Più garanzie per donne, disabili, minori e tutti coloro che finora non hanno avuto le adeguate tutele pur essendo vittima di reato domestico in ambito familiare. È lo scopo della proposta di legge a prima firma di Daniela Dondi, deputato di Fratelli D’Italia in Commissione Giustizia, che oggi in conferenza stampa alla Camera ha spiegato il senso e la necessità di questo intervento legislativo. “Con questa mia proposta di legge – ha detto Dondi – andiamo a superare le illogicità evidenziate dalla sentenza del 2015 della Corte Costituzionale, che ha incidentalmente riconosciuto il carattere anacronistico del primo comma dell’articolo 649 del Codice Penale. La formulazione attuale della disposizione normativa sottrae di fatto alla punibilità alcune categorie di persone anche a fronte di fatti gravi, anche quando la volontà della vittima sarebbe quella di rendere il fatto perseguibile penalmente. Con la modifica dell’articolo 649 – attraverso la previsione della punibilità a querela della persona offesa – garantiamo così una maggiore tutela della vittima di reato patrimoniale in ambito domestico, rimettendo a lei la valutazione sull’opportunità di ricorrere all’intervento del giudice. Era infatti necessario cambiare il quadro normativo, frutto di un periodo storico e culturale diverso rispetto a quello attuale. Grazie a questa pdl rimuoviamo ogni ostacolo che impedisce il diritto alla giustizia da parte delle vittime di reati endofamiliari, tanto più se con ridotta capacità di difesa, come i disabili”. Durante l’evento sono anche intervenuti: Sandro Raimondi, procuratore della Repubblica di Trento, Antonio Felice Uricchio, presidente Anvur, Massimiliano De Toma, Presidente dell’Associazione MetaM, Saveria Mobrici, Presidente della Camera Penale Militare, e Francesco Comellini, componente del CTS dell’Osservatorio Permanente sulla Disabilità.