Arrivano dall’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, ulteriori notizie positive che confermano l’ottimo stato di salute dell’economia italiana, che va avanti da più di un anno. Secondo le statistiche dell’OCSE, infatti, in un contesto di contrazione generale dell’economia a livello mondiale, confermata dal livello medio del reddito reale sceso dello 0,2% nel terzo trimestre 2023, in controtendenza l’Italia è stata tra le poche Nazioni a registrare una crescita: il reddito reale delle famiglie italiane è aumentato dell’1,4%, merito, secondo l’OCSE, della crescita delle retribuzioni di dipendenti e lavoratori autonomi. Un aumento che, in realtà, non è completamente una novità per l’Italia: già nel trimestre precedente, la nostra Nazione aveva già registrato un +0,4%, dopo un importante +3% del primo trimestre dell’anno.
I dati recentemente emanati dall’OCSE confermano una crescita dei redditi che era già stata riconosciuta dall’Istat: a fine gennaio, infatti, è stato rilevato che nel 2023 l’indice delle retribuzioni orarie è cresciuto del 3,1% rispetto al 2022, con un aumento del 3% su base annua. Il dato è assai rilevante soprattutto nella comparazione con gli altri anni precedenti: l’aumento è pari a quasi tre volte quello registrato nel 2022 e nel 2019 (+1,1%) e pari a cinque volte quello registrato nel 2019 e nel 2020 (+0,6%).
Anche i dati dell’OCSE, dunque, confermano la crescita dell’Italia, dopo i numerosi successi a livello macroeconomico che il governo aver raggiunto, quali, tra gli altri, la crescita degli occupati, il calo dell’inflazione e la crescita del Pil. Tutti motivi che hanno indotto a riformulare positivamente le stime future sull’Italia: l’FMI ha rialzato le previsioni sul Pil per i prossimi due anni, le agenzie di rating hanno modificato in meglio gli outlook per l’Italia, è prevista pure nel 2024 una crescita dei salari tale da superare anche l’inflazione. Un dato, quest’ultimo, che in Italia mancava da diversi anni.
La crescita italiana fa notizia soprattutto nel confronto coi competitors europei e con gli altri Paesi del mondo, che in generale stanno attraversando un periodo di stagnazione: la Spagna ha fatto segnare la contrazione maggiore dei redditi reali (-2,1%), ma anche Germania e Francia sono in diminuzione, rispettivamente registrando -0,6% e -0,1%. Cresce di poco il Regno Unito, con un +0,2%. In altre parole, i redditi italiani sono quelli che hanno fatto registrare la crescita più significativa nel 2023, posizionando la nostra Nazione sul gradino più alto del podio tra i Paesi del G7 e tra i Paesi dell’OCSE.
In generale, dunque, si può dire che l’Italia è attualmente una delle Nazioni più forti economicamente parlando a livello internazionali, resistendo e rispondendo con forza a un momento complicato per gli altri Paesi del mondo. Merito soprattutto delle scelte del governo Meloni, che fin dal suo insediamento ha scelto di tutelare il potere d’acquisto delle famiglie con misure che portassero a un aumento degli stipendi e delle pensioni: il trimestre tricolore, la detassazione dei fringe benefit, i premi di produttività, il taglio del cuneo fiscale e contributivo, l’accorpamento dei primi due scaglioni Irpef. E anche il 2024 il lavoro del governo si preannuncia su questa scia, con la riforma dell’Irpef, l’esonero contributivo totale per le mamme lavoratrici con due o più figli e l’aumento del bonus nido per il secondo figlio.