Il realismo di Giorgia Meloni fa bene all’Italia e fara’ durare il Governo

Il Governo di Giorgia Meloni ha attraversato il primo importante guado rappresentato dalla Manovra economica per il 2023. L’esecutivo ha affrontato la stesura della Legge di bilancio all’insegna di una costruttiva collaborazione fra i partiti di maggioranza, scegliendo i percorsi più compatibili con il periodo attuale, che è uno dei più difficili della Storia italiana e non.

La vittoria elettorale di Fratelli d’Italia, di Giorgia Meloni e del centrodestra, ha avuto una valenza storica perché ha consentito alla destra italiana di entrare a Palazzo Chigi per la prima volta in qualità di leader di una coalizione, e non più in seconda o terza fila, ma la Meloni è divenuta Premier, questo lo riconoscono tutti, anche i maggiori detrattori della leadership meloniana, in una fase più che complicata per la nazione, che inevitabilmente subisce anche le ricadute di ciò che capita nel mondo.

Due anni di Covid e di restrizioni spesso arbitrarie, hanno pesato sull’economia e sulla vita quotidiana di cittadini e imprese. Poi, la scellerata guerra di Vladimir Putin ha fatto saltare gli equilibri dei prezzi dell’energia e dei carburanti, scatenando una diffusa inflazione che affligge in particolar modo l’Europa. L’Italia patisce, forse più di altri, questa situazione perché, oltre alle crisi internazionali ovviamente poco controllabili per Roma, si porta dietro da quasi un trentennio una serie di problemi interni irrisolti, (fisco iniquo, spesa pubblica improduttiva, burocrazia nemica della crescita economica, Istituzioni da riformare), che già la classe politica pre-Tangentopoli avrebbe dovuto prendere di petto. In un quadro simile, nell’immediato non è possibile fare rivoluzioni, ma si può soltanto tamponare le emergenze. Per dirla in parole semplici, Giorgia Meloni non può fare in un mese ciò che altri non hanno fatto in trent’anni, a maggior ragione con una guerra a due passi da casa. La Manovra muove 35 miliardi di euro, ma ben 21 miliardi devono essere spesi solo sul fronte energetico, tramite aiuti al cittadino nel pagamento delle bollette e crediti d’imposta per le imprese. Tuttavia, il Governo ha inserito anche altri contenuti nella Legge di bilancio, coerenti con le posizioni tenute in campagna elettorale da Fratelli d’Italia e dagli altri protagonisti del centrodestra.

C’è la rimodulazione, importante, del Reddito di cittadinanza, che nel 2023, dopo otto mesi, scomparirà per gli abili al lavoro. C’è l’innalzamento del tetto al contante a 5 mila euro, che fa dell’Italia una nazione più libera. C’è la Flat tax per autonomi e partite IVA. Si è iniziato ad abbassare il cuneo fiscale in busta paga, nello specifico, del 3 per cento per i redditi fino a 20 mila euro e del 2 per i redditi fino a 35 mila euro. Si è detto no alla sugar tax e alla plastic tax, due imposizioni dirigiste giunte con il vento dell’integralismo salutista e ambientalista. Verranno cancellate le cartelle esattoriali fino a 1000 euro. Si poteva forse andare un poco oltre con la tregua fiscale, ma anche in questo caso siamo solo all’inizio di una discontinuità che non pone più lo Stato come avversario di chi lavora e produce. Una discontinuità che inoltre non aumenta di un centesimo l’imposizione fiscale e non usa le criticità contingenti per chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, come è avvenuto invece in passato con alcuni governi cosiddetti tecnici. Sul piano sociale vi è altrettanta attenzione, dall’allargamento della platea per l’utilizzo della Social card all’aumento delle pensioni minime e fino ad arrivare alla riduzione dell’IVA sui prodotti di prima infanzia. Insomma, è una Manovra prudente, ma non contrassegnata dall’immobilismo.

Giorgia Meloni e il suo Governo si sono mossi con realismo, consapevoli di trovarsi a condurre una bella automobile, ma su una strada ancora dissestata. D’altra parte, i veri conservatori non possono che essere pragmatici. L’automobile su cui si trova la Meloni, oltre a percorrere strade malconce, non è nemmeno stata tenuta bene dai precedenti proprietari. In un Paese come il nostro, ostaggio di vecchie incrostazioni e nuovi problemi, un percorso riformatore richiede molto tempo e il Presidente del Consiglio ha dato prova di grande senso della realtà già in campagna elettorale, e ha vinto ed è piaciuta anche per questo. Prima delle elezioni sosteneva proprio come alcune cose potessero essere realizzate subito, altre nel medio termine ed altre ancora nel lungo periodo. Occorre procedere per gradi e così Giorgia Meloni ha fatto, e sta facendo, una volta giunta a Palazzo Chigi. Certo, poi le cose, una volta trascorso il tempo sufficiente, bisogna farle, altrimenti si paga dazio, (elettorale), ma è assai più salutare, per l’Italia e per la durata di governi e leadership, procedere gradualmente, ma senza tornare indietro, che promettere sconquassi nell’immediato salvo poi essere costretti ad imbarazzanti retromarce.

Gli elettori preferiscono le cose fatte un poco alla volta, ma, appunto, fatte alle promesse di paradisi che poi si rivelano essere inferni. In politica le rendite di posizione non esistono più e tante leadership sono passate dalle stelle alle stalle in un lasso di tempo piuttosto breve proprio a causa di una specie di ansia da prestazione.

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Roberto Penna
Roberto Penna
Roberto Penna nasce a Bra, Cn, il 13 gennaio 1975. Vive e lavora tuttora in Piemonte. Per passione ama analizzare i fatti di politica nazionale e internazionale da un punto di vista conservatore.

4 Commenti

  1. Pragmatismo, lungimiranza, e tanto coraggio e perseveranza dovrebbero essere, a mio modestissimo avviso, le parole d’ordine del governo nella sua azione volta a risollevare l’economia del Paese. Tutte queste doti il presidente del consiglio le possiede, ed è per questo che nutro una moderata fiducia nel futuro della nostra amata nazione.

  2. Ma dite a Giorgia di essere coraggiosa, imporre il VERO reintegro dei sanitari nelle loro mansioni, non è possibile che con l’autonomia delle direzioni sanitarie un ematologo, un cardiologo, un internista siano messi in ufficio a fare fotocopie !! Che governo è quello che non si fa ubbidire dalle direzioni sanitarie e consente il MOBBING verso i sanitari reintegrati? E poi perchè non eliminate le MULTE OVER50 che stanno arrivando e sono ingiustificate, inique, VIOLANO LA PRIVACY DEI DATI SANITARI che sono ispezionati dalla agenzia delle entrate mentre essendo dati estremamente personali non dovrebbero essere accessibili ! BASTA MULTE OVER-50, volete far guadagnare anche le Poste perchè spedite raccomandate a 7 euro l’una? Coraggio Fratelli d’Italia, non siete i Fratelli di Draghi e di Ursula !!!! Bravo Gemmato ! STOP MULTE OVER-50, STOP PERSECUZIONE DEI CITTADINI RIBELLI MA SANI SANI SANI !

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