Giustizia, passa la riforma in Cdm: separazione delle carriere e novità per il CSM. L’annuncio di Giorgia Meloni

Un “risultato epocale”: così Giorgia Meloni ha annunciato tramite i suoi profili social la nuova riforma della Giustizia, voluta e approvata dal centrodestra. Una riforma attesa da decenni e che finalmente introduce la tanto vituperata separazione delle carriere. L’ennesima promessa mantenuta da Fratelli d’Italia: l’ha detto chiaramente nel suo videomessaggio, sottolineando il fatto che “nel programma di centrodestra – ha spiegato – noi avevamo scritto che avremmo riformato la giustizia e oggi il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge costituzionale per avere finalmente una giustizia più equa e più efficiente”. Una giustizia realmente indipendente, che sappia superare le divisioni correntizie che hanno compromesso la sua autonomia, che dovrebbe essere, secondo la Costituzione, garanzia dei diritti del cittadino. “In molti – ha spiegato Giorgia Meloni – hanno detto e scritto in questi mesi che non avremmo mai avuto il coraggio di presentare questa riforma, che è una riforma attesa da decenni. Evidentemente non conoscono la nostra determinazione”. E questo, perché “quando è giusto fare qualcosa nell’interesse dell’Italia e degli italiani, noi semplicemente lo facciamo”.

Le tre novità della giustizia

La legge approvata in Cdm e che ora attende il sì del Parlamento, prevede tre importanti novità: la prima, epocale, è la già citata separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri. Una novità assoluta nell’ordinamento italiano, che vede finalmente distinguere in modo netto la carriera di chi giudica da quella di chi indaga, evitando così possibili e frequenti conflitti di interessi. Si renderà, così, “più equilibrato il rapporto tra difesa e accusa nel corso del processo”. La seconda novità invece è sulla scelta dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura. Con le attuali modalità di formazione, infatti, il CSM, l’organo di autogoverno della giustizia, è stato pervaso e logorato da correnti interne che hanno penalizzato chiaramente quel principio di indipendenza della magistratura sancito dalla Costituzione. Una situazione che, secondo il Presidente del Consiglio, “ha penalizzato quella stragrande maggioranza di magistrati che vogliono solamente fare bene il loro lavoro senza per questo doversi piegare alla logica delle dinamiche politiche o delle dinamiche correntizie”. Il nuovo meccanismo di selezione previsto dal governo seguirà per questo la strada del sorteggio, per evitare qualsiasi tipo di influenza sulla scelta dei membri del CSM; le modalità, poi, “saranno stabilite dalla legge”. La terza novità prevista dal Cdm prevede l’inserimento di un nuovo organismo indipendente, l’Alta Corte Disciplinare, che “avrà il compito di esprimersi sugli illeciti dei magistrati”, una prerogativa che, fino ad oggi, era riservata proprio al CSM e che gli è stata sottratta, proprio in virtù di quella ricerca di indipendenza per la magistratura: chiaramente, anche questa attività era stata assoggettata alle logiche correntizie che avevano destrutturato il CSM, comportando così poca uniformità nei giudizi.

Meloni: “Ridare fiducia nella magistratura”

Per Giorgia Meloni, si tratta di una riforma “giusta, necessaria, storica, che si aggiunge alle altre riforme che questo governo ha già varato come la riforma del fisco e la riforma istituzionale”. L’Italia ha bisogno di giustizia, ha bisogno di riscoprire quella fiducia nei giudici che, a causa di correnti logoranti e motivazioni troppo spesso politiche, è andata perduta negli ultimi anni: l’obiettivo del centrodestra è infatti quello di “ridare piena fiducia agli italiani nella magistratura assicurando i principi di indipendenza e parità tra accusa e difesa”. Giorgia Meloni è convinta: “Continueremo così – ha detto –, perché in questa Nazione le cose che non funzionano bene, vanno cambiate. E più cercheremo di cambiarle, più le forze dell’opposizione si muoveranno contro di noi. Ma – ha aggiunto – non abbiamo paura: noi siamo qui per fare quello che va fatto, e alla fine di questo lavoro – ha concluso – saranno i cittadini a doverci giudicare”.

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