Il Generale Soleimani ucciso da un raid Usa. Trump twitta vittorioso la bandiera americana.

La morte di Soleimani minaccia di intensificare drasticamente le ostilità tra statunitensi e iraniani e getta un’ombra cupa sulla possibilità di pace in Medio Oriente.

L’escalation è iniziata il 27 dicembre scorso, quando una base americana nel nord dell’Iraq è stata attaccata. Il Presidente Trump ha incolpato dell’attacco Kataib Hezbollah, una una milizia appoggiata dall’Iran e subito ha fatto sapere al mondo la sua posizione. “…. L’Iran sarà ritenuto pienamente responsabile delle vite perse o dei danni subiti in qualsiasi delle nostre strutture”, ha twittato il tycoon. “Pagheranno un GRANDE PREZZO! Questo non è un avvertimento, è una minaccia. Felice anno nuovo!”

Nella giornata di domenica, la milizia è stata quindi colpita dagli aerei americani, con il risultato di un tragico bollettino di 24 morti.  Due giorni dopo, i sostenitori della milizia sono entrati nell’Ambasciata americana di Bagdad, dando fuoco allo stabile e cantando “Death to America”. Tra gli assaltatori, c’era Abu Madhi Muhandis, fondatore di Kataib Hezbollah.

La reazione americana non si è fatta attendere e questa notte, poco dopo la mezzanotte, a Bagdad, droni statunitensi hanno lanciato missili su due auto, uccidendo 8 persone.  Il Generale Qassem Soleimani, appena atterrato di ritorno dalla Siria, è rimasto ucciso nell’attacco, insieme allo stesso Abu Madhi Muhandis.

Subito è arrivato il comunicato del Pentagono, ripreso dalle principali testate italiane. “Su istruzioni del Presidente i militari americani hanno intrapreso una decisa azione difensiva con l’uccisione del generale Qassem Soleimani per proteggere il personale americano all’estero”, si legge nella nota. “”Il generale Soleimani stava mettendo a punto attacchi contro diplomatici americani e personale in servizio in Iraq e nell’intera regione. Il generale Soleimani e le sue forze Quds sono responsabili della morte di centinaia di americani e del ferimento di altri migliaia. Il generale Soleimani ha anche approvato gli attacchi contro l’ambasciata americana a Baghdad che hanno avuto luogo questa settimana”.

Trump ha prontamente pubblicato un chiaro messaggio su Twitter: una bandiera a stelle e strisce, senza alcun commento.

Ma chi era Qassem Soleimani?  Nato nel 1957, dalla fine degli anni ‘90 guidava Al Quds, ossia le forze speciali iraniane per le operazioni segrete all’estero ed era considerato come la possibile futura guida del Paese. Soleimani, braccio destro dell’ayatollah Ali Khamenei, figura chiave per il regime islamico di Theran, era stato negli ultimi anni uno dei principali artefici della lotta all’Isis in Siria, del supporto a Bashar al Assad e del sostegno agli Hezbollah in Libano.

Le reazioni iraniani sono state durissime. Khamenei ha proclamato tre giorni di lutto nazionale ed ha mandato un chiaro messaggio alla Nazione: “ Cara nazione iraniana! Anni di sforzi sinceri e coraggiosi per combattono contro i diavoli e i malvagi nel mondo e anni di desideri per il martirio sulla via di Dio, hanno finalmente portato il caro comandante dell’Islam, Soleimani, a questo elevato stato. Il suo sangue è stato versato dal più barbaro degli uomini.  Ci compiacciamo per l’anima pura dell’Imam Mahdi e di Soleimani e porgiamo le condoglianze alla nazione iraniana per questo grande martirio. Egli era un eminente esempio di persona addestrata all’Islam. Ha trascorso tutta la vita a lottare per Dio. Il martirio è stata la ricompensa per i suoi instancabili sforzi nel corso degli anni.  I suoi sforzi e la sua strada non saranno fermati dal suo martirio, grazie alla potenza Potenza di Dio, piuttosto una vendetta severa attende i criminali che si sono macchiati le mani con il sangue suo e degli altri martiri la scorsa notte. Il martire Soleimani è una figura internazionale della resistenza e tutte queste persone cercheranno vendetta.  Tutti gli amici e i nemici sanno che la Jihad della Resistenza continuerà con più motivazione e una vittoria definitiva attende i combattenti su questo cammino benedetto. La perdita del nostro caro Generale è amara. La lotta continua e la vittoria finale saranno più aspre per gli assassini e i criminali.

Javad Zarif Ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, sempre tramite il popolòare social network a dichiarato che “L’atto statunitense di terrorismo internazionale, mirato e che ha assassino il generale Soleimani, la forza più efficace nella lotta contro Daesh (ISIS), Al Nusrah, Al Qaeda, genera una escalation folle ed estremamente pericolosa.  Gli Stati Uniti hanno la responsabilità di tutte le conseguenze del loro avventurismo sleale”.

Anche il Presidente iraniano Hassan Rouhani non ha tardato a farsi sentire sull’accaduto. “L’Iran sarà più determinato a resistere agli Stati Uniti” ha detto secondo quanto riferito dalla televisione di stato iraniana e riportato dall’agenzia di stampa Reuters. “Il martirio di Soleimani renderà l’Iran più decisivo per resistere all’espansionismo americano e per difendere i nostri valori islamici. Senza dubbio, l’Iran e altri Paesi in cerca di libertà nella regione si vendicheranno”.

«Gli Usa devono cominciare a ritirare le loro forze dalla regione irachena da oggi o cominciare a comprare bare per i loro soldati», ha detto Mohammad Reza Naghdi, comandante dei Guardiani della Rivoluzione iraniana, citato dall’agenzia Fars..

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa ufficiale siriana Sana, che cita una fonte del Ministero degli Esteri di Damasco, Hassan Nasrallah, leader di Hezbollah, avrebbe affermato che “l’uccisione del comandante dei Pasdaran iraniani, Qasem Soleimani, deve essere vendicata. Portare a termine l’appropriata punizione per questo assassinio criminale sarà responsabilità di tutti i combattenti della resistenza nel mondo”. Anche da Damasco è arrivata la condanna “nei termini più duri” di quella che è stata definita come una “criminale aggressione degli Stati Uniti che ha portato al martirio del leader di al-Quds, il generale iraniano Qassem Soleimani”.

Si sono susseguiti in queste ore anche i comunicati dei leader dei più importanti Paesi dello scacchiere internazionale coinvolti nelle dinamiche mediorientali, ripresi dalle agenzie di stampa italiane.

Mentre gli Stati Uniti allertano i cittadini americani e li sollecitano ad abbandonare rapidamente il Paese, anche il Grande Ayatollah Al-Sistani, massima autorità sciita irachena, condanna l’attacco. Come riportato da Adnkronos, tramite una nota diffusa dall’ufficio di al-Sistani il religioso avrebbe dichiarato che “il malvagio attacco all’aeroporto internazionale di Baghdad della scorsa notte rappresenta una violazione insolente della sovranità irachena e degli accordi internazionali. Ha portato all’uccisione di diversi comandanti che hanno sconfitto i terroristi dello Stato Islamico. Questo e altri eventi indicano che il Paese sta andando verso tempi molto difficili. Chiediamo a tutte le parti interessate di comportarsi con autocontrollo e di agire con saggezza”.

Anche la Russia ha preso subito posizione, tramite la dichiarazione Konstantin Kosachev, presidente della Commissione esteri del Consiglio della federazione russo, che ha definito “un errore” l’uccisione del Generale iraniano e che ”le ultime speranze di risolvere il problema nucleare iraniano sono state ‘bombardate”’ Sulla sua pagina Facebook, secondo quanto riportato da AdnKronos, Kosachev ha scritto che ”seguiranno certamente attacchi di rappresaglia”, aggiungendo che anche Israele dovrebbe temere le conseguenze.

Controverse le posizioni negli Stati Uniti dove l’avversario democratico e candidato alla Casa Bianca Joe Biden attacca il Presidente, sostenendo che abbia gettato “dinamite in una polveriera”. Un “atto provocatorio e sproporzionato”, è il commento di Nancy Pelosi, Presidente della Camera dei rappresentati. Un raid che “rischia di provocare una pericolosa ulteriore escalation di violenza”, fino al “punto di non ritorno”.

Il portavoce della NATO Dylan White ha dichiarato che l’organizzazione sta “monitorando attentamente la situazione nella regione” e che “rimane in stretto contatto con le autorità statunitensi”. White ha precisato che in Iraq la NATO è attiva su richiesta del governo iracheno, al fine di “aiutare a rafforzare le forze irachene e prevenire il ritorno dell’Isis”.

Il Ministro francese per gli Affari Europei Amèlie de Montchalin ha dichiarato che il presidente Emmanuel Macron avrà presto un confronto con i principali attori della dell’area interessata. “Il nostro ruolo”, ha detto la de Montchalin   “non è schierarci ma parlare con tutti”.

Anche la Cina, tramite il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang ha preso posizione, invitando alla moderazione, soprattutto gli Stati Uniti.

In Israele lo stato di allerta è altissimo. Durante la notte la radio militare ha interrotto tutte le trasmissioni per dare costanti aggiornamenti sulla situazione. Ci si aspetta una reazione degli Hezbollah e per questo il ministro della Difesa israeliano Naftali Bennett ha messo subito a lavoro lo Stato Maggiore per valutare possibili ripercussioni e principali rischi.
Secondo quanto riportato dalla BBC, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu averbbe affermato che gli Stati Uniti hanno il “diritto” di difendersi e ha elogiato il presidente Trump per aver agito “in modo rapido, deciso e deciso” (https://www.bbc.com/news/world-middle-east-50979463).

Sempre secondo quanto riportato dalla BBC, il segretario agli Esteri del regno Unito Dominic Raab avrebbe affermato che il Regno Unito “riconosce la minaccia aggressiva” che Gen Soleimani ha posto in essere, ma “ulteriori conflitti non sono nei nostri interessi” (https://www.bbc.com/news/uk-politics-50981719).

L’Italia, per ora, si affida a una nota molto cauta della Farnesina. “Gli ultimi sviluppi della situazione in Iraq sono molto preoccupanti. Negli ultimi giorni abbiamo assistito ad una pericolosa escalation culminata nell’uccisione del Generale iraniano Soleimani. L’Italia lancia un forte appello perche’ si agisca con moderazione e responsabilita’, mantenendo aperti canali di dialogo, evitando atti che possono avere gravi conseguenze sull’intera regione”. Cosi’ il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in una nota, in riferimento al raid militare degli Stati Uniti in Iraq in cui hanno perso la vita un alto generale iraniano, Qassem Soleimani, e il comandante di una milizia paramilitare integrata nell’esercito iracheno, Abou Mahdi Al-Mouhandis, assieme ad altri combattenti afferenti alle due parti. Secondo la Farnesina “nessuno sforzo deve essere risparmiato per assicurare la de-escalation e la stabilita’. Nuovi focolai di tensione non sono nell’interesse di nessuno e rischiano di essere terreno fertile per il terrorismo e l’estremismo violento”.

Rimbombante anche il silenzio dell’Unione Europea, ancora una volta grande assente.

Resta aggiornato

Invalid email address
Promettiamo di non inviarvi spam. È possibile annullare l'iscrizione in qualsiasi momento.

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Leggi anche

Articoli correlati