Il pm sconfessa Landini sui fatti di Firenze: la sinistra rinchiusa nelle sue barriere ideologiche

Lo avevamo scritto qualche giorno fa: con le sue parole di accusa verso il governo complice (a sua detta) della morte dei cinque operai a Firenze, il segretario generale della CGIL Maurizio Landini ha scelto, senza porsi troppi problemi, di strumentalizzare la tragedia al solo fine di attaccare il governo. Non importa se di mezzo c’erano vittime e persone ancora disperse: quando ancora la tragedia si stava consumando, Landini faceva politica sui morti. La colpa del governo, secondo Landini, sarebbe quella di aver reintrodotto “il subappalto a cascata”. Il segretario ha anche riportato i dati riguardo i morti sul lavoro, parlando di “strage che non è più tollerabile” e annunciando una prossima mobilitazione. Proprio sul tema delle responsabilità, tuttavia, è intervenuto il procuratore capo di Firenze Filippo Spiezia che si sta occupando delle indagini. Spiezia ha fatto sapere che il lavoro di raccolta delle prove è ancora in corso, ma sono stati messi “al riparo quelli che sono i principali dati probatori”. Dati sufficienti per poter almeno parlare, per adesso, di “criticità” nel cantiere derivanti dal mancato rispetto di alcune norme di sicurezza. Tuttavia, Spiezia ha precisato che “tutto è prematuro” per poter effettivamente ottenere le vere cause del tragico crollo.

È netta, da come si può facilmente evincere, la differenza che intercorre tra un’autorità giudiziaria, che si basa su un modello probatorio ed è in cerca di certezze per poter arrivare a una sentenza finale, e quello che di fatto è un politico, famoso tra l’altro per la sua netta distanza ideologica dal governo che lo porta a esporsi contro i suoi avversari politici prima ancora di avere dati certi. Entrando poi nel merito delle parole di Landini, appare chiara la sua barriera ideologica, tipica del mondo politico al quale appartiene, verso la libertà economica. In realtà, non c’è nessuna correlazione tra subappalto e sicurezza. Anzi, le norme ci sono, le misure di precauzione anche: andrebbero fatte rispettare, e tale responsabilità ricade sui datori e talvolta anche sui lavoratori stessi. Anni di governo della stessa sinistra hanno in effetti dimostrato che inasprimento delle pene (richiesto oggi da ampia parte delle opposizioni) e previsione di ulteriori norme, non hanno risolto il problema che probabilmente, come evidenziato dal capogruppo di Fratelli d’Italia nei giorni scorsi, risiede nella prevenzione e nei controlli: “Occorre porsi il problema di intervenire in senso preventivo” aveva detto. In ogni modo, dunque, la conclusione è questa: la sinistra, incatenata e offuscata dalla sua ideologia, non riesce neppure a inquadrare il centro di una questione da sempre suo cavallo di battaglia.

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