Il potere non logora Giorgia Meloni

Si dice che il potere, a lungo andare, logori, e in effetti è successo a molti leader politici e capi di governo, fra i quali anche statisti di un certo spessore, di mostrare segni di stanchezza e andare incontro a crisi di popolarità dopo anni di permanenza ai vertici. Non la pensava così però Giulio Andreotti, convinto assertore dell’aforisma “Il potere logora chi non ce l’ha”, sostenuto in realtà, come dicono gli storici, già nel Settecento dal politico e diplomatico francese Charles Maurice de Tayllerand.

Stiamo comunque notando come il potere non stia logorando affatto Giorgia Meloni e non ne stia intaccando convinzioni ed impegno quotidiano. La leader di Fratelli d’Italia, e del centrodestra, soggiorna a Palazzo Chigi dall’ottobre del 2022, dopo aver vinto le elezioni con un risultato politico inequivocabile, e finora né la sua persona, né la coalizione che guida e rappresenta hanno mai subìto emorragie di voti. Anzi, il consenso per la premier e per FdI, dopo essersi stabilizzato, è contraddistinto da un trend di ulteriore espansione.

La Supermedia YouTrend/Agi, che fornisce una media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto, vede un centrodestra in ottima forma, al 48,7%, il miglior dato della coalizione da inizio legislatura. Il centrodestra aumenta dello 0,6% rispetto ad un mese fa contro un centrosinistra fermo al 31,3 per cento, e l’allungo della coalizione di governo è dovuto ad una nuova crescita di Fratelli d’Italia, che sale dello 0,7% in un mese e si attesta sul 29,6 per cento, (FdI, da solo, vale quasi quanto l’intero centrosinistra o campo largo che dir si voglia). Gli altri partiti della maggioranza mantengono comunque stabilmente il loro pacchetto di voti e ciò dimostra che i continui progressi di Fratelli d’Italia non cannibalizzano gli alleati, ma sono legati ad una popolarità che si sta allargando e sta andando persino oltre a quella parte maggioritaria di italiani che alle Politiche del 2022 ha scelto di affidare il governo della Nazione a Giorgia Meloni. In sostanza, si stanno aggiungendo nuovi elettori che prima si erano magari astenuti oppure, in ogni caso, non avevano votato per FdI e per il centrodestra a trazione meloniana.

Certo, i sondaggi hanno sempre un margine di errore, lo sappiamo tutti e lo sa anche la premier Meloni, consapevole, fra l’altro, della contemporanea mobilità dell’elettorato, che non segue più i “partiti-chiesa” come accadeva durante la Prima Repubblica. Però, è reale la situazione di un’onda lunga che non si è infranta dopo due anni e che prosegue la propria corsa, e ciò non è solo provocato dalla debolezza strutturale delle opposizioni.

A volte, si vince per demeriti altrui e non vi è dubbio che a sinistra manchino leadership forti e capaci di unire più soggetti politici, ma i conservatori di Giorgia Meloni prevalgono non soltanto perché Elly Schlein e Giuseppe Conte non riescono ad imbroccarne una, sebbene la stoltezza massimalista dei due sia realtà. I conservatori, già maggioranza nel Paese, avanzano ancora perché intanto si è compreso l’impegno genuino del Presidente del Consiglio, che non si risparmia, né in Patria, né fuori, per raggiungere la soddisfazione più ampia possibile degli interessi nazionali. La premier sa di essere stata mandata dagli italiani a Palazzo Chigi per interrompere quella spirale negativa di cronica inconcludenza della politica italica, nella quale sembrava che nulla potesse cambiare in questa Nazione. Infatti, come afferma sempre la diretta interessata, Giorgia Meloni non è lì per scaldare la sedia e intende dare costantemente il massimo pur di non deludere chi ha riposto fiducia in lei e nella sua proposta politica.

Il suo non è potere per il potere e nemmeno non c’è una tranquilla sopravvivenza su rendite di posizione e su un consenso che pure è solido. Sono andati incontro al logoramento coloro i quali, magari dopo uno sprint iniziale, si sono adagiati sul potere fine a sé stesso, su clientele e favori, su una popolarità giudicata erroneamente come eterna e blindata.

Al contrario, il Governo Meloni, date le condizioni di partenza non proprio favorevoli a causa di una congiuntura pessima, ha dimostrato di riuscire a concludere molto pur attraversando un mare in tempesta, e tuttora la mole di lavoro rimane enorme. Una volta archiviate le storture dei predecessori, Reddito di cittadinanza e Super bonus edilizio in primo luogo, è arrivata la politica, per così dire, “pro”, e le ottime performance di economia e occupazione, senza dimenticare il significativo calo degli arrivi di immigrati clandestini, sono lì a rivelare il compimento di un lavoro proficuo. Sono vicine alla realizzazione delle riforme importanti ed epocali, (premierato, Autonomia, Giustizia), che se non ottengono l’approvazione di caste minoritarie di privilegiati, le sinistre parlamentari e quelle togate della ANM, incontrano senza dubbio il favore di gran parte dei cittadini italiani.

La premier si sta spendendo molto per dare all’Italia lo spazio che merita nel mondo e nel giro di una settimana si è spostata dagli Stati Uniti all’Arabia Saudita. Quando l’impegno dei piani alti della politica, mirato a sfruttare in positivo tutte le occasioni consentite dalle varie congiunture periodiche e a non lasciare nulla di intentato, è sincero e palpabile ogni giorno, l’elettore apprezza e non rimpiange di aver accordato la propria fiducia.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

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