Gli scioperi a corrente alternata: sindacati in piazza solo quando non governa la sinistra

Una nuova ricaduta di “scioperite”, come è stata definita, quella dei sindacati che indicono uno sciopero generale e generalizzato contro la manovra finanziaria del

Ci ritroviamo oggi di fatto nel paradossale attacco da parte dei sindacati al Governo che viene accusato di limitare i diritti di sciopero attraverso la semplice (e legittima) applicazione di una legge del 1990 e di una conseguente delibera della Commissione di garanzia sugli scioperi che legifera sull'esercizio del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali, che, oltretutto, i sindacati hanno sempre pacificamente accettato.

Il sospetto che questa febbre da sciopero contro i governi di centrodestra incida sulla lucidità delle decisioni dei sindacati sembra confermato dal numero degli scioperi indetti sotto i diversi governi di centrosinistra e centrodestra con un palese vantaggio a favore dei primi. Un atteggiamento che Fratelli d'Itali condanna. La strumentalizzazione di un sindacato è un atteggiamento anticostituzionale. Manovrare l'opinione pubblica sfruttando il vessillo dei diritti dei lavoratori per perorare un governo piuttosto che un altro mina le fondamenta di una Repubblica fondata sul .

Lasciando aperta l'ipotesi che sia una semplice coincidenza l'aumento della frequenza degli scioperi sindacali sotto i governi di centrodestra, rimangono dubbi sull'approccio ideologico attuato dai sindacati contro il Governo – un governo di centrodestra eletto dal popolo – che pur di “fare opposizione” rinnegano le stesse leggi che hanno sempre rivendicato e applicato senza problemi. Dal dubbio di un approccio ideologico dello sfruttamento del democratico strumento sindacale al dubitare delle stesse motivazioni rivendicate dai sindacati per scioperare, il passo è breve. Infatti, significativo che lo sciopero sia stato lanciato contro la manovra finanziaria in estate, molto prima che il Governo la scrivesse o addirittura la pensasse.

ha condannato ogni approccio ideologico e di strumentalizzazione del legittimo diritto allo sciopero sostenendo sempre il massimo rispetto per chi manifesta in difesa dei propri diritti e condivide la misura attuata dal Governo in quanto, come affermato dal Presidente del Consiglio , la precettazione non è stata una decisione politica, ma una mediazione tra due diritti, entrambi garantiti da un'autorità indipendente che ha cercato, infatti, di conciliare il diritto allo sciopero con i servizi pubblici e i diritti dei cittadini .

All'infondata accusa di “bullismo istituzionale” il Presidente del Consiglio risponde che il ruolo del Governo è stato marginale e il sindacato ha dovuto far rientrare lo sciopero nei requisiti imposti a norma di legge richiamati giustamente in campo da un'Autorità indipendente al fine di tutelare i diritti fondamentali dei cittadini. Non è infatti, come accusano falsamente i sindacati, intenzione del governo modificare la normativa sul diritto allo sciopero. Anzi, questa, è stata rispettata alla lettera in linea con i principi costituzionali e democratici della nostra Repubblica.

Alfonso D'Amodio
Alfonso D'Amodio
Nato a Napoli il 4 Febbraio 1983 consegue il Dottorato di Ricerca in Filosofia Politica alla Pontificia Università Lateranense. Precedentemente laureatosi alla LUMSA in Lettere, completa il suo percorso con una Laurea Magistrale a Tor Vergata. Specializzato in ontologia del pensiero scientifico, etica dei sistemi di Intelligenza Artificiale, dialogo interculturale e interreligioso e Filosofia Politica è attualmente ricercatore presso l'Area di Ricerca IRAFS sui fondamenti della scienza. Membro dell'Ufficio Studi di Fratelli D'Italia.
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