L’eurodeputato Avs ed ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, nonché una delle figure più celebrate dalla sinistra, è stato condannato dalla Corte dei Conti per irregolarità negli affidamenti sulla gestione dei centri di accoglienza per migranti, nel periodo che va dall’aprile 2011 al dicembre 2012. L’europarlamentare dovrà risarcire alla Presidenza del Consiglio dei Ministri 780 mila euro. Questa è la sentenza emessa dai magistrati della Corte dei Conti di Catanzaro, nei confronti di 14 amministratori tra sindaci ed assessori dei comuni di Acquaformosa, Caulonia e Riace. Una vicenda che mette in luce le ombre e le contraddizioni che si celano dietro il modello di accoglienza di cui Lucano si è fatto paladino e che la sinistra ha, tanto per cambiare, santificato. Il danno cagionato ai conti pubblici, complessivamente superiore a 4 milioni di euro, sarebbe stato causato da un’amministrazione disinvolta dei fondi, lontana dai vincoli della legalità. Il “modello Riace”, portato avanti come progetto di integrazione e rinascita economica per il piccolo borgo calabrese, si è rivelato essere, per le autorità contabili, una gestione disordinata, che ha prodotto uno spreco di risorse pubbliche, rivelando come l’ideologia legata all’accoglienza senza regole, possa condurre a errori disastrosi.
Secondo i magistrati, Lucano avrebbe prima sottoscritto una convenzione per i rifugiati nel 2010, per un compenso di 35 euro al giorno, lievitati in una seconda convenzione, sottoscritta nel 2011, a 40 ed 80 euro al giorno, attraverso una gestione indiretta del servizio con l’affidamento a soggetti privati, senza una selezione concorsuale e privi di specifiche esperienze. Una condotta che dimostrerebbe la volontà di arricchire indebitamente i privati. Il tema è sempre lo stesso: l’intolleranza della sinistra per le regole.
L’eurodeputato ha sempre ricevuto ampio sostegno dai partiti e dalle frange più radicali della sinistra, presentato dai suoi sostenitori, come un eroe simbolo dell’accoglienza. La realtà dei fatti è però ben diversa dalle narrazioni idealistiche: la gestione approssimativa dei fondi pubblici, affidamenti diretti senza bandi e irregolarità amministrative. La condanna di Mimmo Lucano di fatto è un boomerang che colpisce duramente la sinistra, che ha fatto dell’idea di accoglienza indiscriminata, la propria bandiera. Questo caso è l’esempio lampante di come il buonismo sfrenato svincolato dalla legge, legato alle politiche dell’accoglienza, possa trasformarsi in un danno per la collettività.