil non c’entra nulla. “Se non ci sono argomenti veri per criticarci, usano quelli falsi”.

“Un po’ quelli che usa la Cgil per indire scioperi generali”, ha aggiunto. Perché dopo aver usato “toni che  non hanno precedenti”, che “se li avessimo utilizzati noi, sarebbero arrivati i caschi blu dell’Onu”, Landini ha fatto una battaglia contro un aumento record degli occupati di circa 800mila unità. “è costretto ad alzare i toni perché i suoi argomenti sono deboli e non può dire la verità”: quando indice scioperi, “non lo fa per aiutare i lavoratori, ma per aiutare la sinistra”. “È la destra a difendere i lavoratori, perché la sinistra è impegnata a difendere le grandi concentrazioni economiche”. Criticano un governo che ha messo 100 euro in busta paga per i lavoratori, ma firmavano contratti da 5 euro l’ora. “Un po’ di coerenza”. E ancora il record del lavoro femminile, la crescita del Mezzogiorno, la “locomotiva d’Italia”. Criticano il prelievo da banche e assicurazioni, ma loro “toglievano i soldi ai lavoratori per salvare le banche che il loro sistema di potere aveva danneggiato”. Avremmo fatto molto di più se avessimo avuto più risorse, che per anni sono stati gettati dalla finestra. Ma le pensioni in nove anni di sinistra sono aumentate di 23 euro, in due anni di governi sono aumentati 90 euro. “Abbiamo fatto comunque meglio di loro”. I sindacati si lamentano lo stesso: “Penso che se le cose vanno meglio, i sindacati” hanno paura di perdere il loro sistema di potere, ma i lavoratori sanno che non è questo un motivo per fare una “rivolta sociale”. E su Stellantis: “Se c’è un approccio costruttivo, noi saremo in prima fila. A noi, perché il Pd non l’avete visto arrivare. A Elly Schlein si inceppa la lingua quando deve dire Stellantis”.

Risultati arrivati anche in fatto di immigrazione, con il calo degli sbarchi e delle morti in mare. Meloni ha ricordato la storia di Jasmine, 10 anni, unica sopravvissuta di un naufragio: “Combatteremo senza tregua contro questi sistemi criminali”. Ma c’è anche il lavoro per lo sviluppo dei Paesi africani, ma la sinistra ha avuto da ridire trovandosi però isolati quando i leader europei hanno dato ragione alla leader di Fratelli d’Italia. E il piano Albania, importante per il suo “effetto deterrenza”, cioè sbarcato fuori dall’Unione europea: per questo, il protocollo è il “più temuto per i trafficanti” e fermarlo sarebbe il “più grande favore ai criminali” e “noi favori ai criminali, non ne facciamo”. Ma i magistrati italiani stanno cercando di bloccarlo: “Quando non riusciamo a essere efficaci, gli unici” a trarne vantaggio sono i criminali. E dunque, la promessa: “I centri in Albania funzioneranno. Perché io voglio combattere la mafia”. Parole accolte con la standing ovation della sala Cristoforo Colombo di Atreju. Meloni ha ricordato anche il lavoro sugli ingressi regolari, una “distorsione evidente di cui nessuno si era accorto”. Con il lavoro del governo, le domande sono tornate a essere inferiori ai posti disponibili. Dunque è chiaro: “Abbiamo buttato fuori la camorra dalla gestione dei flussi regolari, così come abbiamo cacciato i camorristi che occupavano le case a Caivano. E anche oggi, i complimenti dai guru dell’antimafia come Saviano ce li aspettiamo domani”.

Continua il lavoro sulle riforme: premierato, autonomia, fiscale, giustizia. “Dicono che vogliamo controllare la magistratura ma facciamo esattamente il contrario, togliendo alla politica la possibilità di eleggere membri del Csm. Noi vogliamo liberare la magistratura dal controllo della politica e delle correnti politicizzate” così da permettere a un giudice perbene di proseguire la carriera “senza chinare la testa” al sistema di potere. E ancora: il lavoro per la sicurezza dei quartieri, contro la criminalità minorile, gli aumenti alle forze dell’ordine “sempre dalla loro parte”. “Contro il ddl Sicurezza c’è una mobilitazione dei cantanti e degli attori. Avrà lo stesso risultato della mobilitazione degli attori di Hollywood contro Donald Trump”. Ma continuerà il lavoro, anche in vista del Giubileo per mostrare ai turisti un’Italia migliore.

Il lavoro sull’Europa, il ritorno della forza italiana. “L’Europa rischia di essere ininfluente in un futuro non molto lontano”, anche per colpa di politiche folli rosse e verdi. “L’intero popolo delle aree rurali e costiere è finito sui banchi degli imputati” da chi di verde conosce solo “il fiore sul suo balcone nella Ztl”. Una “debolezza strutturale” dell’Europa che abbiamo pagato a caro prezzo durante le emergenze. Ma “siamo ancora in tempo per correggere la rotta”. E tornano gli “ipse dixit” sul governo e su Meloni in Europa: “Ho brindato alla mia salute” quando Prodi ha iniziato a inveirle contro. “Signori – ha detto – siamo ancora dalla parte giusta della storia”. Lui che “di obbedire se ne intende bene”, noi “abbiamo fatto la scelta opposta”. Perché si ottiene maggiore considerazione se “non si svende la dignità europea”. Fitto è il risultato di questo lavoro intenso di serietà, con Fratelli d’Italia che ha saputo farsi valere. Con lui, è stato rotto un altro tetto di cristallo: un conservatore ai vertici europei, battuto così i “cordone sanitario” della sinistra, costruendo un’Europa “più rispettosa del voto popolare”. Il lavoro dunque è stato svolto nel partito di Ecr: così Meloni ha annunciato le sue dimissione da presidente dei Conservatori europei, aprendo la strada al polacco Mateusz Morawiecki, già Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica di Polonia. Poi le congratulazioni a Donald Trump: “Italia e Stati Uniti sono alleati, sono felice di poter dialogare con i conservatori americani. Difenderò gli interessi italiani”.

Il messaggio finale è di quelli forti e storici: “In questi due anni di governo, abbiamo fatto molto più di altri e ma meno” di quello che questo governo può fare. “La nostra è una missione, non c’è spazio per l’egoismo dei singoli. Siate all’altezza della Nazione che rappresentate, che è fatta di persone che hanno risposto alla chiamata quando la storia ha chiamato”. Il futuro “ha bisogno di corse audaci, non permette tentennamenti e incertezze, perché ha bisogno di cuori puri. Siamo all’altezza del compito, l’Italia è all’altezza del compito”.

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2 Commenti

  1. Grandissima, immensa Giorgia, ma per favore tornando al lavoro quotidiano, fai cancellare l’emendamento alla manovra che riguarda l’aumento degli stipendi dei ministri non parlamentari. In un momento come questo, dove la gran parte di noi italiani dobbiamo tirare la cinghia, quella norma risulta essere particolarmente sgradita visto che comunque si tratta di persone che guadagnano di base circa 9000 euro. Mi raccomando non disperdere il consenso ottenuto avallando quest’ingiustizia.

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