La premier Giorgia Meloni, prima di concedersi qualche giorno di riposo, ha rilasciato una lunga intervista al settimanale Chi. Anche il Presidente del Consiglio ha diritto e bisogno di staccare un po’ la spina, ma chissà, magari pure a tal proposito qualcuno avverte il dovere di polemizzare. Se la numero uno di Palazzo Chigi lavora sempre, senza interruzioni, è una stakanovista la quale va a sapere cosa vuole dimostrare agli italiani, invece, se la premier, come tanti suoi connazionali, si prende una pausa ad agosto, beh, abbandona il fronte per andare a spassarsela in Puglia con i suoi amici. “Se sei bello, ti tirano le pietre. Se sei brutto, ti tirano le pietre”, così cantava Antoine nel lontano 1967 e così fanno le sinistre nei confronti della destra. Perciò, Giorgia Meloni fa bene a replicare senza sconti alle falsità e alle strumentalizzazioni, e ad ignorare le scemenze vere e proprie, godendosi un momento, seppur breve, di meritato relax. Ma veniamo all’intervista su Chi, nella quale la premier traccia un bilancio sui quasi due anni del Governo e tocca, suo malgrado, anche aspetti della sua vita privata e della sua situazione di mamma single, visto che viene attaccata, vergognosamente, pure su tale piano. Il Presidente del Consiglio non può che esprimere soddisfazione per l’operato del Governo, che, pur essendo sorto in una fase drammatica, fra la fine del Covid e l’inizio della guerra in Ucraina, ha dato avvio a riforme, dal premierato alla Autonomia differenziata, attese da decenni. Riforme avversate da una sinistra che vuole solo conservare lo status quo perché è in esso che il Partito Democratico e i suoi sodali possono mantenere i privilegi e sguazzare senza annegare, indipendentemente dal parere degli elettori. La soddisfazione di Palazzo Chigi è soprattutto quella di avere il consenso degli italiani, assai più importanti delle consorterie partitocratiche di sinistra, per quanto riguarda le riforme succitate e l’azione complessiva dell’esecutivo. Il Governo Meloni, come ha affermato la premier a Chi, di più non poteva fare finora e rimane tanto lavoro da completare, ma, tenendo conto della congiuntura, fino a questo momento si è agito nel migliore modo possibile e l’hanno sottolineato i cittadini alle Europee, rafforzando elettoralmente la maggioranza e Fratelli d’Italia. La spinta inflattiva, provocata dall’aggressione russa in Ucraina, è stata contenuta meglio che in altri Paesi europei, il mercato del lavoro e l’occupazione registrano ogni mese incrementi positivi e l’economia del Belpaese cresce. Considerate le condizioni generali, interne ed internazionali, all’insediamento del Governo, tali successi non erano affatto scontati, ma oggi l’Italia gode di migliore salute rispetto alla Germania, fino a poco tempo fa giudicata come la locomotiva d’Europa. Giorgia Meloni denuncia, a ragione, di essere accusata o perlomeno accostata ad ogni nefandezza, dal naufragio di Cutro ai femminicidi, fino ad arrivare, e qui siamo al completo delirio delle sinistre, alla strage di Bologna. Il neofascismo armato degli anni Settanta-Ottanta già non c’entrava nulla con l’allora destra del Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, una figura politica sempre leale con le Istituzioni repubblicane e detestata proprio dai terroristi neri, per i quali il leader missino invocava addirittura una doppia pena di morte. Certo, in quei tempi le sinistre provavano ad insinuare collusioni fra il MSI e i bombaroli, per ostacolare il cammino di una destra scomoda com’era quella di Almirante, ma ciò non aveva fondamento e senso. E se non aveva senso già fra gli anni Settanta e gli Ottanta mischiare la destra politica al neofascismo terroristico, oggi che credibilità possono mai avere i loschi tentativi volti a confondere la strage di Bologna del 1980, la premier aveva tre anni peraltro, e i NAR di Fioravanti e Mambro con Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni? PD e radical-chic, come sostiene il Presidente del Consiglio su Chi, non hanno ancora superato lo shock delle Politiche del 2022, che hanno aperto le porte di Palazzo Chigi alla destra e in particolare ad una donna di destra, la quale, per emergere ed avanzare, non ha avuto bisogno di quote rosa o concessioni speciali da parte dei maschi, rivelando una maggiore emancipazione rispetto al gentil sesso di sinistra, che si riempie quotidianamente la bocca di diritti e valori del femminismo. La premier Meloni, conversando con il settimanale Chi, è stata costretta, a causa di commenti e illazioni sgradevoli, a fare qualche precisazione circa il suo privato. Come è noto, vi è stato da ridire persino sul fatto che il Presidente del Consiglio abbia portato con sé in Cina, in occasione del vertice con Xi Jinping e altri esponenti di primo piano della Repubblica popolare, la figlia Ginevra. Giorgia Meloni è stata via quasi una settimana e cosa avrebbe dovuto fare? Lasciare la bimba ad una babysitter o a degli amici? In tal caso, tornando alla canzone di Antoine, si sarebbe detto che la leader di destra Meloni, la quale parla sempre di famiglia, si fa crescere i figli da altri. La premier, recandosi in Cina con la piccola Ginevra, ha dimostrato come gli incarichi istituzionali siano compatibili con la maternità e che non ci possano essere preclusioni in tale ambito nei confronti delle donne. Nonostante i parolai rossi e il femminismo ideologico di sinistra, che credono di avere l’esclusiva sui diritti, la destra è più avanti.