Il Primo Re: ripartire da Romolo

«Due fratelli, soli, nell’uno la forza dell’altro, in un mondo antico e ostile sfideranno il volere implacabile degli Dei. Dal loro sangue nascerà una città, Roma, il più grande impero che la Storia ricordi. Un legame fortissimo, destinato a diventare leggenda» E’ questa la narrazione per il lancio de “Il Primo Re”, film diretto da Matteo Rovere e scritto con Filippo Gravina e Francesca Manieri.

A scanso di equivoci va detto fin da subito che “Il Primo Re” è sicuramente un film complesso, i dialoghi in una sorta di proto-latino ricreato artificialmente grazie all’aiuto di semiologi dell’Università della Sapienza e molte scene violente con combattimenti corpo a corpo non lo rendono certamente un film per tutti.

In prima istanza ciò che più colpisce di questa pellicola è la fotografia: l’utilizzo di luce naturale per il girato ha reso la ricostruzione dei paesaggi del Latium Vetus pre-romano ed i costumi di scena ancora più realistici, lasciando nello spettatore un senso di profonda autenticità. Le riprese d’altronde si sono tenute interamente nella Regione Lazio più precisamente nei comuni di Viterbo e Nettuno (Bosco del Foglino) e, come dichiarato dallo stesso Rovere: «trucco prostetico, stunt, effetti speciali, combattimenti e costumi […] è stato tutto creato in Italia». Ma se da un lato squisitamente storico-paesaggistico la pellicola risulta piuttosto aderente alla realtà di un Lazio arcaico ed ancestrale, dall’altro la trama non aderisce alla “storia-leggenda” di Romolo e Remo così come c’è stata riportata dalle fonti latine (Tito Livio, Plutarco). Nel racconto del film infatti i due gemelli vengono prima travolti da un’esondazione del Tevere e poi catturati dai soldati di Alba, da qui una serie di vicissitudini li porterà fino a Roma.

Allo stesso tempo va sottolineato che, nonostante l’originalità della trama, il senso ultimo del mito permea ugualmente tutto il film, Romolo infatti introduce nella comunità il senso romano della pìetas, valore da cui scaturisce quella pax deorum che è patto verticale tra Dio e gli uomini. Romolo insomma è si il primo re, ma soprattutto il primo pontifex universale, colui che riaccende il fuoco e delimita un confine sacro attorno ad esso. Insomma ciò che viene lucidamente raccontato in questo bel film è l’amore tra i due gemelli e allo stesso tempo lo scontro tra la pietas di Romolo e la hybris di Remo, uno scontro che costerà sangue ma da cui nascerà Roma Eterna.

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