Giustizia, Mattarella: “Riforme necessarie”. Meloni: “Sorteggio membri Csm per spezzare correntismo”

Il tempo diventa relativo quando si è di fronte alla giustizia italiana. Molto c’è da fare e molto male è stato fatto in passato, soprattutto dall’ultimo governo a trazione giallorossa. Comunque la si veda, in questo ambito, le riforme appaiono necessarie. Lo ha ribadito questa mattina il Presidente della Repubblica Mattarella, intervenendo al plenum straordinario del Csm, il primo a cui prende parte anche il nuovo ministro della Giustizia, Marta Cartabia, a quasi due anni dal caso Palamara.
Da allora molte sono state le promesse di una riforma del Csm. Ma la nuova norma ancora non c’è. Ecco allora che il Capo dello Stato lancia un nuovo appello, fiducioso che il ministro appena insediato e il Parlamento giungano a un passo in più. Un passo in avanti. Chiamatelo anche cambio di passo, se volete. Ma il punto centrale è che una nuova strada per la giustizia italiana è necessaria e va tracciata sul selciato della politica.
“La guida del ministero della Giustizia è sempre di importanza primaria nella vita delle istituzioni del nostro Paese e lo è particolarmente in questo periodo, sia per gli adempimenti nell’ambito del Recovery Plan sul settore della giustizia, sia per quanto riguarda le attese di necessari e importanti interventi riformatori oggetto di confronto in Parlamento”, ha spiegato Mattarella. Poco prima il vicepresidente dell’organo di autogoverno dei giudici, David Ermini, aveva assicurato che il suo Csm sarà un interlocutore attento, leale e aperto al cambiamento. Mentre ancora imperversano le polemiche sul caso Palamara, l’ex deputato Pd ha rivolto al ministro l’invito a ritornare in plenum per un confronto sulle proposte di riforma, per poterle esprimere il punto di vista consiliare e fornire “il nostro apporto affinché all’ordine giudiziario siano restituiti prestigio e credibilità”. “Lo faremo senz’altro”, ha replicato il Guardasigilli, che ha annunciato nelle scorse settimane la sua intenzione di mantenere il testo base dei ddl di riforma del Csm e del processo penale del predecessore Bonafede (purtroppo) e di intervenire su questi con modifiche affidate a suoi emendamenti.
Sul tema di modifica del Csm interviene, a stretto giro di posta, anche il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Il suo commento è chiaro: “Condividiamo le parole pronunciate dal presidente della Repubblica Mattarella davanti al plenum straordinario del Csm: le riforme della giustizia sono necessarie e attese”. Poi la leader di Fdi aggiunge: “Abbiamo incontrato nei giorni scorsi il ministro Cartabia e abbiamo presentato un pacchetto di proposte sul quale siamo pronti a confrontarci in Parlamento. A partire dalla riforma dell’organo di autogoverno dei magistrati: noi crediamo che il sorteggio dei membri del Csm sia l’unico strumento per spezzare il correntismo e il sistema della lottizzazione, che hanno pesantemente minato la fiducia degli italiani”. È necessario per Meloni dire basta alle porte girevoli tra magistratura e politica e rendere effettiva la responsabilità civile dei magistrati. Poi conclude: “I cittadini si aspettano riforme coraggiose e capaci di dare all’Italia una giustizia più giusta e più autorevole. Fratelli d’Italia c’è ed è pronta a dare il suo contributo a 360 gradi, dalla stabilizzazione della magistratura onoraria alle necessità di aumentare le risorse dedicate alla giustizia nel Recovery Plan”.
Le idee del partito per migliorare la magistratura non mancano. Solo qualche giorno fa a presentare il pacchetto di proposte, dopo l’incontro con il ministro della Giustizia, era stata proprio la leader di FdI insieme ai capigruppo alla Camera e al Senato, Francesco Lollobrigida e Luca Ciriani, e al responsabile Giustizia Andrea Delmastro. L’obiettivo centrale del piano presentato da FdI è rifondare, da capo, la legge delega su giustizia penale e Csm. E poi aumentare dall’1% al 5% le risorse nel Recovery Plan destinate alla giustizia. Un vasto pacchetto che prevede anche l’aumento della pianta organica di tribunali, procure e cancellerie e la stabilizzazione della magistratura onoraria, che oggi redige oltre un terzo delle sentenze e svolge le funzioni requirenti in oltre il 90% delle udienze monocratiche.
Serve, poi, un nuovo piano di edilizia carceraria e l’aumento organico degli agenti della polizia penitenziaria. Un punto fondamentale per Fratelli d’Italia è chiudere ogni spiraglio allo svuota-carceri e dire no ad ogni provvedimento volto ad ampliare le misure alternative, che erodono la certezza della pena in fase esecutiva. Un altro nodo da sciogliere per FdI rimane la revisione del reato di tortura, che nell’attuale formulazioni consegna le Forze dell’Ordine nelle mani di eventuali calunnie per una fattispecie sfuggente ed ambigua. Poi, la velocizzazione della giustizia civile: digitalizzazione, aumento dell’organico e implementazione della trattazione scritta delle cause civili che consentirebbero il deposito telematico. Tutte le ricerche ci raccontano che la lentezza in questo campo è una delle principali ragioni che scoraggiano investimenti, anche stranieri, in Italia. Infine, la cancellazione del Tribunale dei minorenni, attraverso l’istituzione di sezioni specializzate presso ogni tribunale ordinario per spezzare il sistema che ha dato origine allo scandalo degli affidi illeciti di minori a Bibbiano. La riforma della giustizia è, insomma, necessaria. E anche il più disincantato deve crederci, almeno per un’ultima volta. Da vero patriota.

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Michele Di Lollo
Michele Di Lollo
Classe 1987. Laureato in Scienze Politiche all’Università Luiss. Innamorato della Lazio e degli Stati Uniti d’America (in particolare di New York).

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