Per qualche giorno il mondo della informazione, soprattutto quello rispondente ad una certa parte politica e a determinati poteri, sia in Italia che negli Stati Uniti, ha dedicato quasi tutto il proprio tempo al presunto saluto romano o nazista di Elon Musk alla cerimonia di insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Invece di analizzare con precisione il discorso del 47esimo presidente USA e la politica di enorme cambiamento della quale sarà portatore il tycoon oppure, perché no, di elaborare approfondimenti sullo scandalo europeo non da poco della corruzione celatasi dietro il muro del green e del fasullo impegno contro il preteso riscaldamento del pianeta, giornali e televisioni hanno occupato pagine e palinsesti con il gesto di Musk.
D’altra parte, il mainstream liberal e di sinistra, presente tanto in America quanto nel resto dell’Occidente, accetta il voto popolare solo se favorevole ai sedicenti progressisti e non digerisce mai le vittorie dei conservatori e delle destre, (leader come Donald Trump, Giorgia Meloni e Javier Milei non hanno il diritto, secondo alcuni “campioni” di democrazia, di albergare presso la stanza dei bottoni). Elon Musk, se non fosse diventato trumpiano, sarebbe ancora l’unto del Signore per un panorama mediatico che va dalla CNN a LA7. Un noto modo di fare informazione, visto che respinge la realtà e rifiuta che gli elettori vogliano i conservatori ai posti di comando, cerca di impaurire l’opinione pubblica aggrappandosi a fatti distorti o del tutto inesistenti e presentando i leader politici sgraditi, ma evidentemente richiesti dalla popolazione, come fascisti, razzisti e finanche nazisti, comunque pericolosi per la tenuta delle democrazie occidentali. Questo tipo di giornalismo sforna più fantasie, per non dire balle galattiche, che notizie e senz’altro non poteva lasciarsi scappare il saluto di Musk.
Per fortuna, i cittadini occidentali, che abitino nel Wyoming o in Abruzzo, non hanno l’anello al naso e non si lasciano circuire con facilità. Che il tentativo di spacciare Elon Musk per un nazista a causa di quel saluto sia stato uno sforzo maldestro e disonesto, ce lo dicono degli ebrei autorevoli e il popolo giudaico, per ciò che ha patito nella Storia a causa delle follie hitleriane, (fra l’altro, ci stiamo avvicinando al 27 gennaio, Giorno della Memoria in cui vengono commemorate le vittime dell’Olocausto), è francamente il primo a riconoscere eventuali neonazismi e brutti rigurgiti riguardanti il popolo ed anche personaggi in vista come il patron di Tesla, X e SpaceX. Se gli ebrei non vedono nulla di nazista in Musk significa ch’egli può essere tutto tranne che un restauratore del Terzo Reich. L’Anti-Defamation League, nota organizzazione non governativa ebraica con sede negli USA, che si batte contro l’antisemitismo e tutte le forme di pregiudizio, ha giudicato sì come fonte di imbarazzo il braccio teso di Elon Musk, ma ha altresì affermato di ritenere che si sia trattato di un comportamento dettato dall’euforia del momento, da una circostanza emozionante come l’insediamento dell’amico Trump.
ADL considera Musk un grande alleato di Israele, lo Stato ebraico per eccellenza, e così la pensa pure il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il quale non crede anch’egli che quello del magnate fosse un saluto romano o nazistoide. Anche per il premier di Gerusalemme Musk è un amico sincero dello Stato d’Israele e del popolo ebraico. È un fatto acclarato la vicinanza radicata di tutta l’Amministrazione Trump, nella quale partecipa, come è risaputo, anche Elon Musk, a Israele e non ci possono essere dubbi che Donald Trump, il cui primo mandato ha visto gli USA riconoscere Gerusalemme come capitale dello Stato ebraico, sia il presidente americano più filoisraeliano della Storia recente. Tale linearità non si è vista con Joe Biden e non si vede con alcuni democrats molto sbilanciati a sinistra come Alexandria Ocasio-Cortez, assai indignata per il saluto di Musk, che, a forza di pensare solo alla povera Palestina, trattano Israele quasi come una Nazione criminale.