Governo. Filini a Il Tempo: Giorgia Meloni è Edmond Dantes politica italiana. Con lei sogni e progetti governi cdx sono realtà

«Giorgia Meloni è l’Edmond Dantes della politica italiana. È riuscita, con serietà e coerenza, a dare stabilità al nostro Paese, a rilanciarlo a livello internazionale e realizzare i sogni e i progetti anche dei procedenti governi di centrodestra. La riforma della giustizia è solo il più recente degli esempi». A dirlo è Francesco Filini, deputato di FdI e responsabile del programma nel corso di un’intervista a Il Tempo.

Quali sono i segreti di questo successo?

«La coerenza. Ci siamo presentati con un programma agli italiani, dicendo che avremmo fatto alcune cose e che le avremmo fatte in un certo modo. Il programma non era casuale, ma frutto di anni di studio e di approfondimento. Non abbiamo raccontato bugie e gli italiani se ne stanno rendendo conto. La coerenza di Meloni la rende più affidabile, più credibile e oggi gran parte dei cittadini auspicano che vada avanti il più possibile».

Qual è stato il momento più bello e quello più difficile in questi tre anni?

«Il momento più difficile è stato l’inizio, appena siamo arrivati al governo, perché abbiamo ereditato una situazione disastrosa. L’inflazione al 12%, la coda dell’orribile gestione del Covid, una guerra alle porte dell’Europa. Sapevamo che sarebbero stata un’impresa ardua cambiare rotta all’Italia, ma siamo riusciti a restituire fiducia verso chi governa. I momenti belli sono stati molti: quando sono stati liberati Chico Forti e Cecilia Sala, due occasioni nelle quali l’Italia ha mostrato la sua forza, il suo peso, la sua coesione. Poi anche l’ottimo risultato alle europee, non era scontato che Fdi, governando, aumentasse i propri consensi. Era il riscontro più autentico del lavoro fatto».  

Lei è il responsabile del programma di FdI. A che punto siamo con la sua realizzazione? Su cosa puntare per i restanti due anni?

«Sulla realizzazione, posso dire che siamo a ottimo punto, siamo riusciti a mettere in cantiere i progetti più importanti e a tramutarne alcuni in legge. Il motto non disturbare chi vuole fare è stato il nostro faro. Abbiamo messo in condizione le imprese di tornare ad assumere, di produrre di più, di avere un nuovo sbocco sull’export. Un milione di posti di lavoro è una cifra che non può essere minimizzata. Ora ci dobbiamo concentrare sul processo di riforme».

A settembre 2022 si sarebbe aspettato questi risultati?

«Eravamo convinti che le nostre ricette sarebbero state vincenti. Una volta corrette alcune storture figlie dei governi passati, il Paese e le sue imprese sono ripartite. A quel punto la stabilità ha generato nuovi risultati. Abbiamo superato le aspettative. Sia chiaro, era quasi impossibile fare peggio di Renzi o di Conte, ma riuscire a tenere in ordine i conti pubblici e rilanciare l’economia è stata una vera e propria impresa. È ripartita la domanda interna, il debito pubblico è stato riportato nelle mani degli italiani, lo spread non è mai stato così basso, i piccoli risparmiatori sono tornati ad acquistare titoli di Stato, così oggi paghiamo interessi alle famiglie italiane e meno alle banche straniere».

Regionali, il centrodestra otterrà dei buoni risultati?

«Il centrodestra è una garanzia, esiste da più di 30 anni, una coalizione formata da partiti che condividono valori di fondo. Dove ha governato, come nelle Marche, ha dato prova di saper fare bene. Dopo lo scandalo di Banca Marche non era semplice, ma Francesco Acquaroli è riuscito a rilanciare un territorio che è strategico non solo per l’economia, ma anche a livello turistico e che adesso potrà contare anche sui benefici dell’estensione della Zes disposta dal governo. Si è visto il cambio di passo. Sì, sono convinto che alle regionali ci toglieremo delle belle soddisfazioni».

Hub in Albania: funzioneranno?

«Assolutamente sì, ne siamo straconvinti. Ci troviamo in una situazione paradossale, in cui un governo, per difendere i propri confini, deve combattere non solo contro i trafficanti di esseri umani, ma anche contro un’opposizione interna convinta che i folli concetti No Borders siano applicabili. Va ricordato che stiamo parlando di un progetto citato nel programma elettorale e sposato da molti governi europei, alcuni guidati anche da maggioranze progressiste. A dire no è rimasta solo la sinistra italiana e qualche magistrato militante. A breve, appena verrà approvato dall’Europa la lista dei paesi sicuri, non ci saranno più scuse».

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.