“Dopo le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, i negazionisti e i revisionisti che si celano dietro tante sigle di sinistra che per decenni hanno cercato di cancellare dalla storia la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo giuliano dalmata, non possono più essere finanziati con i soldi pubblici. Aggiungo che le associazioni che organizzano incontri e dibattiti per insabbiare le atrocità commesse dai partigiani comunisti titini, non sono degne di ricevere patrocini pubblici o essere ospitate in luoghi istituzionali”.
A lanciare l’appello alle istituzioni locali è il senatore Raffaele Speranzon, vicepresidente vicario del gruppo di Fratelli d’Italia al Senato che, all’indomani delle incisive parole del Presidente della Repubblica in merito alla storia negata delle Foibe, rimarca la sua ferma posizione verso quella galassia di associazioni che vorrebbero cancellarne la storia.
“Mi attiverò affinché i gruppi di FdI in tutti i consigli comunali presentino una mozione al riguardo” prosegue Speranzon, che rilancia sul punto dei tagli ai contributi: “Non possiamo pagare con i soldi pubblici chi continua a nascondere le enormi responsabilità dei comunisti in quelle terre: quelle risorse siano dirottate verso le manifestazioni commemorative, culturali e divulgative che celebrano il Giorno del Ricordo. Non dimenticando l’efferata pulizia etnica fatta verso i civili italiani dai partigiani comunisti jugoslavi e ricordando anche la vergogna dei comunisti italiani che dopo aver simpatizzato per i loro compagni jugoslavi infoibatori, hanno prima discriminato i profughi giuliano dalmati e poi per decenni insabbiato il dramma spaventoso vissuto da nostri connazionali, presentando anche oggi iniziative editoriali inaccettabili con le quali si offende la memoria di Norma Cossetto, e in generale delle vittime giuliano dalmate. Tutto questo per nascondere – conclude Speranzon – i crimini del comunismo internazionale, di cui la vicenda delle Foibe e dell’esodo rappresenta il capitolo italiano, che ha insanguinato il mondo con decine di milioni di vittime”.