Ieri sera, su Italia 1, è andato in onda, per la prima volta in televisione, “Il sindaco, Italian politics for dummies”, il docufilm girato dalla Iena Ismaele La Vardera il quale, con l’aiuto di una telecamera nascosta, ha ripreso, durante la sua candidatura a sindaco di Palermo in occasione delle amministrative del 2017, ben quattro mesi di campagna elettorale.
Gli interpreti del film, per la maggior parte esponenti assai noti della politica italiana, senza aver firmato alcuna liberatoria che autorizzasse la pubblicazione dei filmati in cui erano stati furtivamente coinvolti, sono andati a finire sugli schermi di molteplici cinema d’Italia e, da ieri sera, anche in telediffusione. L’obiettivo di La Vardera? Smascherare tutta – o quasi – la decadenza e tutto il liquame dell’attuale classe politica italiana.
Peccato che l’operazione non gli sia tanto riuscita e ciò che si evince dalla pellicola non è altro che pura constatazione e contemplazione di ovvietà elettorali. Nessuna notizia sensazionale, nessun giornalismo d’inchiesta. L’intento di mettere in cattiva luce una determinata parte politica si è tramutato, involontariamente, nella stigmatizzazione di un certo tipo di giornalismo che fa della slealtà e del qualunquismo sue indispensabili prerogative.
L’aver dato fiducia ad un giovane di ventitre anni, conferendogli l’opportunità di candidarsi a sindaco di una città importante come Palermo, resta un gesto forte che Fratelli d’Italia e Noi con Salvini, quasi due anni va, hanno deciso di compiere. La scelta di effettuare una candidatura farlocca volta solamente al profitto economico scaturibile dagli incassi del botteghino non fa onore ad Ismaele La Vardera, specialmente se per ottemperare al suo desiderio di grana e fama ha dovuto tradire la fiducia di 6596 elettori.
6596 palermitani a cui bisognerebbe chiedere scusa per la presa in giro che hanno dovuto sorbire. Trattasi di cittadini che hanno creduto nell’intraprendenza e nel nobile (apparentemente) gesto di un giovane che pareva voler realmente battersi per la propria terra. L’inviato de Le Iene, invece, ha cercato di dipingire un degradato quadro politico, insozzandolo ancor di più con la sua operazione di marketing.
A supportarlo c’è stata anche Giorgia Meloni che, facendo politica con la P maiuscola sin dai tempi del liceo, ha creduto per davvero nella candidatura del giovane La Vardera. Chissà, invece, quale sarà il traguardo di chi fa giornalismo con la g minuscola. Ecco quanto ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia «Caro Ismaele La Vardera, come hai potuto vedere bene con la tua telecamera nascosta, la politica non fa tutta schifo. C’è anche qualcuno che crede in quello che fa. Detto questo, per dimostrare la tua buonafede, mi aspetto che tu devolva i proventi del film ai parenti delle vittime della mafia».