Giorgia Meloni, il videomessaggio al Summit of the International Crimea Platform: ”Il nostro obiettivo è mettere fine a questa guerra e aiutare l’Ucraina”

Oggi, il Presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha inviato un videomessaggio al Presidente Volodymyr Zelensky in occasione del SICP, per assicurare l’appoggio dell’Italia nel recupero della pace per garantire una ricostruzione dello Stato ucraino dopo i tragici eventi avvenuti a causa dell’invasione russa.

La concentrazione del Premier si è poi raccolta verso l’argomento del giorno, ossia l’indipendenza della Crimea dal dominio russo, dopo l’annessione avvenuta a Febbraio nell’anno 2014:”L’annessione illegale della Crimea da parte della Federazione Russa rimane una gravissima violazione di quel sistema di regole e principi universalmente riconosciuti nella Carta dell’ONU che garantiscono la pacifica convivenza tra le Nazioni. È una violazione dell’integrità territoriale di una Nazione sovrana, che calpesta i diritti delle popolazioni che non vogliono rinunciare alla loro identità e rimane tale anche a distanza di dieci anni. Considerare la Crimea parte integrante del territorio russo è un tassello di quella propaganda russa che dobbiamo sapere contrastare, nonostante trovi sponda nelle mappe geografiche diffuse anche su alcuni mezzi di comunicazione occidentali. Dall’inizio dell’invasione russa, la Crimea è diventata anche una delle basi da cui partono i deliberati attacchi russi contro i civili e le infrastrutture critiche.” Un messaggio molto chiaro e che tiene conto degli eventi che fino a questo momento hanno caratterizzato maggiormente le ostilità tra i due paesi. Il fatto che sia un Leader italiano ad esprimere vicinanza a tutti coloro che hanno intenzione di mantenere la propria sovranità nazionale, è molto importante per dimostrare che la civiltà europea non è disposta a cedere sotto i colpi della prepotenza altrui. 

L’importanza strategica della Crimea per il compimento della conquista dell’Ucraina non è da sottovalutare, vedere un simile evento come una semplice prova di forza dal punto di vista geopolitico non è del tutto corretto. Allo stesso tempo, anche il Donbass gioca un ruolo fondamentale nel conflitto, sebbene non sia l’unico fattore scatenante della guerra.

Per quanto riguarda l’aiuto che il Governo ha intenzione di fornire all’Ucraina, il Premier italiano si è espresso come di seguito, appellandosi all’omologo Zelensky: ”Caro Volodymyr, continueremo ad essere al vostro fianco. Lo farà l’Italia, anche in qualità di presidenza G7, perché il nostro obiettivo è mettere fine a questa guerra e aiutare l’Ucraina nel cammino verso un futuro di pace, libertà e prosperità. Guardare al futuro dell’Ucraina significa anche pensare alla sua ricostruzione, che va sostenuta anche di concerto con le Istituzioni finanziarie internazionali. Intendiamo fare la nostra parte, e nel 2025 ospiteremo in Italia l’Ukraine Recovery Conference. L’unità è la nostra forza, e il popolo ucraino potrà continuare a contare su di noi.” Un messaggio chiaro, da parte di un Primo ministro che non si concentra esclusivamente su armamenti, tacendo dal punto di vista diplomatico. Chi crede infatti che la guerra possa finire soltanto attraverso lo scorrimento di sangue, non sa impegnarsi seriamente sulla risoluzione delle controversie. Chiaramente una trattativa può fallire per una quantità spropositata di ragioni diverse, è bene essere realisti, ma questo non è un motivo valido per accantonare il dialogo. Meloni oggi ha dato un segnale forte, ma sarà l’Ucraina ed il suo apparato governativo a dover fornire un riscontro di fiducia nei confronti del nostro paese e del  Presidente del Consiglio. Se è vero che una tregua si costruisce insieme, allora non si può certo dire che questa possa giungere senza fiducia reciproca ed assunzione delle responsabilità.

Ribadire la propria vicinanza e la propria disponibilità è un modo per mantenere il contatto con una realtà separata dai chilometri ma vicina in termini continentali e sociali, una ragione politica per non abbandonare le proprie posizioni e dimostrare che la presenza di uno Stato – in questo caso di quello italiano – non è mai da sottovalutare e tantomeno scontato.

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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