Governo fa quadrato. Meloni: per Anm ogni riforma è apocalisse, noi in linea con Carta Costituzionale

Mentre i magistrati, Costituzione alla mano, nel giorno dell’apertura dell’anno giudiziario presso le Corti d’Appello, lasciano le aule dei tribunali in segno di protesta contro il ddl di separazione delle carriere, il Governo fa quadrato sulla riforma. 

La prima a difenderla è Giorgia Meloni che, da Gedda, punta il dito contro le toghe: “Le proteste sono sempre legittime, a me può rammaricare questo atteggiamento dell’Anm per cui qualsiasi riforma si provi a proporre in materia di giustizia viene letta come una specie di apocalisse, una fine del mondo che bisogna rifiutare senza se e ma. Penso che non giovi neanche ai magistrati, perché quando poi ci si siede a un tavolo e ci si confronta poi dei punti di contatto si trovano”, dice chiaro. Non solo. La premier non gradisce l’idea che sia solo una parte – dei poteri dello Stato o della società – a difendere la Carta: “Rispetto alla Costituzione che viene ostentata mi corre l’obbligo di ricordare che l’art. 49 dice che i cittadini hanno diritto ad associarsi in partiti politici per concorrere con metodo democratico alla determinazione della politica nazionale. Significa che i cittadini si organizzano in partiti politici, votano e decidono attraverso i programmi di chi vince le elezioni quali debbano essere le scelte della politica. Noi stiamo facendo qualcosa che è perfettamente adeguato alla Costituzione mentre io non trovo un articolo che dice che la giustizia non si può riformare”, taglia corto. È lo stesso ragionamento espresso, a parole diverse, in mattinata, a margine dell’inaugurazione dell’anno giudiziario di Milano, da Ignazio La Russa. “Nessuno può arrogarsi il diritto di cancellare le decisioni che prende il Parlamento – spiega il presidente del Senato – ma deve prenderle avendo capacità di ascolto e confronto”. Sulla giustizia, aggiunge, serve “confronto e concordia senza che si arrivi a un conflitto perché sarebbe controproducente per tutti e soprattutto per i cittadini”. 

Anche Alfredo Mantovano critica la protesta delle toghe: “Il gesto degli esponenti della magistratura associata di lasciare l’aula al momento dell’intervento del rappresentante del governo è impegnativo, ed è carico di significato – spiega – Di fronte a un Governo sorretto da partiti che propone al Parlamento una legge di riforma è legittimo non condividere nulla – aggiunge -. Ma perché rifiutare anche solo di parlarne? Perché uscire dai canoni della dialettica per entrare in quelli dell’alternativa ‘o tu o io’? È qualcosa che non fa bene a nessuno. Abbandonare il tavolo del dialogo non è una manifestazione di forza, se mai di debolezza”. 

La protesta dei magistrati non convince, insomma. “Mi dispiace” vedere che “i servitori dello Stato che indossano la toga si alzano e se ne vanno con in mano la Costituzione. Il magistrato la Costituzione la dovrebbe anche averla letta, la Costituzione ricorda anche che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, che il potere è nelle mani del popolo, che il Parlamento ha il potere di fare le leggi e che c’è una separazione dei poteri”, dice il senatore Sergio Rastrelli, segretario della Commissione Giustizia.

“Siamo in democrazia, ognuno fa quel che vuole, mi sembra una mancanza di rispetto non riconoscere quello che il popolo, tramite i suoi eletti scelti in Parlamento, porta avanti come riforma. Uno la può contestare, però i magistrati sono pagati per applicare le leggi, non per contestare o sovvertire le leggi – gli fa eco il capogruppo alla Camera di FdI Galeazzo Bignami- Mi sembra di pessimo gusto alzarsi e uscire quando un rappresentante del governo parla. Noi andiamo avanti su separazione delle carriere, sulla riforma del Csm e anche sulla responsabilità penale di chi sbaglia con dolo e mette in galera le persone sbagliate”.

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Giovanni Curzio
Giovanni Curzio
Giovanni Curzio, 21 anni, napoletano, studente alla facoltà di Giurisprudenza della Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Da sempre è appassionato di giornalismo sia di cronaca che sportivo. Collabora anche con agenzie di stampa ed emittenti radiofoniche e televisive della Campania.

2 Commenti

  1. Esattamente 31 anni fa scese in campo Silvio, nonostante sua mamma gli avesse detto: “te ne faranno di tutti i colori!” e così fu! Io quei 31 anni li ho vissuti tutti sperando che si potesse realizzare il suo grande sogno: “poter vivere (e morire) in un paese veramente libero lasciando ai nostri figli un mondo migliore”. Ora questa Giorgia ci è piovuta da cielo, non so nemmeno come abbia fatto ad arrivare fino a qui. Una cosa è certa, sta cambiando non solo l’Italia, non solo l’Europa ma tutto il mondo! E non saranno certo questi intoccabili parassiti ad impedire che tutto ciò avvenga. Forza Giorgia, forza Italia, forza Silvio, sostienici da lassù!

  2. C’è una prova lampante della validità della riforma (anche se per me insufficiente): i magistrati sono assolutamente contrari.
    Allora è la via giusta. Forza, cominciamo a ridurre lo strapotere irresponsabile di questi intoccabili parassiti.
    Con affetto

    Alessandro

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