Giustizia: Meloni, non è politica contro magistratura, ma alcuni giudici ideologizzati

“Io ho rispetto per la magistratura, ho cominciato a fare politica quando hanno ucciso Paolo Borsellino. Non cadrò mai nella trappola del racconto della politica contro la magistratura, io sto sempre nel racconto delle brave persone che devono darsi una mano a far camminare lo Stato italiano. E quindi distinguo i pochi magistrati secondo me molto ideologizzati, dalla stragrande maggioranza di una magistratura che cerca di fare il suo lavoro in condizioni di difficoltà, distinguo molto bene. Ma una cosa la devo dire.

Non ho sentito Magistratura democratica quando il Pd fece l’attuale legge elettorale, ma io fui l’unica, con Fratelli d’Italia a presentare gli emendamenti per introdurre le preferenze perché ero contraria alle liste bloccate, non ricordo i plausi di Magistratura democratica, dopodiché per me i cittadini devono poter esprimere il loro parere. Il punto è un altro. Il punto è, nel momento in cui io ritengo che questa classe dirigente, questa classe politica non sia adeguata, ritengo anche di dovermi sostituire a quella classe politica?. Questa è la domanda che noi dobbiamo farci. Ritengo anche di doverci sostituire al Parlamento?. Allora però questa è la materia sulla quale ogni tanto, vedi la vicenda di alcuni giudizi sulla questione Albania, a me pare che si trascini un po’”.

Pensieri e parola della premier Giorgia Meloni, ospite a ‘Quarta Repubblica’ su Retequattro. “Però – ha aggiunto – ricordo che esiste già nel regolamento comportamentale dei magistrati una norma che dice che tu non dovresti esprimere opinioni su materie che sono oggetto di quello che stai trattando, cioè se io avessi domani un magistrato che dice dobbiamo chiudere Quarta Repubblica di Nicola Porro, poi non sarebbe quello il giudice giusto, imparziale per decidere in un tribunale. Poi alcuni si agitano perché effettivamente c’è qualcuno che ha un po’ esagerato e che quindi con una norma del genere avrebbe difficoltà a trattare alcune materie. Su tutte, a me ne ha colpito solamente una, non il magistrato che diceva che io sono pericolosa. Mi imbatto in questo post pubblicato da uno tra l’altro dei magistrati che non hanno convalidato i trattenimenti in Albania, due anni fa io pubblico un post sul primo giorno di scuola di mia figlia, pubblico una foto di me e mia figlia che camminiamo di spalle e avevo scritto un testo dedicato a mia figlia che tra le altre cose diceva, ‘ricorda che non saranno né la rabbia, né l’ambizione, né l’ego a darti la forza per affrontare la vita, sarà solo l’amore’. E il giudice scrive sotto al mio post, lo pubblica scrivendo, ‘ah non sono l’ambizione, l’ego e la rabbia a muoverla con quel vocione rabbioso?’. Lei capisce che il dubbio dell’imparzialità in quel caso è lecito che venga”.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Leggi anche

Articoli correlati