Il Pil cresce ancora: +0,9% da inizio anno, vicinissimo l’obiettivo del +1%

Il Pil italiano cresce ancora, e lo fa bene, a buoni ritmi, superando la media europea e il risultato di una Germania ancora troppo sotto pressione. Nel secondo trimestre dell’anno, Roma ha fatto registrato una crescita tendenziale del Pil dello 0,9%, con un buon +0,2% rispetto al primo trimestre, malgrado i due giorni lavorativi in meno. La variazione per il 2024 è dello 0,7%. Il tutto è in linea con le previsioni più fiduciose e con quell’obiettivo dell’1% fissato dal governo all’interno del Documento di economia e finanza stilato in aprile. Obiettivo, questo sì, visto con perplessità dagli esperti, poco fiduciosi di un tale risultato.

Vicinissimi all’1%

E invece l’Italia è vicinissima a un traguardo molto importante. Il cui raggiungimento, in realtà, darebbe ancora una volta dimostrazione che Roma c’è e resiste, come ha già dato prova nei mesi scorsi, davanti a un periodo generale di stagnazione internazionale. Ora che i postumi della pandemia sembrano essere superati, e anzi molti fattori indicano sempre più un avvicinamento a quei valori raggiunti prima dello scoppio delle varie crisi che hanno colpito l’Occidente e il mondo intero (la crisi dell’Euro nel 2011/2012 o la crisi immobiliare negli Stati Uniti, con il fallimento della Lehman Brothers nel 2008), il raggiungimento del Pil pari a un punto percentuale sarebbe un traguardo fondamentale per i conti italiani e per la loro tenuta, specialmente in vista dei vari appuntamenti a cui il governo è chiamato in questi prossimi mesi: poter contare su una crescita corposa permetterà di ricevere un maggior gettito fiscale, grazie al quale riuscire a proporre una manovra espansiva che quindi sarebbe vista di buon occhio dagli investitori internazionali. Viceversa, mostrare conti in rosso sfavorirebbe l’immagine italiana, con dirette ripercussioni sullo spread e sul nuovo Patto di Stabilità.

Sopra le medie europee

Il +0,2% registrato dall’Italia in questo secondo trimestre dell’anno, quello primaverile che va da aprile a giugno, è in linea con i ritmi europei, sia con quelli dell’Eurozona che con quelli dell’intera Unione europea, che crescono entrambe dello 0,3%. Ma facendo il confronto dei primi sei mesi con lo stesso periodo dello scorso anno, il +0,9% dell’Italia è di certo superiore sia ai risultati dell’Eurozona sia a quelli dell’Unione europea: la prima si ferma a un +0,6%, la seconda si stacca di poco e si staziona intorno a un +0,7%. Alcuni Paesi hanno fatto meglio dell’Italia: prima fra tutti c’è l’Irlanda, con un +1,2%, seguita da Lituania, con un +0,9%, e la Spagna, la quale continua la sua impennata fuori scala dovuta agli effetti tardivi registrati dal post-Covid. Madrid registra un buon +0,8%. Tra le grandi potenze europee, invece, bisogna sottolineare il +0,3% congiunturale di Parigi, in linea con le medie europee e con il ritmo italiano. Male invece la Germania, che decresce di -0,1%: Berlino risulta impantanata nella recessione in cui si ritrova da mesi, il governo socialista di Olaf Scholz sembra incapace di risvegliare un’industria sempre più priva di fiducia, bloccata com’è dall’obiettivo del pareggio di bilancio. Non sorprende, allora, se i cittadini, dalla Baviera fino al Mar del Nord, abbiano inviato un messaggio chiarissimo alla propria classe dirigente durante le elezioni comunitarie di inizio giugno.

Meglio dello scorso anno

E c’è ancora un dato da esaminare, e che fa parlare gli esperti di buona notizia in merito alla crescita italiana. L’avvicinamento all’1% a fine anno infatti sarà sicuramente da festeggiare con maggiore gioia rispetto al pure positivo +0,9% dello scorso anno. Questo perché la crescita del 2023 era stata influenzata dal post-pandemico +3,7% dell’anno precedente, facendo quindi partire i conti con una variazione dello +0,5%. Quest’anno, invece, la partenza è stata dello +0,1%. Nei prossimi mesi, dunque, resterà solo da capire se l‘Italia riuscirà a mantenere questo ottimo ritmo in una situazione di generale stagnazione in campo internazionale. Ma i presupposti lasciano ben sperare.

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