Giurì d’onore popolare? Magari!

Deve essere stato punto nell’orgoglio il buon Giuseppe Conte quando, la settimana scorsa, Giorgia Meloni lo ha inchiodato alle sue responsabilità nell’Aula del Senato. Un colpo ben assestato, che il mai rimpianto ex Presidente del Consiglio ha assorbito con fatica, dando luogo a reazioni scomposte e uscite fuori luogo, fino al colpo di teatro di oggi: la richiesta di un giurì d’onore al Presidente della Camera per stabilire la verità sulla vicenda MES.

Andiamo per ordine, partendo un po’ da lontano, e spiegando in breve cos’è (o cosa dovrebbe essere) il Meccanismo Europeo di Stabilità.

A partire dal 2006 e negli anni successivi, una gravissima crisi finanziaria, partita dagli Stati Uniti, ha coinvolto tutte le economie mondiali. Qualche anno dopo gli Stati europei, anche a causa dei sostegni forniti alle banche per far fronte alla crisi finanziaria, entrano in una spirale di crisi del debito. E il MES è proprio il rimedio partorito dall’Europa per far fronte alla crisi del debito degli stati sovrani. Con un però…

Il però è che il MES avrebbe dovuto essere l’evoluzione del Fondo Salva Stati in contemporanea all’emissione dei cosiddetti eurobond, ideati e proposti dall’allora Ministro dell’economia Giulio Tremonti e fatti propri sia da Jean-Claude Juncker, presidente dell’eurogruppo, che dagli altri stati membri. La soluzione europea per uscire dalla crisi era dunque chiarissima: introduzione del MES (in funzione di fondo salva stati) e contemporanea emissione di Eurobond.
E questa era anche la condizione che il Governo italiano di allora (Governo Berlusconi IV, l’ultimo ad essere eletto dal popolo prima di quello attuale) aveva posto come irrinunciabile per la ratifica finale del MES.

Come sappiamo, la storia è andata in maniera diversa. L’enorme esposizione delle banche francesi, ma soprattutto tedesche, fu il pretesto per far saltare il banco e, soprattutto, il governo italiano. Gli eurobond scomparvero dall’agenda e si sostanziò la revisione del MES, che più che fondo salva stati si adattò ad essere un fondo salva banche. La revisione si concluse all’inizio del 2012, quando Presidente del Consiglio era già da qualche mese Mario Monti, e il Parlamento italiano lo approvò il luglio successivo.

Per tornare ai nostri giorni, l’attualità ci propone ora la ratifica della riforma del MES. Questione in sospeso da qualche mese, così come la revisione delle regole del patto di stabilità. Non è particolarmente difficile comprendere come le due cose siano da considerare un unico pacchetto, l’approvazione del quale dovrebbe essere il risultato di mediazioni su entrambi i fronti. Ed è anche per questo che il Governo italiano sta lavorando per ottenere un risultato complessivo che possa garantire condizioni migliori delle attuali all’Italia. Ma siccome c’è sempre chi si dimostra italiano solo esibendo la carta d’identità e non nei fatti, ecco che a sinistra tutti premono per l’approvazione, senza condizioni, del nuovo MES. Addirittura qualcuno ha invitato il Governo a utilizzarlo. Posizioni che, senza alcun dubbio, arrecherebbero un danno all’Italia, come ben spiegato da Giorgia Meloni in Parlamento.

Ed ecco Giuseppe Conte e il Movimento 5 stelle. Lacché delle burocrazie europee quando in maggioranza, alla disperata ricerca di visibilità ora, all’opposizione e in vista delle prossime elezioni europee. Oggi il buon Giuseppi si professa contro il MES, rivendicando di esserlo sempre stato e provando ad ammantare una verginità inesistente. Ricordiamo che nel gennaio 2021 il Ministro degli affari esteri Luigi Di Maio, ministro del Governo Conte II, ha autorizzato via fax il nostro rappresentante permanente presso l’Unione europea a firmare l’accordo di modifica del trattato che istituisce il Meccanismo europeo di stabilità. Erano i giorni della crisi di Governo, con la maggioranza rosso-verde che già si era sfaldata, con un Governo che non aveva mai avuto il mandato popolare e che si ritrovava a non avere nemmeno più il mandato parlamentare. Un Governo delegittimato in tutto e per tutto, che ha autorizzato una modifica di un trattato di importanza quasi capitale per il nostro Paese. Ecco, noi lo abbiamo ricordato in queste due righe, la Meloni lo ha ricordato a tutti gli italiani. Probabilmente è per questo che Giuseppi si è un po’ risentito, d’altra parte figure così indecenti non sono facili da digerire.

Un consiglio però ci sentiamo di darlo al buon Conte, permettendoci anche un tono leggermente paterno: caro Giuseppe, non te ne avere a male; la tua immagine non è stata compromessa dall’aver svelato questa nefandezza, che aggiunge solo poco a quanto da te già fatto. Sei già famoso per il superbonus, per i banchi a rotelle, per averci richiuso dentro casa a tempo indeterminato, per aver liberato decine e decine di mafiosi, per la spregiudicatezza con cui hai calpestato la Costituzione. Se ti è dispiaciuto che la Meloni abbia utilizzato l’espressione a te più cara, “con il favore delle tenebre”, non esagerare nella reazione; avresti potuto anche evitare di legarci mani e piedi mentre avevi già fatto gli scatoloni per lasciare Palazzo Chigi. E visto che guidi il Movimento 5 stelle, che è (era) solito rivolgersi al popolo per prendere decisioni, ti facciamo questa bella proposta: invece che ricorrere al giurì d’onore in Parlamento, chiedi agli italiani se siano contenti della ratifica del nuovo MES. Un bel giurì d’Onore popolare, che ne dici? Senti correre un brivido dietro la schiena? Mica sarà paura, vero?

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3 Commenti

  1. Mi associo, grandissimo Emiliano. Anche perchè – nella mia ignoranza – è la prima volta che mi sembra di capire qualcosa di codesto MES, e di solito quando una questione è poco chiara nasconde qualche imbroglio.
    Non mi stupisce che ladri di polli come i 5stelle cerchino di rimestare nel torbido.
    Ma la diffidenza verso il MES permane. Mi sembra sia uno dei tanti strumenti per stornare verso l’UE debiti di banche o di Stati membri, con il risultato di soggiogare ancora di più le politiche economiche di tali Stati al direttorio europeo.
    Il problema è sempre lo stesso: se vogliamo governare con il debito prima o poi diventeremo schiavi.
    Tagliate le spese, tagliate, tagliate!

    Con affetto

    Alessandro

  2. L’avvocato degli enormi sprechi di denaro pubblico perpetrati durante il mandato, che ora ogni cittadino dovrá sborsare con gli interessi maggiorati! Denaro pubblico buttato, sprecato, bruciato, buttato al vento,solo per un miserevole tornaconto, ovverosia una manciata di voti che i cittadini pagheranno cara!

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