I terroristi arrivano via mare. Ora lo confermano anche gli studi

Il legame tra terrorismo e infiltrazione clandestina appare sempre più evidente. Ora a confermarlo sono studi autorevoli.

Il dato, un terrorista su sei è clandestino

Il Rapporto 2023 sul Terrorismo e il Radicalismo in Europa presenta alcuni dati interessanti, che danno ragione ai giusti timori del Governo sul fatto che un' incontrollata abbia più possibilità di far arrivare criminali nelle nostre città.

Stando ai numeri relativi ai terroristi, 1 su 6 è clandestino, arrivato a bordo dei gommoni e accolto nei centri per , o è comunque un falso regolare integrato con moglie, figli, lavoro. O ancora, è da poco uscito dal carcere.

Come riportato in un articolo de Il Giornale, lo studio commissionato dal Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri e pubblicato dal Centro Militare di Studi Strategici del Ministero della Difesa riporta che “Siamo esposti da anni alla contaminazione jihadista”.

In particolare, “dei 138 terroristi presi a campione, la metà sono migranti regolari, il 26% sono immigrati di seconda o terza generazione. E il 16% sono immigrati irregolari, arrivati per lo più da Tunisia e Marocco. La cosa che lascia esterrefatti è che quest'ultimo dato è in aumento. Gli irregolari sono saliti al 32% dei responsabili nel 2022. È anche significativo il numero di convertiti europei all': il 6% degli attaccanti. Complessivamente, il 73% dei terroristi sono residenti regolari, mentre il rapporto tra immigrati irregolari e terroristi è di uno a 6. Inoltre, nel 4% degli attacchi sono stati impiegati bambini minori tra gli attaccanti”.

Stando al rapporto c'è dunque un rischio statistico, dal momento che “più immigrati irregolari significano maggiori possibilità che qualche terrorista possa nascondersi tra di loro o unirsi al terrorismo jihadista in un secondo momento”.

Il controllo sulla e sul versante sociale

Sono dunque i numeri ora a confermare ciò che si temeva da tempo: più immigrazione incontrollata, più possibilità di terrorismo, dal momento che sono parecchi i punti di contatto tra i migranti che aderiscono alla jihad e che emigrano proprio per colpire, portando avanti la loro causa.

Un quadro scioccante, che non può che far riflettere sulla necessità di adeguare il sistema migratorio alle crescenti sfide del presente, ora più che mai, considerando anche i due grandi conflitti che si stanno svolgendo nel blocco russo-ucraino e in quello israelo-palestinese.           

Prima di tutto, occorre che non solo in Italia, ma nell'Europa intera, ci sia un migliore coordinamento sia sul monitoraggio del rischio terrorismo sia sui provvedimenti, in modo da realizzare un quadro normativo e procedurale più omogeneo.

Ma a tutto ciò bisogna aggiungere un'operazione da svolgere a livello sociale, attraverso non solo il recupero dei radicalizzati, ma anche con atti volti a estirpare qualsiasi diffusione di estremismo, sia esso religioso o di altra matrice.

La migrazione e il terrorismo, come si è visto, sono drammaticamente problemi europei e come tali vanno trattati. Solamente in questo modo sarà possibile uscire dal vortice di instabilità in cui stiamo vivendo e riconsegnare un contesto connotato da stabilità e sicurezza.

Redazione
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La Redazione de La Voce del Patriota

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