È ormai noto: l’Italia non è più il fanalino di coda dell’intera Europa, e neppure l’ultima tra le grandi big comunitarie e internazionale. Non lo è più in campo politico, grazie all’autorevolezza del Governo Meloni che ha saputo guidare l’Europa al di fuori delle derive ecologiste e no-border delle quali era vittima, perlomeno per quanto possibile di fronte a una Commissione e un Parlamento ancora fortemente di sinistra. Ma l’Italia non è più il fanalino di coda dell’Unione europea neppure in campo economico: da tempo, infatti, la nostra Nazione sta rispondendo in modo deciso a una stagnazione che, dall’ultimo trimestre del 2023, ha rallentato l’intera economia globale, comprese le grandi potenze europee e internazionali, risultando costantemente al di sopra e più forte rispetto ai suoi diretti competitors comunitari e, in particolar modo, smentendo tutte le previsioni negative fatte ai suoi danni.
Stime riviste al rialzo
Oltre ai soliti detrattori e gufacci vari di sinistra, che mossi da un sentimento anti-italiano sperano in pessimi risultati al solo fine di indebolire l’attuale esecutivo di centrodestra, anche alcuni istituti avevano previsto una crescita minima del nostro Prodotto interno lordo nel primo trimestre del 2024: la Banca d’Italia e Prometeia, infatti, parlavano di un incremento contenuto, che non avrebbe superato lo 0,1%. Tuttavia, nei giorni scorsi l’Istat ha pubblicato la stima preliminare, che ha registrato un ottimo +0,3%. L’Italia, insomma, appare più forte anche delle previsioni degli istituti più autorevoli. Appare chiaro, dunque, che – ribadiamo – l’Italia non è più il fanalino di coda dell’Europa, e neppure del mondo: tra i Paesi comunitari, la Spagna appare la migliore con un crescita del +0,7%, ma c’è pure da dire che, dopo la pandemia, il Paese attualmente governato dai socialisti di Pedro Sanchez non ha conosciuto la stessa crescita italiana. Inoltre, tra i Paesi del G7, l’Italia, dopo gli Stati Uniti, è l’unica ancora a mostrarsi competitiva in un periodo di così forte stagnazione: considerando infatti gli ultimi tre trimestri, il Pil italiano è stato dello 0,8%.
Roma supera Parigi
La crescita italiana si fa corposa soprattutto, come anticipato, nel confronto con gli altri Stati, europei e internazionali. Nel primo trimestre del 2024, sia Francia che Germania sono al di sotto con +0,2%, mentre gli Stati Uniti sono appena sopra con +0,4%. Inoltre, la situazione per Berlino non appare completamente florida: gli ultimi tre mesi del 2023 hanno conosciuto una revisione al ribasso, da -0,3% a -0,5%. Ancora non si conoscono i dati di Giappone e Gran Bretagna, ma rileva il confronto con gli ultimi trimestri: la Francia è cresciuta solo dello 0,4%, mentre la Germania soltanto dello 0,2%. In pratica, tra i Paesi maggiori, solo Stati Uniti e Canada hanno fatto meglio dell’Italia. A rilevare maggiormente è il confronto con lo Stato francese: mentre, infatti, negli ultimi decenni l’Italia è stata sempre al di sotto di Parigi, ora le cose sembrano cambiare. A partire dal debito pubblico, che negli ultimi 4 anni è cresciuto più di tre volte quello italiano, superandolo di 240 miliardi. E ancora Roma supera Parigi in alcuni settori industriali, commerciali e sociali. Altro punto fondamentale è il tasso di disoccupazione: nel marzo 2024 l’Italia ha conosciuto il suo minimo storico, un 7,2% che sorpassa il 7,3% francese, dopo anni di predominanza transalpina.
Crescita e sviluppo grazie al Governo Meloni
Risultati che sena dubbio inorgogliscono e sottolineano l’efficacia delle misure adottate dal Governo Meloni in materia di lavoro e di difesa del potere d’acquisto delle famiglie. “Abbiamo sentito dalla sinistra e da certi sindacati tante parole inutili, mentre con il governo Meloni a marzo c’è stato ancora una volta il record di occupazione, con la disoccupazione ai minimi degli ultimi sedici anni. Con Fratelli d’Italia più crescita e sviluppo, un modello per l’Europa” ha spiegato il capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan, che ha ribadito l’importanza di allargare il buon lavoro del Governo Meloni anche in Europa: “È importante che anche a livello europeo ci sia uno spostamento del baricentro verso il centrodestra come è avvenuto in Italia, affinché pure l’Europa sostenga e dia spazio alle politiche che promuovono la crescita e lo sviluppo, senza imporre ostacoli, freni e vincoli, in nome di ideologie, anziché nel nome del bene degli europei e degli italiani”, ha concluso.