Chi è che non conosce quella storiella del marito pronto ad amputarsi l’ammennicolo a cui tiene di più pur di scontentare l’odiata moglie? Ecco, questo è ciò che sta accadendo negli USA dell’epoca Trump, il Presidente degli Stati Uniti tra i meno amati di sempre, con avversari personali anche lì dove dovrebbero esserci solo amici. Certo, per la verità Trump non è particolarmente simpatico con quell’aria un po’ tronfia di chi è convinto di non sbagliare mai, i capelli improponibili anche se ultimamente sembra che il parrucchiere gli abbia un po’ attenuato il biondo carota, e quella moglie assolutamente perfetta che non è detto si possa permettere nemmeno un arci-miliardario come lui.
Ma tant’è. Nessuno gli dava una lira prima delle elezioni, e lui le ha vinte. Ha presentato un programma economico che ha fatto ridere molti, e lo sta realizzando alla grande. Nello scacchiere mondiale, piaccia o non piaccia, ora tutti guardano agli USA con un atteggiamento decisamente più attento di quanto non accadesse all’epoca di Barak Obama, politicamente corretto ed elegante, ma una vera iattura per l’America.
E così, oggi analisti e commentatori si ritrovano a parlare tra loro sulla possibilità sempre più concreta che, alla fine di questo mandato, Trump venga rieletto anche se dimentica Robert Mueller e Stormy Daniel e ignora la Russia. Personalmente, non ha un indice di apprezzamento capace di fargli dormire sonni tranquilli, ma è innegabile che l’economia americana di questo momento è davvero sorprendente. Bassa disoccupazione – siamo intorno al 4% – salari decisamente crescenti ogni mese che passa, mentre decresce il costo del gas, tanto che Donald Luskin, Chief Investment Officer di TrendMacrolytics, ha detto: “L’economia è così dannatamente forte in questo momento e così distante da quella del periodo di Obama, che allo stato dei fatti solo una violenta implosione dovuta magari a problemi di politica mondiale, o qualche terribile scandalo, potrebbero modificare il trend favorevole a Trump. “ Considerando che la TrendMacrolytics aveva correttamente previsto la vittoria di Trump nel 2016, quando tutti la escludevano, questo parere dovrebbe essere almeno indicativo.
Come detto, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è attualmente vicino al 4% e il paese ha moltiplicato i posti di lavoro ogni mese fino a un record di 101 mesi consecutivi. La crescita dei salari, che era rimasta indietro rispetto alla crescita dell’occupazione dopo la recessione, è finalmente, anche se lentamente, in ripresa.
Il PIL degli Stati Uniti – e sappiamo molto bene in Italia quanto questo dato sia importante per stabilire la salute economica di uno stato – è passato dall’1,8% nel primo trimestre della presidenza di Trump al 3,4% attuale, mentre il Presidente continua a ripetere che è il primo punto del suo programma quello di riportare l’America ad essere di nuovo grande.
In questo panorama quasi idilliaco per il tycoon, ci sono poi delle voci discordanti. Mentre gli analisti della Casa Bianca prevedono che l’economia americana continuerà a salire almeno del 3% all’anno per i prossimi 5 anni, la maggior parte degli economisti tradizionali non è d’accordo, e la Federal Reserve ha smesso di aumentare i tassi – indicando che ritiene un rallentamento dell’economia sia inevitabile che prossimo. C’è poi anche il problema della popolarità di Trump, non sempre in crescita, anzi.
Trump rimane molto favorito dai repubblicani, ma i suoi numeri con i democratici e gli indipendenti sono spaventosi e potrebbero presto peggiorare, riportano i media nazionali, soprattutto dopo le dichiarazioni dell’ex avvocato del Presidente, che sta facendo tremare tutto l’entourage della Casa Bianca. Inoltre, i repubblicani hanno subito una grave sconfitta nelle elezioni di medio termine nonostante una forte economia. Ma i midterms sono spesso visti come un voto di protesta. Quando si tratta delle elezioni generali – se l’economia continua nel suo corso attuale – l’economista di Yale Ray Fair, il capo economista di Moody, Mark Zandi e Luskin credono che Trump potrebbe vincere facile. A meno che, per allora, non sia in prigione, vecchio metodo della sinistra di liberarsi degli avversari scomodi.