Altro che attacco balistico, la verità sull’omicidio di Ismail Haniyeh alla fine è venuta fuori ed oltre assurda, potrebbe rivelarsi importantissima per gli equilibri mediorientali. A quanto pare, già dalla scorsa settimana era stata smentita l’ipotesi di un attacco missilistico, ma ancora non si conoscevano i chiari dettagli della vicenda. Alla fine, la verità sull’omicidio è venuta fuori: gli agenti del Mossad israeliano sarebbero riusciti a corrompere i Pasdaran, ossia il corpo della rivoluzione islamica iraniana, convincendoli dunque a piazzare una bomba. Il compenso per questa operazione si aggira su una cifra a 6 zeri per i miliziani iraniani coinvolti, che poco prima dell’esplosione avrebbero lasciato l’edificio dopo aver piazzato l’esplosivo,per poi essere trasferiti dai Servizi segreti ebraici in un paese nordeuropeo. Questa è la ricostruzione del Jewish Chronicle riportata ieri anche dall’agenzia Ansa.
Ora l’Iran dovrà decidere se credere a quanto scritto sul giornale israeliano, rilasciando eventualmente dichiarazioni o prove per smentire i fatti di cui sopra. Una ferita dolorosa per il governo degli Ayatollah, forte di una presunta “lealtà” delle proprie forze nazionali di sicurezza. Il problema è che la rivelazione potrebbe aver sortito due effetti allo stesso tempo: In primis, la rabbia del Governo di Teheran dopo la ricomposizione dell’accaduto, potrebbe portare ad una reazione militare più forte e rabbiosa di quel che ci saremmo aspettati in questi ultimi giorni, vendicandosi per quella che a tutti gli effetti assomiglia ad una “beffa” nei confronti del Regime teocratico. In secondo luogo, questi nuovi dettagli potrebbero far sprofondare l’Amministrazione iraniana nello sconforto e nel caos, facendo pensare alla classe politica di non potersi fidare dei propri uomini e che il sistema difensivo sia attualmente compromesso.
Nonostante le cifre esorbitanti di cui si parla, non dev’essere stato poi così tanto difficile per il Mossad convincere quegli uomini ad accettare l’offerto, sei zeri sono tanti ma d’altro canto quest’opportunità potrebbe averli ingolositi anche in considerazione della crisi economica sperimentata dal paese, inutile dire che gli embarghi non abbiano minimamente aiutato.
Questa notizia potrebbe cambiare completamente il corso degli eventi futuri, ma sicuramente sarà fondamentale in quelle che un giorno saranno vere e proprie pagine di storia. A tal proposito, il Mossad è ben noto per la sua discrezione e riservatezza, di conseguenza tutto fa pensare ad uno stratagemma dei servizi segreti per provocare e deridere quelli che si stanno confermando nemici alla stregua di Hamas nel continente arabo. A meno che qualcuno non abbia deciso di pubblicare news appartenenti a qualche file top secret.
Nel frattempo, dopo la nomina di Sinwar come Capo politico di Hamas, la popolazione di Gaza ha espresso non poche preoccupazioni a riguardo: alcuni credono che la sua persona sia anche peggiore del precedente, visto che l’ultimo scelto è prevalentemente un “combattente”. Questa scelta nel vertice dell’organizzazione islamista potrebbe inasprire lungamente i negoziati di pace con Israele, compromettendo anche gli sforzi fatti da Blinken durante questi mesi per evitare che altre vite innocenti vengano distrutte. Alla fine, chi ci rimette durante conflitti come questo è sempre la popolazione civile, sembra scontato dirlo ma è la verità.
Non se la sta passando meglio neanche Israele, aldilà del caso Haniyeh, visto che ora il Governo dovrà fare i conti con le nuove assurdità del Ministro Smotrich, il quale avrebbe dichiarato che sarebbe corretto, dal punto di vista etico, far morire di fame la popolazione di Gaza fino al ritorno degli ostaggi e che purtroppo il resto del mondo non lo garantirebbe mai. Viene spontaneo chiedersi come abbia fatto Benjamin Netanyahu a scegliere gente simile per la rappresentanza di Israele, ma visti gli errori commessi fino a questo punto sembra che il problema volga proprio verso la punta della piramide. Non c’è dunque da stupirsi se il Ministero degli esteri palestinese ne abbia chiesto l’arresto, evidentemente infuriato per le dichiarazioni.
Questi due esempi citati in precedenza ci servono anche per comprendere quale impatto avrà la nuova rivelazione del Jewish Chronicle nello scenario internazionale, perché moltissimi Stati occidentali supportano Israele e certamente una simile sequenza di eventi, culminata con le nuove informazioni non farà che aumentare la difficoltà dei trattati di pace. A meno che l’Iran non decida di evitare ulteriori attacchi, ma anche se dovesse scegliere una via diversa, resterebbero comunque gli Houthi ed Hezbollah come nemici acerrimi dello Stato ebraico. Forse gli ultimi potrebbero rivelarsi un problema minoritario, ma restano comunque parte integrante dell’attuale scenario.