Il “più assumi, meno paghi” cambia l’Italia: gli incentivi del Governo Meloni superano l’assistenzialismo grillino

Arriva il “più assumi, meno paghi”. Un cavallo di battaglia di Fratelli d’Italia, che ha sempre sostenuto un principio aperto e garantista dal punto di vista lavorativo, economico, fiscale, trasformando burocrazia e tassazione da meccanismi vessatori per i cittadini, per i lavoratori, per chi ha voglia di fare, a strumenti realmente a disposizione della collettività. Non un sistema di tipo punitivo, che aprioristicamente veda l’imprenditore come un possibile evasore da punire prima ancora che agisca, ma un sistema che incoraggi la produzione e il lavoro. Una visione anche politica che si lega fortemente alle esigenze italiane di crescita economica: le piccole e medie imprese costituiscono il vero motore della nostra economia, e dunque vanno sostenute, e non combattute.

Maxisconto per contratti a tempo indeterminato

È arrivato, allora, il “più assumi, meno paghi”, che dunque non è rimasto soltanto uno slogan: il governo ha infatti introdotto il maxisconto per le assunzioni a tempo indeterminato. Uno sconto del 120% tramite il quale alle imprese viene concessa la maggiorazione del costo del lavoro per i dipendenti neo assunti a tempo indeterminato. Lo sconto si alza al 130% per le cosiddette categorie fragili, come disabili, donne con almeno due figli minorenni, donne vittime di violenza in favore del loro reinserimento all’interno del mondo del lavoro, giovani, ex percettori del Reddito di Cittadinanza. Un modo per poter dire che l’Italia è tornata “al lavoro” seguendo il principio con cui si apre la nostra Costituzione, dopo il fallimentare periodo del mero assistenzialismo grillino che ci ha ridotto allo stremo dal punto di vista erariale, prosciugando i conti pubblici e al contempo non riuscendo a creare posti di lavoro. Il tutto perché si seguiva la malsana idea (anzi, ideologia) secondo la quale la povertà poteva essere abolita per decreto, e che il lavoro provenisse da concessioni statali quasi paternalistiche, screditando in tutto e per tutto il ruolo dell’imprenditoria e la sua vastissima potenzialità. I posti di lavoro, tuttavia, si creano soltanto se qualcuno vi investe, ed evitare di addentrarsi con modalità vessatorie (come, ad esempio, attraverso una legislazione troppo oppressiva o, come detto, mediante una tassazione sopraffattoria) è il favore più valido che uno Stato e il suo governo possono fare alla propria Nazione e al proprio popolo.

Sta cambiando l’Italia

“Più assumi, meno paghi” e la strategia del “fisco amico” vanno dunque di pari passo e si completano, rientrando fortemente nelle convinzioni di Giorgia Meloni, che oramai da lungo tempo si fa promotrice di una tale visione finanziaria dello Stato. Ad esempio, era il 2018 quando l’attuale premier, ospite a Quinta Colonna, riassumeva così la sua proposta: “Per quelle imprese che hanno un’alta percentuale di lavoratori in rapporto al loro fatturato, oltre una certa percentuale, per ogni lavoratore che assumi hai una deduzione doppia rispetto al costo di quel lavoratore”. Ecco, a proposito di coerenza, dal 2018 non è cambiato assolutamente nulla: tutto ciò che Giorgia Meloni aveva illustrato come suo progetto in materia economica e finanziaria, ora sta arrivando e corroborerà le altre misure che già sono state attuate da questo esecutivo. Quali ad esempio il decreto Coesione o Decontribuzione Sud, che sviluppa una serie di incentivi anche per gli imprenditori del Mezzogiorno. Tutte misure, dunque, che hanno reso possibile il totale superamento del periodo assistenzialista. La precarietà viene così a sopperire (anche se già i dati sull’occupazione del 2023 ci dicono che la maggioranza dei nuovi contratti sono proprio a tempo indeterminato), i posti di lavoro aumentano proprio perché diventa più facile e più conveniente assumere, la povertà regge all’inflazione crescente. Non grazie a un singolo decreto, ma grazie agli incentivi del governo verso chi veramente ha voglia di fare. Incentivi per chi realmente lavora, e non per chi attende una paghetta di Stato dal divano di casa. Così, il “più assumi, meno paghi” sta cambiando l’Italia.

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La Redazione de La Voce del Patriota

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