Il candidato dell’opposizione venezuelana Urrutia costretto all’espatrio, il procuratore venezuelano Saab stigmatizza l’evento

Edmundo Gonzalez Urrutia, politico venezuelano con una carriera diplomatica alle spalle, nonché Leader della lista anti-chavista “Piattaforma Unitaria”, è stato costretto ad espatriare in Spagna. Proprio ieri è avvenuto l’atterraggio dell’aereo che l’ha trasportato fino a Madrid. Maria Corina Machado, figura di spicco all’interno dell’alleanza politica, ha dichiarato che l’allontanamento di Urrutia sia dovuto alle “Crescenti minacce, convocazioni, mandati di arresto e persino i tentativi di ricatto e la coercizione a cui è stato sottoposto dimostrano che il regime non ha scrupoli né limiti nella sua ossessione di metterlo a tacere e di cercare di sottometterlo” e che continuerà la sua lotta per liberare il Venezuela da un altro posto. Comprensibile il motivo della sua dipartita, all’età di 75 anni per lui sarebbe difficile sostenere i continui attacchi ricevuti fino a questo momento, soprattutto per la salute che con l’avanzare dell’età potrebbe risentirne gravemente. Ad ogni modo, l’accoglienza del dissidente venezuelano potrebbe essere il solo ed unico risultato positivo in termini etici e politici del Primo ministro Pedro Sanchez

L’ennesimo schiaffo alla democrazia che il Presidente Maduro sostiene di voler difendere contro i Fascisti immaginari. Un’esile difesa da parte di un uomo che sta cercando in ogni modo di sedare  con l’oppressione il dissenso popolare. Il problema venezuelano però sembra essere tutt’altro e riconducibile nuovamente alla legislatura che governa il paese nonostante i fortissimi dubbi sui brogli. Guardando criticamente la situazione non colpisce tanto il dissenso delle persone, quanto l’odio con cui Maduro sta cercando in ogni modo di sedare chiunque non voglia più omologarsi ad un’ideologia chavista fuori dal tempo. La resa ed il riconoscimento dell’utopia come un male per la società non sembra essere una priorità per chi nonostante tutto ha ancora il coraggio di portare avanti ideologie inefficaci ed obsolete.

Il Procuratore generale del Venezuela, Tarek Saab, ha definito così la partenza dell’ex candidato alle elezioni politiche: ”chiude la breve stagione di un’opera umoristica di un genere che potrei chiamare teatro buffo…Quest’opera mediocre ha causato ansia, sangue, sudore e lacrime a spettatori innocenti”. È vero, tanti innocenti hanno sofferto, ma non per colpa dell’opposizione. Comunque sia, mentire spudoratamente addossando le colpe a chi non ne ha, è una trama della peggior specie. Manipolare la realtà si addice se non altro alle logiche del Regime chavista, su questo non c’è alcun dubbio di sorta. L’unico teatrino è quello di chi non vorrebbe mai accettare la sconfitta oppure un no come risposta, lo dimostrano le assurde accuse che in questi ultimi tempi si sono ripetute ai danni degli oppositori venezuelani.

Già dal 28 luglio, Urrutia è stato ospitato nell’Ambasciata olandese per più di un mese: l’Aja infatti lo riterrebbe il vero vincitore delle elezioni, forse anche per questa ragione la sua richiesta è stata prontamente accettata dalla rappresentanza diplomatica.

Quando anche la legge si lega al sopruso, questa smette di avere la sua precedente funzione e diventa automaticamente un organo necessario per il sostentamento della tirannia, quello del Venezuela ne è l’ennesimo esempio storico con cui il neo-comunismo dovrà fare i conti prima o poi. 

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Gabriele Caramelli
Gabriele Caramelli
Studente universitario di scienze storiche, interessato alla politica già dall’adolescenza. Precedentemente, ha collaborato con alcuni Think Tank italiani online. Fermamente convinto che “La bellezza salverà il mondo”.

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