Il Piano Mattei è la vera alternativa per il Sud Italia

Nel corso della storia, la penisola italica è stata centro delle aspirazioni espansionistiche di tutte le potenze che nascevano nei pressi della zona mediterranea. Iniziarono gli antichi greci, che colonizzarono l’attuale Sud Italia nell’ottavo secolo prima di Cristo. Da allora, quelle terre furono al centro dei “programmi politici” delle altre civiltà. Dai fenici agli arabi, dai normanni agli spagnoli, fino ad arrivare agli austriaci e a Napoleone: l’Italia ha sempre fatto gola a tutti. E il merito, oltre a motivazioni di tipo ambientale e culturale, va riconosciuto alla sua strategica posizione geografica. Sorgeva, infatti, al centro del mondo antico, un perfetto collegamento tra il Medio Oriente, culla delle prime grandi civiltà, e il mondo latino. Collegamento imprescindibile per il traffico commerciale con il mondo delle Indie. Con l’avanzare delle tecnologie, la creazione del canale di Suez ha rafforzato l’importanza della penisola italiana, consentendo un collegamento via mare diretto con l’Estremo Oriente e l’Europa, fino ad arrivare alla costa orientale del continente americano. Insomma, l’Italia era al centro del mondo antico e, adesso, è ancora al centro del mondo contemporaneo.

Maggiore consapevolezza

L’importanza della posizione geograficamente strategica della nostra Nazione deve avere un peso sulle scelte della classe dirigente. Serve maggiore consapevolezza: per anni, infatti, l’Italia non è riuscita a sfruttare questa sua fortuna, tanto che – si può dire – le ultime civiltà a goderne furono quella romana e quelle dei suoi più prossimi discendenti: dopo di loro, divisioni, lotte interne, campanilismo hanno rappresentato un grandissimo disincentivo per la crescita della Nazione. E anche dopo l’unificazione del 1861, la classe dirigente italiana non è stata capace di imporsi nei consessi internazionali per proporre un nuovo modello di cooperazione che potesse far svoltare non soltanto Roma, anche tutta l’Europa.

Il Piano Mattei e lo sviluppo energetico

La “visione africana” di Giorgia Meloni di cui anche la stampa straniera si è accorta, lodandone i pregi, è forse la prima vera risposta a questa questione. Quel Piano Mattei che sta entrando in queste settimane in vigore, è forse il più significativo contributo che il centrodestra guidato da Fratelli d’Italia può apportare alla Nazione e all’Europa intera. L’Africa è un continente dall’altissimo potenziale nel medio e nel lungo periodo da molti punti di vista. Partendo da quello agricolo, possedendo la grande maggioranza delle terre coltivabili a livello mondiale; da un punto di vista poi lavorativo, data la giovane età della maggioranza della sua popolazione; da un punto di vista elettrico: l’Africa si staglia come un serbatoio inespresso di energia pulita e green. Quell’energia che molte delle grandi potenze occidentali impongono a spese dei cittadini ma, al contempo, non prevedendo un piano di efficientamento di quella nei Paesi africani, soggiogati da anni dal loro colonialismo e dal loro neo-colonialismo che ancora oggi continua a operare.

Il Mezzogiorno, hub energetico dell’intera Europa

Sfruttando la sua posizione strategica, l’Italia, e in particolare il Mezzogiorno, possono diventare l’hub energetico dell’intera Europa: utilizzando le energie sostenibili africane, si potrebbe raggiungere non solo l’autosostentamento energetico dei Paesi produttori, ma si potrebbe esportare parte dell’energia prodotta anche nel resto d’Europa, risolvendo così il grave problema dell’approvvigionamento, la cui mancata pianificazione si fa sentire soprattutto oggi, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina e tutte le sue conseguenze, con grande responsabilità della politica degli anni scorsi. Verrebbero così a crearsi “due diverse Italia”, certamente non connotate dal classico divario Nord-Sud: il Settentrione continuerebbe a essere a trazione industriale, mentre il Mezzogiorno avrebbe la possibilità di emergere come hub energetico dell’intera Europa. Energia proveniente dal continente africano e – perché no? – prodotta “in casa”. Non sarebbe più il Sud dell’assistenzialismo, a cui i governi grillini hanno condannato i cittadini meridionali: energia vuol dire lavoro, speranza, futuro, investimenti; parole in molti casi sconosciute allo stato attuale. Il Piano Mattei, dunque, riunisce in un solo colpo le istanze africane, italiane, europee e meridionali: così l’Italia potrà sfruttare a pieno la sua posizione strategica nel Mediterraneo.

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