I sovranisti riflettano sui rischi dell’autonomia

In questi ultimi tempi, leggendo alcuni post e commenti sulla autonomia differenziata di persone che giudico preparate ed intelligenti mi sono reso conto di quanto i social abbiano trasformato la politica e la capacità di comprensione delle cose.

La gente ha completamente cambiato l’approccio con la politica ed ormai per formarsi una opinione si accontenta di un post o di un tweet dove possono in maniera veloce raccogliere elementi per cercare di capire le cose.
Ovviamente in tempo di fake news, di algoritmi, di bestie e Rousseau, i messaggi vengono manipolati, usati ed indirizzati e piegati alle convenienze degli stessi autori.
Un costume che ha disabituato di fatto all’approfondimento, all’analisi ed allo studio dei problemi, a tutto ciò che richiede tempo ed una capacità di attenzione nei tempi lunghi.

I leader politici, tutti, hanno talmente compreso bene la situazione attuale che ormai hanno staff molto preparati per lanciare con una velocità supersonica messaggi e prese di posizioni passando da un argomento all’altro in men che non si dica, affrontando anche cinque o sei temi in un solo giorno.

Una cosa impensabile fino a qualche anno fa che mi fa pensare con una punta di amarezza a quando nella organizzazione dei vecchi partiti un posto di rilievo lo occupava l’immancabile settore stampa e propaganda.

Tornando alla autonomia differenziata mi sembra incredibile che uomini colti del Sud non abbiano colto la grave minaccia che si nasconde nelle bozze di accordo che Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per le aree più svantaggiate del paese e, quindi, del Sud prima di tutti.

Mi meraviglia come sia passato il messaggio che l’autonomia farebbe bene al Sud ignorando che scontiamo anni di disattenzione dello stato unitario che si è tradotto in un gap infrastrutturale impossibile da colmare nel breve e nel medio termine.

Un errore immaginare che tutto ciò sia possibile recuperare con una ripartizione delle risorse che, sulla base della proposta attuale, cristallizzerebbe il divario economico tra nord e Sud.
Su questo aspetto anche i cosiddetti sovranisti mi sono sembrati molto superficiali. Non hanno considerato, infatti, che la sovranità nazionale ha più nemici. Uno è certamente l’Unione Europea ma poi ci sono le spinte autonomiste delle regioni che, anch’esse, puntano a sottrarre sovranità allo stato.

Non accontentatevi dei brevi messaggi da social che non possono essere esaustivi per condividere o contestare una presa di posizione politica. Educhiamo i nostri leader a comportamenti diversi ed a riportare il dibattito all’interno dell’alveo naturale delle sedi di partito.

Facciamo capire a tutti che un tweet, un post, può essere utile per conquistare qualche titolo di giornale ma mai per scrivere una pagina di storia.

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Luigi Rispoli
Luigi Rispoli
Giornalista pubblicista, organizzatore del Premio Masaniello – Napoletani Protagonisti, fondò insieme al poeta Salvatore Barone il gruppo musicale Vento del Sud, è stato componente della Giunta Esecutiva Nazionale del Centro Sportivo Fiamma ed ha fatto parte del Comitato Regionale del CONI per l'organizzazione dei Giochi Studenteschi, è direttore editoriale di Questanapoli, periodico a distribuzione gratuita.

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