Quali sono le prospettive per il business dei monopattini? Lo ha descritto egregiamente Andrea Malan in un articolo molto approfondito nell’ambito di un approfondimento sul Domani.
Il mercato della mobilità urbana
Una delle maggiori aziende attive nel settore, la Helbiz, “nel primo trimestre del 2021 ha fatturato poco più di 1 milione di euro, con una perdita operativa di oltre 10 milioni di dollari e una perdita netta di oltre 15 milioni”.
Sempre nell’articolo si legge che “il mercato della mobilità urbana condivisa – dall’affitto di biciclette e monopattini a quello di automobili – è molto difficile, e anche i concorrenti diretti di Helbiz non se la passano benissimo, e come ha scritto il Wall Street Journal, gli utenti mostrano poca lealtà a singoli marchi e la concorrenza è feroce. Molte aziende hanno chiuso o si sono fuse, compresi nomi come Skip, Scoot and Jump”.
Ed in Italia cosa succede? Oltre ai 210 milioni di Euro spesi dal Governo nel 2020, e ne sono previsti altrettanto per gli anni successivi fino al 2024 sul tema monopattini, “nel novembre 2020 e marzo 2021, la Helbiz ha ottenuto dal Fondo centrale di garanzia per le Pmi la garanzia su due prestiti da complessivi 5,5 milioni di euro”, continua l’approfondimento del Domani.
Questi sono i numeri di un investimento che il Governo considerava strategico in seno alle politiche di incentivazione alla mobilità sostenibile ed in particolare alla mobilità dolce in ambito urbano.
Il desolante quadro della mobilità “dolce”
Il risultato ad oggi è assolutamente negativo. Lo certifica l’indagine congiunta ISTAT e Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (MIMS) riguardante le abitudini di spostamento degli italiani prima della pandemia e le loro previsioni nel periodo settembre-ottobre 2021.
L’indagine ha restituito un quadro desolante in quanto si prefigurano importanti cambiamenti sulle abitudini degli spostamenti degli italiani in tema di mobilità cosiddetta “dolce” costituita da bicicletta e monopattino anche elettrici.
I risultati evidenziano che, anziché aumentare dopo gli investimenti significativi del Governo nell’ultimo anno, si riduce la scelta degli italiani passando da 3,4% (prima della pandemia) a 3,2% per il prossimo autunno.
Siamo lontani quindi da una importante diversione modale a favore della cosiddetta mobilità dolce, attesa dal Ministero dopo gli investimenti a fondo perduto.