È stato un ruandese, il cui permesso di soggiorno era scaduto nel 2019 e che aveva chiesto di essere regolarizzatodopo che in varie occasioni gli era già stato negato lo status di rifugiato, ad aver appiccato il fuoco che ha devastato la chiesa di San Pietro e Paolo di Nantes.
L’uomo, fermato una prima volta e poi rilasciato, ha confessato di essere lui il responsabile del rogo che ha danneggiato la cattedrale del XV secolo. Rischia una pena di 10 anni di carcere.
Fermato di nuovo questo fine settimana per essere nuovamente sottoposto a interrogatorio, il volontario che prestava servizio per la curia, ha ammesso la responsabilità dell’incendio, come ha confermato il suo avvocato, Quentin Chabert. “Ha confessato e si rammarica dei fatti. Questo è certo. È pentito”.
Il procuratore di Nantes ha spiegato che il 39enne ha acceso tre fuochi: due agli organi della cattedrale e uno a un quadro elettrico. Il movente resta sconosciuto.Ora rischia una pena di dieci anni di carcere.