Hanno fatto il giro del mondo le fotografie ritraenti il presidente ceceno Ramzan Kadyrov a bordo di un Tesla Cybertruck, l’assai particolare pick-up della Casa automobilistica statunitense produttrice di veicoli elettrici, con tanto di mitragliatore fissato sul cassone. La notizia, legata alle immagini circolate, è stata quella del Cybertruck “donato” da Elon Musk, proprietario di Tesla, di X e di molte altre cose, direttamente a Kadyrov, il quale avrebbe ringraziato di cuore l’amico Elon, invitandolo a Grozny, capitale della Cecenia, come ospite più che gradito. Il leader ceceno, putiniano di ferro, si appresterebbe ad usare il mezzo in guerra per dare supporto all’esercito russo sul fronte ucraino.
Ricorrere ad un autocarro elettrico in un conflitto militare, quando non è nemmeno ancora stato risolto il problema delle lunghe percorrenze con veicoli a batteria civili, pare quantomeno un poco azzardato, ma, indipendentemente dai programmi di Ramzan Kadyrov, la realtà non corrisponde a quanto è stato raccontato dai giornali di mezzo mondo, inclusi quelli italiani. Non si sa come un Cybertruck sia potuto giungere in Cecenia visto che tale Repubblica fa parte della Federazione russa e condivide con Mosca le sanzioni economiche occidentali, e i produttori dell’eccentrico pick-up hanno la sede legale negli Stati Uniti, ma una cosa è assodata, ovvero, Elon Musk non ha regalato nulla allo Zar in miniatura di Grozny, né il camioncino futuristico assemblato da Tesla e nemmeno altri oggetti di valore.
È stato lo stesso Musk a sottolinearlo con un post su X anche piuttosto definitivo. In sostanza, ha chiesto come si possa essere così ritardati da credere che uno dei più importanti fornitori di tecnologie per l’esercito americano, quale lui è con le sue aziende, (l’impero di questo magnate non si occupa solo di auto elettriche), vada a regalare un mezzo per la guerra ad un generale russo, cioè, Kadyrov. A maggior ragione, in questa fase contrassegnata dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni. Eppure, forse già sapendo che si trattasse di una bufala, magari sorretta dall’ego di un ciarlatano fanatico come il leader ceceno, tanti giornali, negli USA e in Europa, hanno lanciato e rilanciato questa bugia spacciandola per un dato di fatto.
Alla galassia liberal e radical-chic occidentale, che ora, in America, ma anche nel Vecchio Continente, sta pregando, si fa per dire, affinché a novembre prossimo Kamala Harris diventi la nuova presidente degli Stati Uniti e sconfigga Donald Trump, serve far passare l’idea che quest’ultimo e le personalità a lui vicine, come Elon Musk che potrebbe diventare un esponente di punta della ipotetica e nuova Amministrazione Trump, siano in qualche modo conniventi con la Russia di Putin. Quale modo se non quello di insinuare che vi siano addirittura regalìe e forniture gratuite di giocattoli per la guerra a favore di un presidente-fantoccio al servizio di Vladimir Putin quale è Razman Kadyrov? Spesso si tenta di descrivere Donald Trump come un sodale più o meno mascherato del Cremlino, anche se il tycoon non ha mai giustificato in alcun modo l’aggressione russa in Ucraina, ma è importante segnalare ai più distratti che l’ex presidente ed ora nuovamente candidato repubblicano alla Casa Bianca, sia uno dei politici americani più odiati dall’Iran, che, come denuncia l’FBI, avrebbe sguinzagliato i propri hacker per creare danni alla campagna elettorale trumpiana.
Il potente generale iraniano Qasem Soleimani fu ucciso durante l’Amministrazione Trump per preciso volere del presidente e gli ayatollah di Teheran, come si dovrebbe sapere ad ogni latitudine, vantano una stretta cooperazione con la Russia, che ricambia con forniture, anche militari e appoggi vari. Non si intravede, quindi, una grande complicità fra Trump e Putin.