La vittoria della destra in Turingia e in Sassonia non è un caso, né tantomeno un caso isolato. La destra trionfa da tempo in mezza Europa, non è un fulmine a ciel sereno. E no, non è sostenibile la tesi dell’estremismo, del rancore, delle posizioni pro-Russia, perché stando a questa narrazione, oltre il 30% delle persone nei Land chiamati alle urne sarebbero dei pericolosi nazisti e putiniani. E così il 30% dell’elettorato francese, il 30% di quello italiano (considerando l’intero centrodestra, quasi il 50%). C’è qualcosa sotto che ribolle e che non può essere ignorato: i tentativi di sminuire questo indirizzo della politica europea da parte della sinistra non possono certamente trascurarlo. Anni e anni di malgoverno, nelle singole Nazioni come in Europa, ha portato le popolazioni a capire cosa non andava bene e qual era il cambiamento da inseguire. Il segnale maggiore è che proviene proprio dai giovani la scossa più forte: in tutta Europa, i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 25 anni stanno esprimendo sempre più favore verso i movimenti di destra.
I dati
Partiamo con il dato italiano, dove si sa che il mondo giovanile è raccontato come spostato a sinistra. In realtà alle ultime europee, Fratelli d’Italia e Pd si sono spartiti equamente il primato tra i giovani, con il 22% dei consensi. Ed è emblematica l’ascesa delle associazioni universitarie di destra all’interno degli atenei, dove però i collettivi di sinistra cercano di ottenere consenso mediatico (e nulla più) con le classiche guerriglie con la Polizia. In Germania, in Turingia e in Sassonia, AfD, il partito ritenuto estremista, ha conquistato rispettivamente il 38% e il 31%. Alle legislative in Francia, Rassemblement National ha ottenuto il 33% dei consensi dei più giovani. Vox e Se acabò la fiesta, in Spagna, godono del favore del 22% dei ragazzi. Al 17%, invece, il consenso dei giovani olandesi di Geert Wilders, il 25% per il portoghese Chega, 32% per il belga Vlaams Belang, 16% per i Democratici svedesi.
I giovani chiedono un cambio di passo
Dati che evidenziano due cose in particolare: la prima è la totale fallacia delle tesi della sinistra che sminuiscono l’ondata di destra che attraversa tutti i Paesi Ue; la seconda è che, se proprio i giovani chiedono cambiamento, le singole classi dirigenti non possono tirarsi indietro. In questo, l’Italia sta facendo la sua parte, con misure a favore dell’occupazione giovanile, incentivi per chi assume under 35, e gli ultimi dati dicono che il lavoro tra i ragazzi, pur rimanendo alta la disoccupazione e l’inattività per questioni – per così dire – ataviche, sta crescendo: nel mese di luglio, la disoccupazione dei giovani italiani è calata dello 0,6%. Ma queste richieste devono essere ascoltate anche dagli altri Paesi e specialmente dall’Unione europea, che i giovani hanno compreso essere tra le principali ragioni per le quali il loro futuro appare così incerto: il lavoro che scarseggia, gli affitti in costante aumento, la pace messa in discussione, la difficoltà di acquistare una vettura o un’immobile sotto gli insistenti vincoli green. Tutto ciò ha complicato l’orizzonte dei più giovani, che ora stanno chiedendo alla politica un vero e proprio cambio di passo rispetto a un passato poco incisivo.