Il buonismo del Ministro Trenta (M5S): non associare islam a terrorismo.

Il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta (M5s) ha colto l’occasione di un’intervista a TV2000 per smarcarsi dall’alleato leghista e togliersi qualche sassolino dalle scarpe rispetto alle recenti “invasioni di campo” di Salvini. Ennesimo segnale di quanto la convivenza giallo-verde sia diventata molto difficile, nonostante le continue rassicurazioni dei due vicepremier.

La Trenta, infatti, non ha perso occasione di dire la solita cosa di sinistra per differenziare il movimento dal coinquilino padano, arrivando a dichiarare che è sbagliato accostare la parola islam al termine terrorismo. Nello specifico ha detto” “Bisogna combattere contro la narrativa – ha aggiunto il ministro Trenta – che associa all’elemento terroristico l’Islam perché l’Islam non è terrorismo. Contro l’Isis serve una strategia multiforme. Dove l’Isis si è fatto Stato e dove ha calpestato ogni diritto umano è necessario intervenire con un approccio come quello della coalizione. È importante il valore della cultura perché ci consente di combattere contro certe narrative che fanno nascere il terrorismo. In altri momenti bisogna combatterlo con una strategia di sviluppo perché dalle disuguaglianze nascono quei semi che possono far nascere e crescere il terrorismo”.

Parole che hanno fatto saltare sulla sedia Souad Sbai, ex parlamentare del PDL, di origini marocchine, da sempre impegnata nella lotta al terrorismo islamico, secondo la quale “condannare pubblicamente l’estremismo islamico e il terrorismo da esso generato, come ha più volte fatto Salvini (che la Sbai tuttavia accusa da tempo di aver fatto una pesante giravolta nell’aprire il dialogo con il Qatar n.c.r.)  insieme a Giorgia Meloni, non significa condannare l’islam in quanto tale, come invece vuol far credere la Ministra a 5 stelle. La differenza è ben evidente e la Ministra ne è certamente consapevole. Per cui un tema così delicato non andrebbe sfruttato per montare becere polemiche politiche. Piuttosto, la Ministra Trenta dovrebbe illustrare agli italiani, ad esempio, quali programmi di deradicalizzazione ha deciso di attuare per i foreign fighters di ritorno dalla Siria e per gli altri jihadisti in territorio italiano. Ma in mancanza d’iniziative concrete, la Ministra continua a rifugiarsi nei soliti luoghi comuni su come si combatte ISIS, dimenticando oltretutto di menzionare il ruolo che la Fratellanza Musulmana continua a svolgere nell’indottrinamento al terrorismo jihadista. I leader politici vanno giudicati sulla base delle loro azioni e non delle parole: la Ministra Trenta è bocciata in entrambi i casi”.

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