Tra i documentari presentati durante l’ultima Mostra del cinema di Venezia ce n’è uno che già dal titolo fa emergere sentimenti identitari e passioni patriottiche molto intense: è Vola Colomba, come l’omonima canzone interpretata da Nilla Pizzi e trionfatrice nel 1952 al festival di Sanremo. Pezzo che non è solo un malinconico brano d’amore, ma un inno a Trieste, il cui destino in quel periodo era ancora drammaticamente incerto.
Ed è appunto al capoluogo giuliano, in occasione del settantesimo anniversario, il 26 ottobre 2024, del suo definitivo ritorno all’Italia, che è dedicato il docufilm Vola Colomba (qui il trailer: TRAILER “VOLA COLOMBA, Trieste 1954” youtube.com), prodotto da Venicefilm in collaborazione con RAI documentari. Per “tale ricorrenza – si legge sul sito della casa di produzione, nota per aver realizzato pellicole come Red Land. Rosso Istria, che racconta la storia di Norma Cossetto – il documentario ripercorre il lungo e tortuoso cammino di ricongiungimento di Trieste alla madrepatria, focalizzando l’attenzione non solo sugli aspetti storici della vicenda, ma soprattutto sugli aspetti culturali e sociali che hanno inciso fortemente sull’evoluzione dei costumi della Trieste di quegli anni. Su tutti la presenza degli anglo-americani, che amministrarono la città per ben 9 anni (dal 1945 al 1954), dopo gli orrori vissuti dai triestini durante i 40 giorni di occupazione titina”.
Lo spettatore è accompagnato in questo percorso nella storia patria da un testimonial d’eccezione, il giornalista Toni Capuozzo, che racconta la vita di quel tempo non solo dal punto di vista degli avvenimenti, ma anche riferendosi alla cultura italiana e triestina del dopo Seconda guerra mondiale. Insieme a lui ci sono lo storico Paolo Mieli, Bruno Pizzul e l’esule istriana Italia Giacca.
Nato da un’idea di Alessandro Centenaro e diretto da Renzo Carbonera, il documentario è stato realizzato con il supporto del Ministero della Cultura, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, del Centro di Documentazione Multimediale, del Comune di Trieste e del Friuli Venezia Giulia Film Commission. Nel corso della presentazione a Venezia, come riferisce Ansa, il direttore di RAI Documentari Fabrizio Zappi ha sottolineato che per RAI “è importante che gli italiani abbiano la possibilità di comprendere quello che siamo diventati” e questa è “la più alta funzione che il servizio pubblico radio televisivo può assolvere”. Il documentario andrà in onda prossimamente su Rai 3 in seconda serata.