Un dibattito con il deputato Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, per ripercorrere questi tredici mesi di governo Meloni, tra aspettative e progetti futuri.
Presidente Foti quale è il suo bilancio del primo anno di governo Meloni?
Senza dubbio positivo, così come viene confermato anche dai dati, che per fortuna sono incontrovertibili. Primo fra tutti il progressivo andamento positivo che ha caratterizzato la Borsa di Milano le ultime settimane, cui concorre la stabilità del governo Meloni e le azioni poste in essere per dare fiducia agli investitori in un quadro economico globale europeo di evidente incertezza. Inoltre, l’Istat conferma che il tasso di occupazione è salito al 61,8%, mai così in alto dal 1977, ovvero da quando l’Istituto ha iniziato le sue analisi, e l’inflazione è ai minimi storici.
Questi risultati dovrebbero bastare per chiudere definitivamente la bocca ai tanti profeti di sventura che lo scorso anno, di questi tempi, preconizzavano scenari catastrofici con il centrodestra alla guida della Nazione. Oggi, ancora una volta, vengono puntualmente smentiti.
Quali erano le vostre aspettative?
Le premesse economiche e geopolitiche durante la nostra campagna elettorale erano del tutto diverse dalla situazione attuale: la guerra in Ucraina sarebbe dovuta finire in pochi giorni e la Bce, di fronte a una inflazione causata da un aumento dei prezzi al consumo, ha pensato bene di alzare ogni mese di 0.25 il tasso di interessi, il conto oggi lo pagano i cittadini e le imprese che hanno mutui, ma anche lo Stato con 13 miliardi di interessi in più da pagare sul debito pubblico.
A questo si aggiunga la zavorra che abbiamo ereditato sulle casse dello stato dal Superbonus. Una misura che era stata raccontata agli italiani come temporanea e con coperture finanziarie certe ma che oggi ha sfondato il tetto di 100 miliardi di euro, e il bonus facciate ne è costato 26, anziché 5,9.
Cosa comporta questo scenario?
Semplice, con 13 miliardi in più di interessi che deve pagare lo Stato e con i 20 miliardi della quota per il 2024 del Superbonus ci sarebbero stati a disposizione 33 miliardi in più da spendere a favore delle famiglie e delle aziende, come il governo Meloni avrebbe voluto. Ci siamo ritrovati a dover porre rimedio ad importanti buchi di bilancio. Ma non ci piangiamo addosso e andiamo avanti fieri di aver posto fine all’epoca degli sperperi inutili, della sinistra tassa e spendi, quella dei monopattini, del reddito di cittadinanza, dei banchi a rotelle e del Superbonus. Chi voleva affossare la Nazione è condannato ad assistere da spettatore alla rinascita dell’Italia.
Siete soddisfatti della manovra di bilancio presentata?
Assolutamente sì. Ma il maggior riconoscimento del buon lavoro fatto è arrivato delle grandi agenzie di rating. Prima S&P, poi Fitch e, da ultimo, Moody’s: tutte hanno promosso a pieno la Legge di Bilancio italiana, con un miglioramento dell’outlook nazionale da negativo a stabile. Una grande vittoria per tutta l’Italia e per il rilancio della crescita nazionale e una sonora sconfitta per chi – la sinistra in primis – dimostra di tifare contro l’Italia. I nostri detrattori non possono far altro che deporre le “armi” davanti alla serietà del governo Meloni e all’attenta ed efficace gestione dei conti pubblici.
Quali sono le misure messe in campo?
La maggioranza nella sua compattezza ha definito una Legge di Bilancio che, in questa congiuntura internazionale, mette a disposizione 1.700 euro per le mamme lavoratrici e 3.600 per l’asilo del secondo figlio. Viene poi confermato il più grande taglio delle tasse ai lavoratori degli ultimi decenni, che porterà 100 euro in più al mese nelle tasche degli italiani. Inoltre, con l’avvio del primo modulo della riforma fiscale, l’aliquota si riduce al 23% per i redditi fino a 28mila euro, quindi altri soldi entrano nelle tasche delle famiglie. La manovra prevede poi il rinnovo dei contratti del settore pubblico, con uno stanziamento di 5 miliardi e per la sanità c’è lo stanziamento più alto di sempre, 136 miliardi. Non mancano, da ultimo, incentivi alle imprese per le assunzioni.
Sul tema della sicurezza si sta facendo abbastanza?
La sicurezza è stato sempre uno dei punti centrali nel programma politico di Fratelli d’Italia e il “pacchetto sicurezza” approvato dal Consiglio dei Ministri e fortemente voluto dal presidente Meloni ne è l’ennesima dimostrazione. Con l’aumento di 1,5 miliardi di fondi per le Forze dell’ordine e la Difesa i cittadini potranno contare su più mezzi e soprattutto su un incremento importante di uomini e donne in divisa, che vedranno migliorata anche la qualità del loro lavoro.
Fra le misure, oltre a una maggiore tutela per le Forze dell’ordine e ad un nuovo reato per punire chi partecipa e organizza rivolte nelle carceri, è prevista una stretta importante per chi occupa le case. Insieme all’introduzione di un nuovo delitto che punisce con la reclusione da 2 a 7 anni chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui, si prevede anche un iter procedimentale molto veloce per ottenere la liberazione dello stesso e la sua restituzione a chi ne ha diritto. Viene così messo un punto importante all’occupazione abusiva di immobili che vedeva i proprietari delle case combattere una guerra in solitaria ed impari contro l’illegalità. Grazie al presidente Meloni da oggi i cittadini sanno che lo Stato è tornato al loro fianco a tutela dei loro diritti, realizzando finalmente quello che andava fatto molto tempo fa.
Sul Pnrr si è sentito di tutto. Potete dirvi soddisfatti dei risultati ottenuti fino ad ora?
Questa è una fase di raggiungimento degli obiettivi, siamo a metà del percorso, avevamo promesso che avremmo rispettato i tempi e messo a terra le risorse del Pnrr e così è stato, smentendo tutte le catastrofiche premonizioni delle opposizioni.
Grazie al governo Meloni e al lavoro del ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, la Commissione europea ha approvato a fine novembre la quarta richiesta di pagamento dell’Italia del Piano, di 16,5 miliardi di euro, confermando tutti i 28 obiettivi e traguardi previsti. La nostra Nazione non solo ha incassato il placet della Commissione europea e in particolare i complimenti di Ursula Von der Leyen, ma raggiunge anche un nuovo risultato che arriva solo pochi giorni dopo la revisione del Pnrr, con l’implementazione del capitolo RePowerUe, che ci permette di liberare oltre 21 miliardi di euro per la crescita e il rilancio dell’agricoltura, degli investimenti, dell’industria. L’Italia sarà anche il primo Stato membro dell’Unione europea ad aver ricevuto il pagamento della quarta rata. Alla faccia delle Cassandre.
Il resto ce lo racconterà ad Atreju….
Certo! Ci troverete tutti lì da giovedì 14 dicembre fino a domenica 17, alla presenza del presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni. Sarà questa l’occasione per parlare di politica anche fuori dalle aule parlamentari, portando il dibattito nelle strade e dialogando con i cittadini. Sarà un momento di confronto importante e costruttivo, grazie anche alla volontà di ascoltare chi non condivide le nostre idee e i nostri principi. Certo, dispiace che il segretario del Pd, Elly Schlein, a differenza di altri leader politici, abbia declinato il nostro invito. Preferisce evidentemente i centri sociali rispetto a un confronto sano, aperto e costruttivo per migliorare l’Italia