“Quest’anno le celebrazioni per la Giornata della Memoria segnano gli ottant’anni dalla liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. In questo lungo periodo di tempo, molto è stato fatto per comprendere a fondo quell’orrore, quella vertigine di dolore e di tragedia in cui sprofondò l’umanità, ma non si deve in nessun modo diminuire l’impegno in questo senso. Per questo, la Memoria e il racconto dei testimoni restano fondamentali, perché l’antisemitismo è un morbo antico, difficile da debellare che silenziosamente sopravvive negli ambiti più oscuri e remoti della nostra società, per poi improvvisamente riemergere. Lo abbiamo visto con quanto è accaduto dopo l’eccidio del 7 ottobre che ha dato ignominiosamente voce a parole e gesti che ritenevamo per sempre banditi. Per questo oggi, anche a distanza di 80 anni, contro l’antisemitismo vecchio e nuovo occorre rinnovare la Memoria della Shoah, raccogliendo il monito che la senatrice a vita Liliana Segre ha lanciato qualche giorno fa. No, non dovrà esserci un tempo in cui della Shoah non si parli più. Dovrà piuttosto esserci un tempo in cui l’antisemitismo non avrà più voce. Ed allora potremo dire che finalmente l’umanità avrà davvero superato l’aberrazione che portò a quell’abisso di infamia”.
Lo dichiara il presidente dei senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan.