Giorno del Ricordo. Meloni: “Abbracciamo gli italiani due volte, per nascita e per scelta”

Ricordare significa riportare al cuore, ovvero ricondurre ciò che ci è più caro al centro di noi. Noi oggi riportiamo al cuore centinaia di migliaia di storie e restituiamo loro la dignità che meritano. Oggi onoriamo la memoria dei martiri delle foibe e torniamo ad abbracciare tutti i nostri connazionali che decisero di abbandonare tutto pur di non rinunciare alla propria identità. Italiani due volte, per nascita e per scelta”. Così, nella nota diffusa da Palazzo Chigi in occasione del Giorno del Ricordo, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Che aggiunge: “in questa giornata, riportiamo al cuore ogni singola storia di quella tragedia e rinnoviamo una promessa solenne: continueremo a scrivere nuove pagine e a raccontare alle giovani generazioni ciò che è successo ai fiumani, agli istriani e ai dalmati. Perché la loro storia non è una storia che appartiene ad una porzione di confine o a quel che resta delle comunità degli esuli ma è patrimonio di tutta la Nazione. È una storia che ha sconfitto la congiura del silenzio e che nessun tentativo negazionista o giustificazionista potrà mai più nascondere o cancellare”.

Alle sue parole fanno eco quelle del presidente del Senato Ignazio La Russa, secondo cui “l’eccidio delle Foibe e l’esodo sono stati ignorati per troppo tempo. Grazie all’iniziativa di Roberto Menia dal 2004, con l’istituzione del Giorno del Ricordo, questa pagina di storia ha finalmente riacquistato dignità” e “la memoria di quelle sofferenze è tornata a far parte della coscienza nazionale”. A sua volta Tommaso Foti ha fatto presente che il Giorno del Ricordo deve rappresentare un “monito universale contro indifferenza e negazionismo”. Oggi “ricordiamo con profonda commozione l’esodo forzato di oltre 350 mila italiani da Istria, Fiume e Dalmazia e le migliaia di  uomini, donne, anziani e bambini che furono brutalmente uccisi e gettati vivi nelle foibe in un abisso non solo fisico di disumanità e ferocia. Troppo a lungo quella delle persecuzioni perpetrate dal regime comunista di Tito è stata una pagina di storia dimenticata, ignorata anche nei libri di testo. Il silenzio e la rimozione della memoria sono una seconda condanna per le vittime e per i loro familiari” afferma il ministro per gli Affari europei, le Politiche di coesione e il PNRR. Che conclude: “abbiamo il dovere di portare avanti una pacificazione nazionale su questa parte di storia dimenticata e trasmetterla alle giovani generazioni, affinché simili barbarie non si ripetano mai più”.

In un messaggio sui social il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani sottolinea che “il Giorno del Ricordo non è mera ricorrenza ma giusta memoria di una tragedia italiana” che ha colpito migliaia di persone “su cui gravava una sola colpa: essere italiani”. Un pensiero ai “massacri delle foibe e l’esodo, pagine che non devono ingiallire perché la storia non si ripeta” lo ha scritto sui social il ministro del Turismo Daniela Santanché, mentre Nello Musumeci ha ricordato che “il dolore più lacerante dei profughi fu procurato dal lungo silenzio dello Stato italiano su tanta tragedia. Quella verità taciuta sulle atrocità del comunismo  –  ha concluso il ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare – resta una delle pagine più vergognose della nostra storia contemporanea”. A sua volta il sottosegretario all’Istruzione e al merito Paola Frassinetti ha ricordato che “nella legge del Giorno del Ricordo è previsto che nelle scuole si parli di questa immane tragedia”, per “fare in modo che sempre più giovani vengano a conoscenza della tragedia delle foibe e dell’esodo, per troppi anni occultate e dimenticate” mentre il vice ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Maria Teresa Bellucci ha fatto riferimento alla necessità di “ricordare con rispetto e consapevolezza, affinché il passato ci insegni il valore della memoria e della pace”. Il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera Galeazzo Bignami ha dal canto suo rivolto un pensiero ai “connazionali delle sponde adriatiche costretti a lasciare le loro case inseguiti dall’odio comunista”, mentre il collega Gianluca Caramanna ha fatto presente che “è dovere di tutti noi riportare alla luce pagine di storia per troppi anni taciute e nascoste. Pagine di storia che gridano verità e giustizia. Lavoriamo affinché non ci sia più indifferenza e odio e che le nuove generazioni possano ben comprendere il senso profondo delle proprie radici e difenderle”. Per il senatore di Fratelli d’Italia Giorgio Salvitti, infine, “raccontare quanto accadde, farlo nel Giorno del Ricordo e non solo, è l’unica strada per non calpestare la memoria di quanti subirono quell’odio sciagurato”.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

1 commento

  1. Parole sante caro Presidente, soltanto la sinistra più becera ancora non vuole riconoscere l’immane tragedia che una parte consistente di nostri connazionali, circa 350000 persone,ha dovuto sostenere tra infoibati ed esodati. Purtroppo a tutt’oggi le vestali della resistenza, vedi anpi, non ne vogliono sapere.

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