Non poteva mancare, ad Atreju, il presidente del Senato Ignazio La Russa. Sul palco di Atreju, intervistato dalla firma del Fatto Quotidiano Peter Gomez, la seconda carica dello Stato ha parlato delle riforme, le grandi riforme che il centrodestra sta attuando in questa legislatura per velocizzare e migliorare la Nazione. La prima di queste è l’autonomia differenziata: sulla possibilità che si proceda al referendum abrogativo della legge già approvata in Parlamento, La Russa ha espresso l’esigenza di abbassare il quorum minimo di partecipanti al voto, malgrado in questo caso la mancata partecipazione alle urne potrebbe essere una chiave per permettere alla legge di non essere abrogata: “È una tecnica che non mi scandalizza, ma io personalmente preferisco andare a votare ed esprimermi”. Poi il premierato, la madre di tutte le riforme: Gomez ha espresso titubanza in merito all’ipotesi di elezione di un secondo premier rappresentante della stessa maggioranza del primo. “La legge è in itinere – ha spiegato La Russa – ma in nessun caso si arriverà al secondo premier, è una norma di chiusura, perché per arrivare al secondo ci vuole la volontà del primo. È un’ipotesi così marginale che non è su quella che si decide la bontà o meno del premierato”. Per il presidente del Senato, “quando maturò l’idea di non scegliere la strada dell’elezione diretta del Capo dello Stato ma di pensare che la strada migliore fosse quella dell’elezione diretta del Presidente del Consiglio” la ragione fu “la speranza di trovare un terreno di condivisione con l’opposizione. Ingenuamente”. Poi la riforma della giustizia, vituperata da molti ma La Russa mette le cose in chiaro: “Non è nel nostro programma e neanche nel nostro dna volere che l’ordine giudiziario sia sottoposto al potere politico”. Gomez ha sollevato il caso degli spioni di Milano, gli accessi illegali a documenti delicati che ha riguardato da vicino anche lo stesso La Russa e i suoi figli. “Rimane un mistero: vorrei proprio sapere qual era l’obiettivo? Se me lo chiedevano, glielo dicevo io. Venite pure, non c’è niente da nascondere, le finestre sono aperte”.
La Russa ha una lunga militanza in politica. Ha vissuto l’epoca del terrorismo politico, gli anni che portarono alla morte di persone come Sergio Ramelli. Un periodo complicato, in cui molti terroristi, rossi e neri, hanno militato anche in partiti politici. “Nell’album di famiglia, però, non metti le foto di quelli che passano vicino alla famiglia: nel tuo album di famiglia, metti solo quelli che in qualche modo hanno un percorso comunque coerente, anche se poi si evolve in maniera sbagliata”. Poi, il fondatore di Fratelli d’Italia ha ripreso le parole del segretario del Movimento Sociale Italiano, Giorgio Almirante: “Ai terroristi voglio dare la pena di morte. Ai terroristi di destra, due pene di morte”, aggiungendo: “Io alla sinistra non gliel’ho mai sentito dire. Questa è la differenza”.
Guerra in Medio Oriente. La situazione è assai complessa e non sono ammesse semplificazioni. Secondo La Russa, “quando si esamina la vicenda di Israele, si dimentica che è un unicum. In Ucraina c’è un problema territoriale: la Russia dice ‘voglio un pezzo dell’Ucraina perché ci sono i russofili’. Non è questo il caso di Israele: i nemici di Israele vogliono che scompaia, non ammettono la possibilità che Israele esista”. Dunque, “una strada per trovare un equilibrio in quell’angolo martoriato del mondo deve necessariamente partire dicendo, da parte dei nemici di Israele, ‘ritiro la pretesa di fare scomparire Israele’”. Si discuterà delle posizioni, ma “fintanto che la pretesa è quella di annullare l’esistenza dell’unico stato democratico in quell’angolo del mondo, inevitabilmente non ci sarà una pace duratura”. E sull’Ucraina, La Russa ribadisce che nei suoi confronti c’è stato un forte attacco “che è una violazione non solo del diritto internazionale ma della sicurezza dell’Europa. Ci avete insegnato, e giustamente, che Inghilterra Francia dichiarano guerra a Hitler quando capirono che non si sarebbe fermato a occupare le zone dove c’erano predominanza tedesche. I concetti nella storia non cambiano mai: si è capito benissimo che l’atteggiamento della Russia poteva essere l’inizio di una espansione della ‘Grande madre Russia’”.
È arrivato poi il momento dell’aneddoto legato alla sua elezione a Presidente del Senato. “Mi hanno votato tutti”, spiega La Russa. Con il mancato voto di Forza Italia che premeva per la nomina di un suo esponente a ministro, (“parlai con Berlusconi e tutti pensarono che se la prendesse con me”), sono serviti dunque i voti non solo dei renziani, ma anche delle opposizioni: “Tutti hanno contribuito. Io sono orgoglioso della fiducia che mi hanno voluto accordare e me ne ricordo quando faccio il presidente del Senato, non ci sono mai state polemiche tra me e i capigruppo delle opposizioni”.