“Apprendo con stupore e perplessità l’iniziativa dell’Ordine degli avvocati di Padova che ha diramato alcune linee guida ai suoi iscritti per favorire la diffusione di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere. Le battaglie per la parità tra uomo e donna non si vincono imponendo l’uso dei termini come sindaca, notaia e avvocata o sostituendo a più non posso il termine uomo con equivalenti che includano persone dei due generi. Pare inoltre singolare che i vertici dell’Ordine degli avvocati di Padova, con una deriva che definirei boldriniana, si concentrino su questioni lessicali all’insegna del politicamente corretto quando l’avvocatura vive una delle crisi più profonde della sua storia, con le iscrizioni alla facoltà di giurisprudenza scese a livelli allarmanti e con il numero di avvocati, tra cui spicca una imponente percentuale di donne, che si cancellano dagli Ordini, superando quello dei nuovi iscritti”.
Lo dichiara Susanna Donatella Campione, senatore di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama.