Nel 2023 sono stati 138 gli omicidi registrati. 49 hanno coinvolto donne, di cui 41 uccise in ambito familiare o affettivo; di queste, 24 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. A riportarlo sono dati ufficiali del Ministero dell’Interno relativi al periodo dal 1° gennaio al 4 giugno 2023.
Questi numeri raccontano di vite spezzate, di storie violente e di morti brutali. Il tutto all’interno delle mura domestiche, trasformando così la casa da rifugio a scena del crimine.
L’opinione pubblica in particolare è rimasta profondamente sconvolta dall’omicidio di Giulia Tramontano, incinta di sette mesi, che ha incontrato la morte proprio per mano del suo compagno e futuro padre del bimbo che portava in grembo. Una storia che in questi giorni sta svelando sempre più macabri dettagli e che ancora non trova spiegazione razionale nelle parole e nelle azioni dell’assassino.
È per questo, per porre ancora di più l’attenzione ad un fenomeno che non accenna a diminuire, che significativamente il Consiglio dei Ministri ha voluto varare delle misure in termini di violenza sulle donne e di femminicidio.
Un tema caro a questo Governo non da ora, ma già da quando tempo fa ha deciso di rifinanziare i centri antiviolenza aumentando di un terzo le risorse disponibili.
E così il 7 giugno a Palazzo Chigi è stato approvato un importante provvedimento proprio su questa materia.
Il provvedimento mira a “velocizzare le valutazioni preventive sui rischi che corrono le potenziali vittime di femminicidio o di reati di violenza contro le donne o in ambito domestico; a rendere più efficaci le azioni di protezione preventiva; a rafforzare le misure contro la reiterazione dei reati a danno delle donne e la recidiva e a migliorare la tutela complessiva delle vittime di violenza”.
Le principali misure introdotte
- Rafforzamento dell’“ammonimento” da parte del questore, così da “garantire una tutela rapida e anticipata rispetto alla definizione dei processi penali”, estendendo i casi in cui si può applicare l’ammonimento. Si includono anche i cosiddetti “reati-spia”, che avvengono nel contesto delle relazioni familiari ed affettive (attuali e passate): percosse; lesione personale; violenza sessuale; violenza privata; minaccia grave; atti persecutori; diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti; violazione di domicilio; danneggiamento.
- Potenziamento delle misure di prevenzione, in particolare con l’introduzione dell’obbligo di “mantenere una determinata distanza, non inferiore a cinquecento metri dalle vittime”, oltre a prevedere che, in attesa dell’emissione della sorveglianza speciale, il Tribunale, se sussistono motivi di particolare gravità “possa disporre d’urgenza, in via temporanea, il divieto d’avvicinamento”.
- Velocizzazione dei processi, anche nella fase cautelare.
- Termini per la valutazione delle esigenze cautelari. Si prevede che il pubblico ministero abbia “un massimo di 30 giorni dall’iscrizione della persona indagata nell’apposito registro per valutare se richiedere l’applicazione delle misure cautelari. Ulteriori 30 giorni al massimo saranno a disposizione del giudice per la decisione sull’istanza. Anche qualora il pubblico ministero non ravvisi i presupposti per la richiesta delle misure cautelari, dovrà proseguire le indagini preliminari”. Il termine di 30 giorni, sebbene possa sembrare lungo, è in realtà un periodo decisamente inferiore a quello che c’è ora, per cui si parla addirittura di mesi o anni.
- Rafforzamento delle misure cautelari e dell’uso del braccialetto elettronico. Si prevede l’applicazione della misura cautelare in carcere non solo nel caso di trasgressione alle prescrizioni degli arresti domiciliari ma anche nel caso di manomissione dei mezzi elettronici e degli strumenti di controllo disposti con la misura degli arresti domiciliari o con le misure di allontanamento dalla casa familiare o divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Si prevede il controllo del rispetto degli obblighi tramite il braccialetto elettronico e la prescrizione di mantenere una determinata distanza, comunque non inferiore a 500 metri, dalla casa familiare o da altri luoghi determinati, abitualmente frequentati dalla persona offesa.
- Informazioni alla persona offesa dal reato e obblighi di comunicazione. Le vittime vengono informate immediatamente di quando la persona violenta viene rimessa in libertà. Le informazioni riguardano anche i centri di violenza dove le donne possono recarsi e rivolgersi. Il tutto sempre per una questione di tutela e sicurezza della vittima.
- Sospensione condizionale della pena. Si modificano gli obblighi ai quali il condannato deve soggiacere per accedere alla sospensione condizionale della pena. Si integra la previsione per cui, nei casi di condanna per alcuni specifici delitti, la sospensione condizionale della pena è subordinata alla partecipazione a specifici percorsi di recupero, stabilendo che non è sufficiente la mera “partecipazione” ma è necessario anche il superamento dei percorsi con esito favorevole, accertato dal giudice.
- Provvisionale a titolo di ristoro anticipato a favore delle vittime. Si introduce una provvisionale a titolo di ristoro «anticipato», in favore della vittima o, in caso di morte, degli aventi diritto che vengano a trovarsi in stato di bisogno, a cui quindi verrà fornito aiuto senza dover attendere la sentenza di condanna.
Il Governo ha voluto mandare un messaggio chiaro di come esso sia realmente dalla parte dei cittadini e delle cittadine, di come voglia essere al loro fianco nella costruzione di una società più sicura e in cui episodi come quelli di Giulia non si verifichino più.
Le misure previste dal CdM intendono cambiare quella concezione diffusa per cui la violenza è un atto ordinario. Bisogna interrompere il circolo della violenza, attraverso una presa di consapevolezza profonda della gravità di tali reati, a partire dalle giovani generazioni.
È necessario agire dal punto di vista legislativo e giudiziario, ma prima ancora di questo bisogna lavorare sempre di più perché si realizzi una vera e propria rivoluzione culturale. Una rivoluzione che questo Governo ha tutta l’intenzione di accompagnare attraverso un’azione sinergica e a cui contribuisce sin da ora con il provvedimento adottato a Palazzo Chigi, facendo un primo passo importante in questa direzione.