Grazie al governo Meloni il femminicidio diventa un reato apposito punito con l’ergastolo. La tipizzazione del crimine avviene con il decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri. La fattispecie di reato punta a proteggere la donna indipendentemente dai vincoli familiari: “Chiunque cagiona la morte di una donna quando il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità, è punito con l’ergastolo. Fuori dei casi di cui al primo periodo, si applica l’articolo 575” del codice penale, ossia quello relativo al delitto di omicidio che prevede una pena non inferiore a 21 anni.
“Oggi il governo compie un altro passo avanti nell’azione di sistema che sta portando avanti fin dal suo insediamento per contrastare la violenza nei confronti delle donne e per tutelare le vittime. Il Consiglio dei ministri ha varato un decreto-legge estremamente significativo, che introduce nel nostro ordinamento il delitto di femminicidio come reato autonomo, sanzionandolo con l’ergastolo, e prevede aggravanti e aumenti di pena per i reati di maltrattamenti personali, stalking, violenza sessuale e revenge porn. Norme che considero molto importanti e che abbiamo fortemente voluto per dare una sferzata nella lotta a questa intollerabile piaga. Ringrazio i ministri che hanno lavorato al provvedimento e che ci hanno permesso di raggiungere, alla vigilia della Festa della Donna, questo importante risultato”, così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Soddisfazione espressa anche dal ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella: “Il femminicidio in questo modo diventa un reato autonomo e questo conferma la specificità del femminicidio. Non una maggiore gravita’ dal punto di vista etico, ma proprio una diversità manifestata dal numero di omicidi: sono molte piu’ le donne uccise da uomini che gli uomini uccise da donne, un numero davvero esiguo. E’ un’asimmetria numerica specchio di un’asimmetria molto più profonda e radicata”. “E’ una novità dirompente ma noi pensiamo che sia una novità da un punto di vista più ampio, della cultura, è un tentativo di produrre un mutamento culturale”, ha proseguito.
Il testo prevede anche pene più severe per maltrattamenti, minacce e revenge porn: “La pena è aumentata da un terzo alla metà se”, nel caso di maltrattamenti di familiari o conviventi, “il fatto è commesso come atto di discriminazione o di odio verso la persona offesa in quanto donna o per reprimere l’esercizio dei suoi diritti o delle sue libertà o, comunque, l’espressione della sua personalità”. Negli stessi casi, la pena è aumentata da un terzo a due terzi per quanto riguarda le minacce e il revenge porn. Il ddl potenzia la tutela delle vittime nel suo complesso, rafforzando il ricorso alla misura cautelare degli arresti domiciliari per gli autori di violenza e, in caso di divieto di avvicinamento disposto dal giudice, si stabilisce oltre i 500 metri fissati dalla legge Roccella la distanza minima da tenere rispetto ai luoghi frequentati dalla persona offesa.
Schlein smentita, sinistra costretta ad applaudire
Anche la sinistra è costretta ad applaudire: “L’annuncio dell’istituzione della fattispecie di reato di femminicidio da parte del Consiglio dei ministri di oggi, con un disegno di legge che nel contempo rafforzerebbe altre misure e mettendo al centro la tutela delle donne vittime di violenza, pare andare nella direzione da noi molte volte invocata e potrebbe dunque essere un utile passo avanti”. Lo dicono i parlamentari del Pd che fanno parte della commissione bicamerale sul femminicidio, dello stesso partito di Elly Schlein che disse: “Non ci serve una premier donna se non fa niente per le donne”. La segretaria del Partito democratico anche questa volta viene smentita dai fatti.