Un immigrato africano che nel 2014 è stato condannato nel Regno Unito per aver violentato un’adolescente britannica non sarà deportato nel suo paese d’origine, perché sostiene che ciò danneggerebbe la sua salute mentale.
Il criminale avrebbe dovuto essere espulso dieci anni fa, ma ha presentato ricorso sostenendo di non poter ricevere trattamento per depressione o disturbo da stress post-traumatico nel suo paese natale, l’Eritrea. Il Ministero degli Affari Interni ha rifiutato di rivelare il nome del violentatore per “ragioni legali di privacy”.
Il suo ricorso è stato confermato a marzo, dopo che un medico ha testimoniato che esiste un’alta probabilità di suicidio nel caso in cui il prigioniero dovesse essere rimandato nella nazione africana. Inoltre, in Eritrea potrebbe affrontare ulteriori punizioni per aver evitato il servizio militare, fuggendo nel Regno Unito quando era giovane.
Ai giudici del Regno Unito sembra interessare di più la salute mentale e la protezione dell’identità di uno stupratore che la giustizia per la sua vittima. Chi si preoccupa della salute mentale della ragazza violentata e della sua famiglia? Il virus woke sta distruggendo tutte le istituzioni.
Parliamo dello stesso paese che ha negato l’uscita alla bambina Indi Gregory, quando l’Italia l’aveva naturalizzata ed era disposta a occuparsi del suo trasferimento e di tutte le spese. Anche Giorgia Meloni aveva chiesto al Primo Ministro Rishi Sunak d’intervenire nel caso. Alla fine, nonostante la volontà dei suoi genitori di trasferirsi nella penisola per continuare il suo trattamento al Bambin Gesù, la giustizia britannica ha ordinato la sua disconnessione.
L’Europa sembra stia facendo tutto il possibile per auto-distruggersi. I casi in cui le vittime non ricevono alcuna forma di giustizia diventano sempre più numerosi, mentre i criminali e persino gli assassini ricevono ogni tipo di beneficio.
Qual’è il futuro che si può progettare in un paese in cui l’insicurezza cresce ogni giorno e i diritti civili scompaiono? Vogliono risolvere il problema demografico importando immigrati con una cultura antagonista rispetto a quella europea, invece di aiutare le donne offrendo loro migliori opportunità per avere una famiglia.
D’altra parte l’Italia, sulla stessa linea per la quale ha fatto tutto il possibile per difendere la vita della bambina britannica, continua a promuovere programmi per aiutare le donne italiane, come ad esempio l’annuncio del ministro Roccella sul finanziamento di 60 milioni di euro per i centri estivi, supporto indispensabile alle famiglie dopo la chiusura delle scuole. Decontribuzione, asili gratuiti dal secondo figlio, aumento dell’assegno unico, potenziamento del congedo parentale sono solo alcune delle misure concrete su cui il governo ha deciso di investire e che, secondo l’Ufficio parlamentare per il bilancio, hanno prodotto benefici netti per le famiglie pari a 16 miliardi.
“Una società senza figli è una società destinata a crollare. Questo problema non si affronta solo con un provvedimento ma con un piano imponente di protezione della maternità e di sostegno alla natalità, ma servono soldi. Allora bisogna capire quali sono le priorità”, ha detto Giorgia Meloni durante gli Stati Generali della Natalità in corso a Roma.
Abbiamo bisogno di cambiare l’Europa: recuperare concetti tradizionali come la natalità, la giustizia, la crescita, la famiglia, i valori e le radici cristiane su cui si essa avrebbe dovuto basarsi fin dall’inizio.