Il fallimento del Reddito di Cittadinanza dati alla mano: il disastro pentastellato

Un’indagine del Messaggero ha rivelato, dati alla mano, tutto il fallimento del Reddito di Cittadinanza. Nato come una misura temporanea che, nel giro di qualche mese, avrebbe permesso a chi lo percepiva di accedere più agevolmente al mondo del lavoro, è costato alle casse dello Stato dal 2019, anno della sua prima erogazione, ben 30 miliardi di euro. Lo scorso anno erano circa un milione le famiglie a ricevere l’assistenza, per un ammontare di 800 milioni di euro. Tra questi – sappiamo bene – si nascondevano anche mafiosi, furbetti che non ne avevano diritto, chi faceva di tutto per averne diritto, chi lo utilizzava per arrotondare le entrate di un lavoro a nero, chi ancora, in qualche modo, ne collezionava in famiglia. Alcuni di questi sono stati beccati, chissà però quanti altri l’hanno fatta franca. Insomma, si è trattato un totale fallimento e anche i numeri sulle occupazioni divulgati dal Messaggero parlano chiaro: 38 nel 2020, 139 nel 2021 e 207 nel 2022. Numeri ridicoli che parlano da soli di un fallimento che i più maliziosi possono ritenere cercato soprattutto se si pensa alla scarsa formazione di molti percettori, insufficiente per ritenerli appetibili sul mercato del lavoro, e all’inefficienza di centri dell’impiego, talvolta, come rivelato da altre inchieste, perennemente chiusi o non funzionanti. Insomma, totale fallimento di Giuseppe Conte e dei pentastellati che, anche di fronte all’evidenza dei numeri, continuano a difendere quella che possiamo definire una delle misure più scellerate della storia della nostra Nazione (si gioca la prima posizione con Superbonus e banchi a rotelle, voluti non diciamo da chi).

La mano del governo Meloni si è fatta sentire con la stretta iniziata ad agosto 2023, mese ultimo di percezione chi è adatto al mondo del lavoro, accompagnata dal Supporto per la formazione e il lavoro, uno strumento di 350 euro mensili con annessa formazione e percorsi per l’inserimento nel mercato lavorativo. Così facendo, si è passati a 800 mila famiglia, con una spesa ridotta a 400 milioni. Un terzo degli ex percettori ha già inoltrato richiesta per il Supporto, mentre altri 750 mila riceveranno l’Assegno di inclusione che, da gennaio, sostituirà completamente il Reddito: l’Adi – si legge sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – sarà rivolto alle famiglie con al suo interno persone con disabilità, minorenni, persone con almeno 60 anni di età e persone in condizione di svantaggio e inserite in programma di cura e assistenza. Finalmente, dunque, grazie al governo Meloni, il Reddito di Cittadinanza non peserà più sulle casse dello Stato: primi macigni da eliminare per ricostruire la Nazione.

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