I casi Cristicchi e Ruggeri: quando Amadeus disse “no” a canzoni sull’Alzheimer

Le luci sul palco dell’Ariston e sulla settantacinquesima edizione del festival di Sanremo si sono appena spente. Della manifestazione si è molto parlato e discusso, come sempre non senza polemiche. Tralasciando le stizzite dichiarazioni pseudo-femministe sul podio tutto al maschile, qualche sparuto tentativo di “buttarla in politica” e le a nostro avviso sacrosante proteste contro l’autotune, che in qualche modo falsa la gara, restano le critiche di qualcuno (a dirla tutta non condivise dalla maggioranza della gente) sul brano di Simone Cristicchi dedicato alla mamma e al vissuto dei familiari di quanti soffrono di Alzheimer. I commenti di qualcuno su “Quando sarai piccola” non sono stati, per usare un eufemismo, tutti benevoli. Anzi. Eppure la canzone, che ha commosso moltissime persone che si sono sentite partecipi di una situazione che il cantautore romano ha narrato con delicatezza e poesia, ha riscosso (e sta continuando a farlo) moltissimo successo.

Anche per questo lascia piuttosto perplessi la dichiarazione di Cristicchi secondo cui il brano, scritto diversi anni fa, era stato presentato all’allora direttore artistico della kermesse canora. Ed era stato da lui scartato, preferendo molto probabilmente impostare le sue edizioni del festival su tematiche e personaggi più omologati al mainstream woke, sinistrorso e “politicamente corretto”.

La fondatezza di tale considerazione, che appare più che un’ipotesi, risulta confermata dalle parole di un altro grande della musica italiana. Enrico Ruggeri, infatti, ha reso noto che anche lui aveva presentato ad Amadeus “Dimentico”, un brano sul dramma dell’Alzheimer. E come Cristicchi se l’era visto rifiutare. Ferma restando, ovviamente, la legittima discrezionalità di chi sceglie chi sale sul palco di Sanremo, qualche dubbio sui criteri in passato utilizzati è altrettanto legittimo. Il fatto che, come già accennato, in passato si siano privilegiati i personaggi piuttosto che le canzoni e i temi affrontati è evidente. E lo è anche, dati di ascolto alla mano, che la gente ha preferito una diversa impostazione.

Le canzoni di Simone Cristicchi ed Enrico Ruggeri, entrambe bellissime, avvicinano il grande pubblico, coinvolgendolo, a situazioni difficili che in molti purtroppo vivono. Di “Quando sarai piccola” vi abbiamo già più volte raccontato, sottolineandone la delicatezza e la poesia oltre alla capacità di far sentire meno soli coloro che vedono trasformarsi pian piano in bambini i propri genitori. Diversa ma altrettanto toccante la prospettiva utilizzata da Ruggeri, che con parole nette come tratti di vernice scura su una tela bianca accompagnate da un adattissimo arrangiamento musicale, racconta la malattia dal punto di vista del paziente. Il testo di “Dimentico”, infatti, si apre con una frase drammaticamente eloquente: “Non ricordo più chi sono e quando ho consumato la mia vita”. Il racconto, poi, prosegue in maniera altrettanto chiara: “so che sono stato un essere pensante… so che ho vissuto la mia storia tra immagini che non ricordo più… Dimentico, dimentico chi sono stato prima. Ricordo e poi dimentico persone, cose, lacrime e sorrisi condivisi… Non ricordo più chi sono e non so che fine ha fatto la mia vita”. Da ricordare, infine, che il video del brano di Ruggeri (lo trovate a questo link:  Enrico Ruggeri – Dimentico – YouTube) è stato girato tra le vie e con i residenti del Paese Ritrovato, un villaggio alle porte di Monza voluto e realizzato dalla cooperativa La Meridiana, in cui vengono accolte persone con demenza ed Alzheimer in fase lieve per aiutarle a vivere in autonomia la loro condizione.

Cristicchi e Ruggeri, in conclusione, sono riusciti a portare all’attenzione del grande pubblico situazioni che, se condivise, forse possono pesare un po’ meno. Ed è questo, in ultima analisi, il vero scopo dell’arte. Perché come disse Ezio Bosso – ed è stato significativamente ricordato anche in apertura del Festival di Sanremo 2025 – “La musica è come la vita: si può fare in un solo modo, insieme. La musica ci insegna la cosa più importante che esista: ascoltare. La musica è una vera terapia. È la nostra vera libertà”.

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Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi
Cristina Di Giorgi, due volte laureata presso l'università La Sapienza di Roma (in giurisprudenza e in scienze politiche), è giornalista pubblicista e scrittrice. Collabora con diverse testate e case editrici.

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