Giubileo. Rampelli (FdI): Tensostruttura, zero a zero, palla al centro

“L’eliminazione della tensostruttura dall’abominevole localizzazione di Piazza dei Cinquecento, è un recupero disperato di un goal in fuori gioco realizzato dal Campidoglio. Non una vittoria per la città ma almeno un pareggio, perché i senza fissa dimora che prima venivano strumentalmente esibiti senza pietà in mezzo alla piazza, oggi vengono solo nascosti sotto il tappeto, a 200 metri dal fronte stazione.
Noi ci siamo opposti alla tensostruttura in strada perché era e resta un’idea cinica e irrispettosa degli ospiti e della città, ma tuttora mi domando quale sia l’idea di fondo a suo sostegno, cosa si sarebbe voluto dimostrare, quale sia l’obiettivo finale. Quando prendono forma scelte incomprensibili occorre domandarsi sempre: cui prodest?
Nessuno ha voluto porsi questa domanda, dunque non è stata formulata una risposta. Tuttavia con Monsignor Di Liegro, due decenni fa Direttore della Caritas, si era giunti alla soluzione strategica: eliminare grandi centri con ingestibili concentrazioni di immigrati perché non creano le condizioni ideali per l’integrazione con la comunità autoctona cioè realizzarne un numero maggiore con poche decine di ospiti equamente distribuiti sul territorio della regione. Operazione che costerebbe pochi milioni di euro, a fronte di sprechi seriali di denaro e cibo, che nascondono interessi economici stellari, soluzione che avrebbe rispetto per i senza fissa dimora ma anche per gli operatori sociali, i cittadini, le famiglie, le imprese dell’Esquilino che non ce la fanno più, avvolti nel degrado, costretti a vivere immersi nell’illegalità e in condizioni igienico sanitarie proibitive. Perché il sindaco di Roma non costruisce questa soluzione e non si preoccupa di tutte le famiglie che pagano le tasse, anche di quelle che non risiedono nei ‘quartieri bene’?
Perché non si stabilisce una volta e per sempre che la vocazione del quadrante che orbita tra il Palatino, il Colosseo, la Domus Aurea, le Terme di Traiano e Diocleziano, la Chiesa di San Clemente, il Museo storico romano, il Teatro dell’Opera, la Basilica di Santa Maria Maggiore, il rione umbertino, la Porta Magica di Piazza Vittorio e quella Maggiore di Santa Croce con la sua Basilica, quella di San Giovanni, la Grande meravigliosa Stazione capolavoro del razionalismo italiano, le Mura serviane e quelle aureliane, la fontana delle Pleiadi e i portici di Piazza Esedra, Santa Maria degli Angeli eccetera è SOLO e SOLTANTO turistico culturale? Il polo culturale paleocristiano, romano e dello Stato unitario laico, anche con i mille presidi di cristianità presenti sulla Riva sinistra del Tevere, costituiscono l’identità fondante dell’Italia, completata dopo la Breccia di Porta Pia con ciò che risiede sulla Riva destra, intorno a Città del Vaticano.
C’è per caso un orizzonte di trasformazione della Riva sinistra in città dell’accoglienza? Il Campidoglio risponda a questo quesito. Perché se questo è il disegno lo si deve dichiarare con correttezza, deve essere fonte di dibattito politico e culturale, non può essere un inciampo ricorrente che vede costretta la destra politica romana a scendere di volta in volta in campo per ribadire che si deve passare sul proprio cadavere per realizzarlo.
La porta centrale della capitale è per definizione il suo passaporto, in ciò che le sta intorno si riassume il 30% dei beni culturali e dell’intera nazione e il 10% del mondo intero. Vade retro, business dell’accoglienza! L’universalità del messaggio della Roma antica, laica e cristiana si riassume qui.

La tensostruttura dunque non ci sarà, è stata tirata in secco, vivrà in diversi modi poco più in là, in Via Marsala, e sarà provvisoria… La destra ha demolito l’icona -la tensostruttura a cielo aperto- voluta da chi fa bene accoglienza, ma malissimo gli interessi dell’identità e della socialità. Ma la sfida tra questi due modelli è solo rinviata: equa distribuzione con minimi impatti per tutti i quartieri contro grandi concentrazioni a ridosso di Esquilino, Monti e Castro Pretorio per trasformare il centro storico della Riva sinistra in Hub industriale dell’accoglienza”. È quanto scrive sulla sua bacheca Facebook il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia

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