Il contributo di Giorgia Meoni all’interno dell’Unione europea in qualità di capo del governo italiano è stato prezioso per evitare quella pericolosa deriva che i fanatismi di sinistra stavano preparando, ad esempio, con riguardo alla transizione ecologica. Contributo ampiamente riconosciuto sia in Patria dagli elettori, sia all’estero, dagli stessi vertici delle Istituzioni europee e degli altri Stati membri. Ma se c’è una cosa che viene realmente fuori dalla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia in corso a Pescara in questi giorni, è che quella pezza fortunatamente rimediata da Giorgia Meloni quasi in extremis sull’Europa, è stata fondamentale ma non basta. Il vero cambiamento delle politiche comunitarie potrà avvenire soltanto con il voto del prossimo 8 e 9 giugno, dopo il quale la destra europea potrebbe finalmente, dopo anni di opposizione, arrivare ad essere maggioranza e forza trainante dell’Unione. Destra in tal caso che, come già predetto da alcuni quotidiani internazionale, potrebbe riconoscere Giorgia Meloni come suo leader naturale, ancora più di oggi.
Difesa la nostra economia dall’ideologia ecologista
Sulle sorti del voto avrà certamente un peso di rilievo, allora, il contributo fin qui offerto da Giorgia Meloni e da Fratelli d’Italia. A partire dalla difesa della nostra economia e del nostro settore agroalimentare dalle derive ecologiste imposte dall’attuale Commissione e dal Green Deal, su cui l’intervento italiano è riuscito a ottenere dei rallentamenti. Lo ha ben spiegato Nicola Procaccini, europarlamentare di Fratelli d’Italia e copresidente del gruppo dei Conservatori e dei Riformisti europei: “Non accettiamo – ha detto durante il suo intervento al panel “Difendere l’ambiente dalle eco-follie” – lezioni di ecologia da chi, come le sinistre rosse, gialle e verdi, ne ha fatto una ideologia. Per le follie Green della UE, l’Italia ha rischiato di giocarsi il 30% del PIL a causa della direttiva sul packaging con cui la UE avrebbe voluto buttare a mare l’economia circolare, cambiata in extremis grazie al grande lavoro del governo italiano e di Giorgia Meloni”. Procaccini, nel corso del suo intervento, ha anche spiegato le reali intenzioni di Fratelli d’Italia in merito alla transizione energetica: “Nella sfida della sostenibilità noi ci siamo ma vogliamo essere liberi di raggiungere l’obiettivo con i mezzi che ogni Nazione possiede, attraverso la neutralità tecnologica e non vincolati solo dall’elettrico. Serve soprattutto buon senso, quello che è mancato anche nella direttiva case Green che, per noi italiani, è anche un vero e proprio attacco alla famiglia”.
Concorrenza delle imprese
Anche in campo economico ci sarà da lavorare, soprattutto per migliorare la competitività italiana all’estero. È questo l’intento di Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, che durante il panel “Stop alla concorrenza sleale”, ha spiegato che “l’intervento del governo è quello di avviare un dialogo con le imprese e ragionare ex ante, non mandare subito un avviso di accertamento”. Già primi passi si sono fatti, ad esempio, in materia fiscale, che, d’altronde, è il motivo principale che porta le imprese a trasferirsi altrove: “Oggi in Europa – ha sostenuto il viceministro – le sanzioni si attestano sul 60%, noi abbiamo sanzioni amministrative che vanno dal 120 al 240% e questo genera sicuramente un contenzioso. La prima cosa che abbiamo detto è, l’imposta va pagata tutta, la sanzione la portiamo a un 5% e diamo una dilazione. In questo modo la gente ha pagato”. L’obiettivo è quello di semplificare “la vita alle nostre imprese” e di creare “un ambiente in cui l’economia riesce a espandersi, senno rischiamo di restare il fanalino di coda dell’Europa”. Non a caso, in questo modo è stato possibile recuperare 6,8 miliari di euro grazie alla tregua fiscale voluta dal Governo Meloni: “Questo – ha detto – fa capire la traiettoria su cui vogliamo muoverci”.
I primati sul Pnrr e il lavoro che va avanti
Ma l’Italia ha già stupito l’intera Europa grazie ai risultati del Governo Meloni. “Nel 2022, durante la campagna elettorale, siamo stati accompagnati da un clima di terrore sul rischio che ci fosse un governo di centrodestra, a guida Giorgia Meloni, rispetto ai contesti internazionali e a quelli europei in particolare. Lo dico perché, invece, una delle caratteristiche più importanti è stata la credibilità che il Governo Meloni e Giorgia Meloni in modo particolare hanno avuto a livello internazionale ed europeo, che ci ha consentito di raggiungere dei risultati molto importanti, a partire dal lavoro che abbiamo fatto sul Pnrr”. Lo ha detto Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di coesione, durante il panel “Superare l’austerity”, spiegando come siano state smentite le voci su un possibile fallimento del Governo Meloni in merito al Pnrr, a partire dalla sua revisione. Smentite col lavoro e con i fatti: “I dati parlano chiaro, ieri c’è stato un passaggio molto importante, quello dell’approvazione di una revisione tecnica concordata con la Commissione europea, e siamo al lavoro per la definizione della quinta rata. Siamo in un confronto costante con la Commissione, mi auguro che si possa definire quanto prima anche questo aspetto, e siamo al lavoro per raggiungere gli obiettivi della sesta rata entro il 30 giugno e della settima rata entro il 31 dicembre”. Il lavoro, dunque, continua imperterrito sul Pnrr, sul quale il Governo Meloni ha ottenuto già ottimi risultati, sia in termini di ricezione delle risorse, sia in termini di attuazione dei progetti programmati. “L’Italia – ha detto ancora – è uno dei migliori Paesi, se non il migliore, dal punto di vista delle performance. Siamo convinti che il Piano ha una sua grande complessità e che c’è bisogno di un approccio serio, responsabile e costruttivo, ed è quello che stiamo facendo e che – ha concluso – continueremo a fare”.